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Il Messaggero Veneto 21-04-2002

Referendum oltre le undicimila firme

Tesini (Ds): l'obiettivo quota 36 mila è alla portata, ma Udine ci delude

UDINE - Le firme contro la legge elettorale regionale stanno toccando (o superando) quota undicimila e, in attesa di una verifica ufficiale che si terrà forse già il 2-3 maggio, in seno al Comitato si fanno le prime valutazioni. A fianco riportiamo quelle del presidente Malattia, qui sotto quelle di Alessandro Tesini, capogruppo dei Ds in consiglio regionale e membro del Comitato.

«A tre settimane dall'inizio della campagna referendaria - dice Tesini - mi pare che siamo a un punto buono anche se non superlativo. Credo che soddisfazione e realismo debbano ispirare le scelte e le valutazioni che del comitato, che ha deciso di fare un primo punto sulla situazione immediatamente dopo il primo maggio, vale a dire a un terzo del cammino referendario e dopo le grandi manifestazioni del 16 e 25 aprile e del primo maggio. Lì valuteremo a che punto siamo arrivati e come riprogrammare la comunicazione e gli obiettivi specifici per i due mesi successivi. Ad oggi siamo leggermente al di sotto della media necessaria, ma va tenuto presente che non possiamo nè vogliamo darci l'obiettivo di 36.400 firme ma vogliamo andare molto oltre e crediamo sia possibile farlo».

«Il fatto stesso che in queste ore si sia costituito un nuovo comitato, che muove da valutazioni diverse dalle nostre ed ha soprattutto obiettivi finali diversi dai nostri ma si ritrova nella comune valutazione negativa della legge elettorale regionale, è la riprova lampante - sottolinea Tesini - di quanto stiamo dicendo fin dall'inizio: il dissenso nei confronti della legge è ampio non solo tra le forze politiche ma anche tra quelle professionali, della cultura, dell'impresa e dell'associazionismo e non si identifica in uno schieramento anzichè nell'altro».

«C'è di più. La legge approvata dalla maggioranza è ormai priva di paternità e coloro che l'hanno approvata devono rendersene conto per primi, posto che si sono ridotti ad affidarsi a uno spot che è costretto a riprodurre le firme dei consiglieri che hanno votato la legge, con ciò tradendo una evidente percezione di debolezza e di autoconservazione». «Sono convinto - prosegue Tesini - che man mano che procederà la campagna referendaria molti che ora stanno alla finestra a guardare troveranno motivi e stimoli per esporsi a favore di un obiettivo che non è finalizzato a uno sbocco piuttosto che a un altro ma a rimuovere una legge che ha un unico scopo: mantenere la Regione in questo stato confusionale e di conservazione ed ostacolare la trasparenza, la chiarezza, la responsabilizzazione e l'innovazione. Quindi esprimo soddisfazione per questo comitato, come peraltro per le iniziative annunciate da Gabriele Renzulli, che anche in questo caso hanno motivazioni proprie ma hanno interesse a convergere nella raccolta delle firme».

«Tornando a una valutazione sui risultati fin qui acquisiti va detto che la raccolta è partita immediatamente e non incontra difficoltà nella disponibilità a sottoscrivere il referendum da parte dei cittadini, che dimostrano di conoscere la questione e di essere orientati per l'elezione diretta del presidente e per l'abrogazione della legge». «Queste prime settimane - rileva Tesini - hanno richiesto un lavoro impegnativo di incontri sul territorio per spiegare i dettagli, per consegnare materiale e per acquisire la disponibilità degli amministratori per il consistente lavoro loro richiesto di contatti personali per la raccolta di adesioni. Ci aspettiamo che nelle prossime settimane ci sia un'accelerazione e una crescita consistente nella raccolta delle firme».

«Ci sono - conclude - situazioni a buon punto e altre che richiedono un'iniezione di risorse ed energie per potenziare la raccolta e tra queste c'è la città di udine, che può fare molto di più. Credo che il comitato dopo il primo maggio penserà ad adeguate iniziative sia per la comunicazione che per aventi per attrarre attenzione e consensi».