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Il Messaggero Veneto 09-02-2002

«La ricerca è speranza»

Ieri a Cinemazero il convegno dei Radicali sulla bioetica

L'utilizzo delle cellule staminali embrionali e degli embrioni soprannumerari per la ricerca: questo il tema affrontato ieri nel convegno organizzato dai Radicali negli spazi di Cinemazero. A dire il vero, l'incontro è cominciato all'insegna delle barriere architettoniche, in quanto diverse persone con problemi motori sono dovute rimanere a casa per le difficoltà ad accedere nella sala. «Ci sono due rampe di scale da fare - ha affermato John Fischetti, dell'Associazione paraplegici regionale - ed è difficoltoso. L'aula magna è un simbolo, quello della cultura negata. Siamo autorizzati ad accedere alle cure, ma non alla vita sociale». Comunque Fischetti, aderente anche al Faip e all'Enil, nonché al gruppo dei Radicali, vuole lasciare aperto il dialogo con il Comune. «Sappiamo - ha detto - che hanno in mente di fare qualcosa, ma non abbiamo preso visione dei progetti».

Quindi, il via ai lavori con le parole del dottor Umberto Tirelli: «Vogliamo l'appoggio e non l'ostracismo alla ricerca - ha dichiarato il direttore della divisione oncologica del Cro di Aviano - in quanto desideriamo migliorare la salute delle persone. Sembrerebbe - ha spiegato - che le cellule dell'embrione siano più funzionali di quelle dei tessuti adulti, del sangue, degli aborti spontanei. Ancora non ci sono dei risultati, si sta sperimentando». Le cellule staminali, è stato poi spiegato dallo stesso Tirelli, «sono cellule pluripotenti, rare e primordiali che possono dare origine a cellule differenziate. Si trovano nei feti, nel cordone ombelicale, più che nel sangue. Si pensa che con le cellule staminali potrebbero migliorare, se non portare alla guarigione, malattie degenerative del cervello come l'Alzheimer o il morbo di Parkinson, e del fegato che possono portare a cirrosi. e ancora, linfomi, sclerosi multipla, leucemie». Tirelli ha poi ricordato i passi avanti della ricerca nella cura dell'Aids, ma non dimentica i tanti giovani visti morire: «Credo che impedire una ricerca - ha ammesso - sia non etico. E' una politica dell'assassinio, quella che impedisce a milioni di persone di avere una speranza di guarigione o di vita, quella che accusa la ricerca di essere opera del maligno».

Dopo l'intervento di Daniele Capezzoni, segretario dei Radicali italiani, che ha ribadito l'importanza della ricerca e la necessità che lo Stato italiano non si lasci condizionare dai punti di vista - legittimi, ma non universali - della Chiesa, l'incontro è proseguito in videoconferenza con il collegamento con il trentaquattrenne Luca Coscioni, presidente dei Radicali italiani, fra i membri candidati al Comitato nazionale per la bioetica. Il suo intervento è stato mediato da un sintetizzatore vocale che gli consente di comunicare da quando si è aggravata la sua malattia, la sclerosi laterale amiotrofica. «Gli embrioni in sovrannumero sono destinati a morire - ha detto - E non c'è differenza tra lasciar morire e uccidere». Coscioni ha inoltre invitato a firmare per la proposta di legge relativa alla clonazione terapeutica e alla procreazione medicalmente assistita.

Sara Carnelos