| Home | Documenti | Foto | Risultati elettorali | Forum FVG | Posta | Link |



Il Messaggero Veneto 21-02-2002

Valduga a Galan: sì alle sinergie col Veneto

Consensi imprenditoriali alle "prove di alleanza" fatte a Pordenone e alle proposte del governatore

UDINE - «L'orizzonte tracciato dalla politica martedì a Pordenone è già nel modo di operare dell'impresa. La collaborazione fra le due regioni - Friuli Vg e Veneto - è dunque coerente con la salvaguardia degli interessi del Friuli Vg e anche delle nostre specificità. Ed è tanto più necessaria quanto più si vuole evitare che, dalla contrapposizione, le due regioni possano trarre dei danni. A rimetterci di più, in questo caso, sarebbe proprio il "piccolo" Friuli». Già prima che Della Valentina lanciasse l'invito a una sinergia infraregionale, il presidente degli industriali di Udine, Adalberto Valduga, condivideva questa prospettiva, peraltro "istituzionalizzata" in novembre nell'incontro informale di Buttrio, e martedì rilanciata dal governatore veneto, Galan, ma anche dal cavaliere del lavoro Andrea Pittini.

D'accordo con entrambi, dunque, con la sola riserva del giudizio di Galan su Finest, accusata di fare utili dall'aver investito in titoli del reddito fisso circa la metà del suo patrimonio. «No - sottolinea Valduga -; da qualche anno la finanziaria per le joint ventures nell'Est Europa ha accresciuto la sua operatività. E mentre in passato i suoi interventi erano ripartiti proporzionalmente alla partecipazione societaria, oggi sono rapportati alla qualità dei progetti». Condivise, invece, le critiche alla goriziana Informest che - aveva detto Galan - «potrebbe fare molto di più». «Ho in effetti l'impressione - osserva Valduga - sia autoreferenziale; viva, cioè, per alimentare se stessa».

Quanto all'integrazione aeroportuale, d'accordo in linea di principio, Valduga avverte che prima di annacquare le partecipazioni in una società più grande è opportuno riflettere attentamente. «Gli strumenti - osserva al riguardo - sono facilmente adattabili. L'attenzione va invece posta sui contenuti, proprio per evitare i pateracchi». Quanto al resto, in particolare alla possibilità di giocare un ruolo da protagonisti nella gestione delle reti autostradali e nella privatizzazione delle "multiutilities", Valduga sottolinea che ben venga una maggiore massa d'urto, positiva non solo per cogliere opportunità economiche e finanziarie, ma anche per rafforzare l'incidenza politica, la capacità di interlocuzione. «È chiaro - conclude il presidente degli imprenditori friulani - che insieme avremo una maggiore forza politica; nelle istituzioni, ma anche in Confindustria».

«Condivisione e apprezzamento» per le tematiche affrontate dal governatore veneto anche da Gabriele Drigo, presidente del gruppo Giovani Imprenditori dell'Assindustria, che si sofferma in particolare su aeroporti, sistema portuale e concessionarie autostradali. «È indubbio - osserva - che uno dei costi maggiori pagati dalle nostre aziende in quest'epoca, derivanti soprattutto dal disservizio delle infrastrutture pubbliche, derivi dal mancato adeguamento delle vie e dei mezzi di comunicazione. Creare una sinergia societaria ed operativa efficiente tra gli aeroporti di Venezia e Trieste permetterebbe sicuramente di dare maggiore servizio ma soprattutto di potenziare l'operatività ed il traffico nel nostro scalo. Il sistema portuale invece, appiattitosi in modo evidente in questi anni, necessita immediatamente - continua Drigo - di una presa di posizione politica al fine di rilanciare un sistema viario, ma soprattutto un settore economico che ne sta subendo un forte contraccolpo. L'immobilismo non può che favorire la crescita e l'affermazione degli altri porti adriatici».

Quanto alle concessionarie autostradali, «posso essere d'accordo - sottolinea il presidente dei giovani industriali friulani - sulla possibilità che una collaborazione interregionale si appropri della gestione di alcuni tratti. Ad un patto però: che vengano previsti investimenti e miglioramenti del sistema in gestione, tralasciando i meri interessi reddituali che spesso, ultimamente, frenano la corretta gestione di infrastrutture a gestione pubblica».