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Il Messaggero Veneto 04-06-2002

Il segretario regionale detta le condizioni per la ripresa di una concertazione che finora è mancata

Dalla Uil ultimatum alla giunta

Visentini: l'incontro di giovedì è l'ultima occasione per operare aggiustamenti alle strategie

TRIESTE - Le variazioni di bilancio che il Consiglio regionale approverà nelle prossime settimane «sono l'ultima occasione per operare aggiustamenti di percorso alle strategie politiche e finanziarie» di questa amministrazione. Con questa convinzione la Uil regionale - afferma il suo segretario Luca Visentini a conclusione della riunione del comitato centrale - parteciperà all'incontro programmato per giovedì 6 giugno fra il presidente Tondo e i sindacati confederali. Quell'appuntamento, infatti, costituirà l'occasione per «una verifica ultimativa della possibilità di rilanciare i rapporti con il sindacato in quest'ultimo anno di legislatura». Si apre un periodo - sottolinea infatti Visentini - inevitabilmente condizionato dall'appuntamento elettorale del 2003 e il sindacato vuole sottrarsi alla stessa possibilità di essere strumentalizzato».

Per la Uil l'incontro di giovedì è l'ultima occasione per imprimere una svolta qualitativa a una concertazione giudicata del tutto negativamente. «Alle affermazioni di disponibilità del governo regionale - annota infatti Visentini - ha fatto seguito solo raramente l'assunzione di impegni concreti e, anche quando ciò è avvenuto, quasi mai si sono effettivamente concretizzati». Questo è avvenuto - a giudizio di Visentini - per una sottovalutazione da parte della giunta del rapporto con il sindacato, come conseguenza delle «pressioni incrociate delle forze di maggioranza», che sono pure all'origine di «provvedimenti spot» come le leggi sui distretti e sull'innovazione tecnologica, «incoerenti con una visione strategica sia dello sviluppo economico che dei servizi da fornire alla comunità regionale». Il giudizio di Visentini al riguardo è pesante e chiama in causa «la disattenzione e la discontinuità da parte degli assessori, ma spesso anche dello stesso presidente», costretti gli uni e l'altro a smentire «di frequente» gli impegni assunti. Per questo Visentini chiede un protocollo sul metodo concertativo «che ci faccia capire come si intende condurre il confronto con le parti sociali».

Visentini critica però anche altri attori della concertazione, come «la stragrande maggioranza delle associazioni imprenditoriali» che «o rimangono zitte o sono più inclini a trattative bilaterali», probabilmente per la «difficoltà di fare sintesi» sul piano regionale o, addirittura, per «mancanza di strategia».

Quanto agli indirizzi strategici, lungamente discussi dal comitato centrale, Luca Visentini cita le infrastrutture «nodo essenziale di sviluppo e delle potenzialità regionali» (sull'argomento preannuncia anzi un'iniziativa specifica). Richiama quindi l'attenzione su cinque punti: i processi di internazionalizzazione, che «non possono prescindere dal tema del dialogo sociale e delle tutele per i lavoratori transfrontaliere»; il rischio di arretramento sui mercati internazionali della nostra piccola e media impresa, «se non saprà dotarsi di un'organizzazione per distretti, di servizi omogenei e strutturati, di innovazione di prodotto e di processo, di capacità di promozione e di investimenti sulla forza lavoro». È quindi necessaria - ad avviso dei Visentini - una strategia più complessiva «che stenta a prendere corpo», una strategia che unisca alla capacità di iniziativa degli imprenditori la programmazione e l'intervento del soggetto pubblico e dei suoi strumenti operativi e finanziari.

Il terzo punto sollevato dalla Uil riguarda i servizi, in particolare la sanità, l'assistenza e la scuola, che abbisognano di «una visione di lunga prospettiva», magari supportata - «al di là dei confronti di merito» - di una "conferenza dei servizi". La Uil sollecita anche il riavvio del processo di riforma postulato dalla costituzionale 2 o almeno, visto che manca un anno alle elezioni, un confronto «serio» con le autonomie locali e gli attori sociali, e la realizzazione, «prima della fine della legislatura, del sospirato comparto unico».

L'ultimo punto concerne il governo del mercato del lavoro. La Uil conferma al riguardo le perplessità sulle scelte operate e sollecita un accordo che disciplini le modalità per la definizione degli indirizzi di gestione e metta alcune regole e obiettivi all'azione delle Province cui saranno devoluti i compiti. In difetto «è molto alto il rischio che si proceda a un mero trasferimento di competenze burocratiche e non alla qualificazione delle politiche attive del lavoro».

Visentini indica di conseguenza le priorità sulle quali il sindacato ha intenzione di insistere. Riguardano la sanità e l'assistenza: al riguardo il pacchetto di richieste dice no ai ticke, alla privatizzazione «strisciante» e alla trasformazione del Cro e del Burlo in Fondazioni. La Uil ricorda anche all'assessore Santarossa l'impegno a stanziare le risorse necessarie - tra i 25 e i 30 milioni di euro di stanziamenti aggiuntivvi - per l'assistenza. Altri impegni la Uil, assieme a Cgil e Cisl, chiederà per la sicurezza sul lavoro e sulla vexata quaestio del comparto unico per il quale si chiede lo stanziamento di 20 milioni di euro nel triennio, finalizzati alla realizzazione del contratto unico. Inoltre, la Uil sollecita un confronto «immediato» sul piano Melò di Autovie, con riferimento prioritario agli annunciati esuberi (il 30% del personale attualmente in servizio) e alle ipotesi di aumenti tariffari. Sul trasferimento delle strade Anas alla Regione infine, la Uil ha ribadito la sua contrarietà alla costituzione di un ennesimo carozzone a favore di un trasferimento delle competenze alle Province.

E.S.