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Il Messaggero Veneto 14-09-2001

Incontro a Poertschach tra il presidente Tondo e il governatore del Land austriaco Haider con i rispettivi esecutivi

Friuli e Carinzia: sì alla Slovenia nell’Ue

Un progetto per ospitare gli orfani di New York. Al via nuove collaborazioni economiche

POERTSCHACH – Sono le dieci esatte, quando il governatore della Carinzia Jeorg Haider, che da un po' non perdeva d'occhio l'orologio, si irrigidisce sull'attenti assieme ai componenti del suo esecutivo e alla giunta del Friuli-Venezia Giulia guidata da Renzo Tondo. Contemporaneamente sul lago chiazzato di sole si spande il suono delle campane di Maria Woerth e delle chiese circostanti. L'incontro tra i governi delle due regioni si apre con il minuto di silenzio e di raccoglimento per le vittime delle Twin towers, che ferma l'intera Austria, e con un comunicato congiunto di cordoglio e solidarietà all'America.

Per Tondo è il suo debutto ufficiale da presidente. Haider l'ha incontrato quand'era ancora assessore, in seguito l'ha visto a Villaco, ma informalmente. Stavolta, però si tratta di una sorta di gemellaggio di giunte, finalizzato all'individuazione di programmi operativi. Per trovare qualcosa del genere, occorre risalire ai tempi di Giancarlo Cruder e Christof Zernatto.

Il governatore carinziano, la faccia allegra, da impunito, fresca di abbronzatura, veste una giacca tradizionale con camicia rosa pallido e cravatta grigioverde scura. Tondo è in tonalità di blu e celeste, e appare un po' più stanco. La giunta carinziana, di sole sette persone (inclusive di esponenti dell'opposizione che però, si mormora, verranno presto mandati a casa) è presente al gran completo, integrata da Mares Rossmann, viceministro austriaco per il Turismo. A quella del Friuli-Venezia Giulia mancano invece tre persone (Ciriani, Narduzzi, e la Guerra, malata), così, alla presentazione delle persone e delle rispettive competenze, i conti quasi tornano.

Tondo insiste, come il collega, sull'operatività. «Al di là dei messaggi di cooperazione e di fratellanza, dobbiamo dare alle nostre popolazioni qualcosa di concreto. Siamo qui per questo». Ci tiene anche a sottolineare come l'iniziativa si inserisca in un accordo quadro stipulato dai governi centrali di Italia e Austria già nel '93, e come per la sottoscrizione del protocollo già predisposto sia necessario ottenere il benestare da Roma. Il sottosegretario Antonione, suo predecessore, lo otterrà sicuramente in tempi brevi, aggiunge. Haider si sbilancia e parla di ottobre. «Io non sono un leader di partito, come lui, e quindi non ho la possibilità di influenzare la politica nazionale», rimarca il presidente.

Visti i precedenti, e la grave situazione internazionale, forse qualcuno si aspettava dal governatore della Carinzia toni da falco. Invece è tutto un inno al buonismo. Mostra l'incantevole scenario che circonda l'impeccabile Seefels hotel, pavesi di bandiere regionali ed europee, erba rasata dal barbiere (un mix tra il Lido di Venezia al tempo dei "telefoni bianchi" e gli scenari di Marischka), e dice di averlo scelto "per trarne ispirazione". Provocato con una domanda sulla risposta che è giusto dare al terrorismo scatenatosi contro gli Usa, glissa disinvoltamente. «Una buona risposta potrebbe venire da una "Regione della pace", come quella che vogliamo realizzare in queste terre, teatro di odio e di lotta nel secolo ventesimo. Dove ci sono stabilità sociale e pace, il terrorismo non ha possibilità di sviluppo», dice. «Siccome intendiamo rivolgerci ai giovani, potremmo invitare alcuni degli orfani dell'attentato a trascorrere una vacanza da noi, per dimenticare un po' la loro tragedia».

Perché la parola d'ordine politica è quella della pace, che si traduce in un progetto mirato sui giovani, nel quale dovranno venire coinvolte, oltre al Veneto, Stiria, Istria, Dalmazia. Gli altri due filoni individuati come aree prioritarie di lavoro comune sono invece la cooperazione economica su ricerca e innovazione (con una società mista, partecipata da Finest), e l'offerta turistica comune, nel segno di un progetto intitolato "Destinazione Alpi Sud".

Questo vuol dire anche promuovere insieme manifestazioni culturali e sportive, dicono i presidenti. In quanto alle Olimpiadi, concordano sul fatto che occorre essere realisti: dopo la scelta di Torino, si cambierà continente, ed una possibilità potrebbe manifestarsi, nella migliore delle ipotesi, nel 2014. Fermo restando che l'interesse c'è, è il caso di riparlarne più avanti.

Sui rapporti con la Slovenia, Tondo sembra lievemente a disagio. Si unisce all'auspicio del ministro Ruggiero che l'ingresso nell'Ue possa avvenire nel 2002, e quello nella Nato con il primo lotto degli stati entranti. Ma accenna un paio di volte ai beni abbandonati, tema molto sentito nell'area giuliana. E' un problema «che non può essere messo nel cassetto», avverte, ma si dice fiducioso nell'intelligenza dei governanti a Roma e a Lubiana. Su Pramollo, un tema delicato, che Haider gli rilancia al volo, come nella palla avvelenata, lascia parlare l'assessore Dressi. E si capisce che l'iniziativa è in alto mare.

Finito l'incontro con i giornalisti e il pranzo, nel "Portobello pavillon", iniziano i gruppi di lavoro. Si parte con Interreg, che è un esperimento di collaborazione collaudata. Ma all'orizzonte c'è un'integrazione sempre più stretta, e capace di attirare le aree contermini, promette Haider. E annuncia che il prossimo mese si replica: «In ottobre saremo noi a venire a Trieste: una bellissima gita».

Luciano Santin