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Il Messsaggero Veneto 21-09-2001

Nulla di fatto per l'insediamento del comitato ristretto che deve elaborare la nuova legge elettorale

Voto, l'opposizione impone il rinvio

Tesini (Ds): la stessa maggioranza è scollata. Puiatti (Verdi): siamo di fronte a proposte monche

TRIESTE ­ L'opposizione scarica sulla maggioranza problemi emersi all'interno della Cdl in materia di legge elettorale. «Attendiamo chiarezza sulla proposta: sinché la coalizione di governo non riuscirà a trovare una proposta chiara e condivisa, inutile cercare accordi con noi»: hanno sostanzialmente detto ieri Ds, Ppi-Margherita, Pdci, Rc e Verdi Sdi. L'illustrazione e il dibattito sul testo a firma di Beppino Zoppolato, presidente della quinta commissione, sono stati interrotti, e il comitato ristretto non è stato formato. Alla fine si è unanimemente deciso un rinvio a martedì al termine delle audizioni in programma.

E l'unico dei presenti a non collocarsi né in maggioranza, né all'opposizione, l'ex An Francesco Serpi, oggi nel gruppo misto, parla di tempo perso: «Ci siamo gingillati in una sostanziale immobilità, solo per lasciare che Forza Italia decida cosa vuole fare. L'avevo detto che aprire il dibattito in queste condizioni era insensato». In effetti si sa da tempo che Forza Italia lunedì riunirà il suo stato maggiore nel tentativo di fissare una proposta che faccia ripartire il dibattito (base sarà sicuramente la «mediazione Saro», con un presidenzialismo di fatto e le preferenze multiple). Gli azzurri devono ancora costruire l'unità, come hanno dimostrato le costanti critiche espresse da Franco Dal Mas (cui Zoppolato, infastidito, ha chiesto «Ma sei in maggioranza o no?»), e anche da alcuni atteggiamenti del vicecapogruppo, il Ccd Bruno Marini.

Facile a questo punto il gioco delle opposizioni, che hanno rilanciato la palla. «Abbiamo dato disponibilità a entrare nel comitato ristretto perché è una sede istituzionale, ma il testo ha grossi problemi formali e sostanziali, aspetti di impraticabilità giuridica, di incostituzionalità, di incompletezza rispetto al mandato attribuitoci dal nuovo statuto. Per di più registriamo che in maggioranza le posizioni non sono convergenti», dice il capogruppo dei Ds Alessandro Tesini. «Siamo pronti al confronto, ma solo se l'istituzione del comitato non è una pura rimozione dei problemi: in altre parole, per starci, devono prima rispondere ai quesiti posti».

Molto simile la posizione di Gianfranco Moretton, capogruppo Ppi-Margherita: «La proposta, che ha stravolto l'originario testo di Molinaro, è confusa, pasticciata, probabilmente impraticabile. Vogliamo capire cosa si vuol fare in merito all'elezione del presidente, al premio di maggioranza alle garanzie agli sloveni». «Era inutile andare avanti: se Forza Italia si riunisce per decidere, vuol dire che in maggioranza la condivisione dev'essere ancora raggiunta. E allora aspettiamo», nota Mario Piatti, capogruppo Verdi-Sdi. «E poi la proposta è monca: mancano la forma di governo, i poteri, la partecipazione popolare».

«Non abbiamo affatto sospeso il dibattito per il summit forzista: lunedì anch'io riunisco i miei. L'opposizione non era pronta, e gli abbiamo accordato qualche giorno in più», sostiene invece Beppino Zoppolato. Ma mostra di temere l'Aventino. «Noi avremo un po' di confusione, però anche loro sono incoerenti: prima tutti dicono che ci stanno al comitato, poi Travanut dice di no, successivamente Tesini spiega che si devono trovare le condizione per farli entrare. Noi vogliamo discutere, con pari dignità, nelle sedi istituzionali. E se la legge non va bene siamo pronti a cambiarla. Ma se loro rifiutano...».

Luciano Santin