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Il Messaggero Veneto 22-02-2002

L'opposizione attacca la maggioranza sulla mancata applicazione della riforma approvata nella scorsa legislatura

«Tre anni di ritardi sulla sanità»

Il centro-sinistra: piano emergenze fermo dal '99, intanto avanza la privatizzazione

TRIESTE - «A denunciare il non governo della Sanità regionale non siamo più soltanto noi: si sono pronunciati con forza in questo senso i sindacati confederali, ma soprattutto gli operatori del settore, medici e paramedici di tutte le sigle e di tutte le specializzazioni. Posto che in quattro anni di governo, Polo e Lega non hanno saputo cavare un ragno dal buco, e che i rinvii continuano, si sappia che il tempo del fair play è definitivamente finito». L'annuncio, quasi una dichiarazione di guerra, è uscita dalla conferenza stampa tenuta dal centrosinistra in merito alla politica sanitaria regionale. Sottolineata la perfetta concordanza delle critiche mosse dal settore medico con quelle avanzate dalle opposizioni, Bruno Zvech (Ds), Cristiano Degano (Margherita) e Bruna Zorzini (Pdci), hanno reso noto che chiederanno una seduta del consiglio dedicata al problema.

«Il sospetto che le forme striscianti di privato sostitutivo puntino alla destrutturazione del sistema pubblico, ormai è stato fatto proprio da tutte le categorie della Sanità», ha detto Zvech. «Dobbiamo a questo proposito denunciare anche il cinico gioco della maggioranza che tende a scaricare tutto sull'assessore. Al di là di qualunque considerazione, non lo si può immaginare come qualcosa di separato dalla maggioranza che sta oggi sostenendo la giunta». Degano, già assessore alla Sanità, manifestata soddisfazione per l'avvenuto confronto tra medici e consiglio regionale (una cosa mai avvenuta, hanno positivamente commentato questi ultimi), ha poi messo il dito sulla piaga degli impegni assunti dalla giunta nel documento alla fine dello scorso dicembre: l'adozione dei piani dell'emergenza entro gennaio, di quello materno e infantile entro febbraio, di quello della riabilitazione entro marzo.

«Sono cose in ritardo di anni: il piano dell'emergenza era stato presentato nel '99, insieme al secondo Pimt. Poi lo si è trasformato in "linee ed indirizzi per la predisposizione del piano", da attuare tassativamente entro il 2000. Successivamente il call center unico del 118 ha bloccato tutto, finché, a dicembre, la giunta si è autoimpegnata con delibera ad adottare il piano in gennaio. Ora l'assessore promette tavoli di confronto, una buona cosa, ma non se serve a rinviare sine die una soluzione attesa da due anni e mezzo», ha detto Degano. «Per il piano materno e infantile, un impegno scritto del presidente Antonione garantiva la presentazione al febbraio 2001, Tondo ha spostato il limite di una anno, ma ancora non se ne sa nulla. In quanto a quello per la riabilitazione, pur senza termini precisi, è atteso da anni. Anzi, rimanda alle previsioni di specifici piani di settore contenuta nella legge 13, che è del '95».

Anche sulla mancata applicazione della 13, la riforma approvata nella scorsa legislatura, si sono appuntati gli strali dei consiglieri di opposizione, secondo i quali non c'è stato il coraggio né di portarla avanti, né di modificarla. «I medici hanno denunciato un pesante clima di incertezza», hanno concluso. «Per questo occorre un confronto per capire se, a un anno dalla fine della legislatura, la Cdl intende o no fare qualcosa».

Luciano Santin