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Il Messaggero Veneto 25-09-2001

La Casa delle libertà del Friuli-Venezia Giulia a villa Manin ha definito la bozza della legge elettorale

Fi: Romoli trovi l'accordo sul voto

Mandato esplorativo al coordinatore. Saro: pochi giorni per mediare. Oggi il comitato ristretto

TRIESTE ­ Il summit di Forza Italia con Ccd e Cpr ha sortito un solo risultato: l'assegnazione all'onorevole Ettore Romoli del mandato esplorativo per individuare una proposta capace di raccogliere ampio consenso. La novità è che, se fino a ieri si stava cercando il punto più alto di mediazione, da oggi è il coordinatore a doverlo trovare.

Probabilmente le scelte vangono così spostate a un livello più alto. All'interno di Forza Italia le posizioni convergono su una serie di punti noti da tempo: l'elezione del presidente da parte del consiglio, con un'indicazione preliminare, lo sbarramento per diradare il quadro politico dai partiti minori. Ma sul dettaglio fine ci sono ancora forti perplessità.

Ferruccio Saro, che tiene duro sulle sue posizioni di presidenzialismo morbido con preferenze plurime, sembra voler smitizzare un po' l'argomento. "Insomma, una legge elettorale non è mica il Vangelo, no? Dobbiamo discutere ancora, anche perché abbiamo affrontato soltanto una parte del discorso complessivo. Ci siamo concentrati sull'elezione, che però si tiene con tutto il discorso dei poteri: se si va verso un maggior presidenzialismo, vanno garantite all'assemblea le funzioni di indirizzo e controllo. E poi ci sono le incompatibilità. So che delle opzioni sono già state stilate, ma sarà il caso di metterle sul tappeto. Tra una quindicina di giorni avremo le idee più chiare".

Ettore Romoli, alle prese con la costruzione di un modello in grado di coagulare quaranta voti (senza i quali ci sarebbe l'obbligo e non la facoltà di un referendum confermativo), non mostra preoccupazione. "C'è stata una estremamente articolata, in cui sono stati esaminati i nodi che ancora rimangono: l'indicazione o meno del nome del presidente sulla scheda, lo sbarramento al 4, al 4,5, o al 5%, il seggio riservato agli sloveni. In materia, lo si sapeva, ci sono sfumature anche fortemente diverse. Si è sollevato il problema del rapporto tra i poteri del consiglio e quelli della giunta, e dello stesso presidente nei confronti dell'esecutivo. In proposito sentirò anche gli alleati, ed eventualmente l'opposizione, per cercare la migliore sintesi".

In chimica si sa che certi elementi non sintetizzano, ma in politica è diverso. Anche quando l'incompatibilità è palese, alla fine può formarsi un precipitato che sblocca l'impasse. Però si sa che cè chi guarda con favore alla norma transitoria (quella che, in assenza di una nuova legge, farebbe votare il Friuli-Venezia Giulia come le altre Regioni). I Ds, ma anche An, disponibile a un compromesso, ma tutt'altro che intimorita da un impasse.

"Realisticamente, quando si fa una legge elettorale a poco più anno dal voto, è chiaro che emergono interessi diversificati, nei gruppi e nelle coalizioni. Non escludo che qualcuno possa avere velleità di far saltare tutto, ma non credo che la tendenza prevarrà", commenta, caito, Romoli.

Con le convergenze ancora da ricercare, il nuovo discorso sugli equilibri nei poteri, i quindici giorni per un chiarimento, quale sarà il compito della quinta commissione che si riunirà domani? "Ascolterà gli sloveni e il comitato per le pari opportunità, acquisendo elementi in più", conclude il coordinatore azzurro. "Poi formerà il comitato ristretto. Assieme al quale partirà la diplomazia parallela"

Luciano Santin