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Il Messaggero Veneto 19-09-2001

I Ds e la politica estera del Friuli: servirebbe una legge costituzionale

«L'idea di Antonione è puro ornamento»

TRIESTE ­ «Apprezzo moltissimo la buona volontà del sottosegretario Antonione quando annuncia di voler proporre al ministro Ruggiero un coordinamento Farnesina-Regioni in materia di rapporti con i paesi esteri, ma il problema di fondo delle regioni, e in misura maggiore di un'area confinaria come il Friuli-Venezia Giulia, è di poter disporre di vere competenze costituzionalmente riconosciute in materia di relazioni internazionali. Fatta questa premessa, il coordinamento di cui parla Antonione non è null'altro che un ornamento aggiuntivo». Lo ha detto il consigliere regionale Lodovico Sonego.

Immagino che il sottosegretario agli esteri Antonione sappia che nella passata legislatura il Parlamento ha già provveduto ad approvare la legge costituzionale di modifica del titolo V della Costituzione, stabilendo fra l'altro che «nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali ad altro Stato...», il che significa che Tondo avrebbe la piena facoltà di discutere e firmare intese con il premier sloveno o croato o austriaco da pari a pari. È in questo modo che si potranno tutelare gli interessi dei cittadini e delle imprese del Friuli-Venezia Giulia nella futura Europa di 520 milioni di abitanti».

«La legge costituzionale sarà oggetto di referendum confermativo il prossimo 7 ottobre e, considerati i suoi contenuti, immagino anche che Antonione e Tondo saranno in prima fila nel dire che bisogna andare a votare e votare sì. Nell'interesse del Friuli-Venezia Giulia. In assenza di conferma della legge costituzionale, Tondo dovrebbe continuare ad accontentarsi di andare a Lubiana al seguito di Ruggiero oppure di recarsi a Bruxelles per incontrare il capo di gabinetto di Prodi». «In questi giorni ­ ricorda la segreteria regionale dei Ds ­ l'ex presidente della giunta regionale, Roberto Antonione, sottosegretario agli esteri del governo di centro-destra, prima si è concesso il lusso di creare forte preoccupazione tra i cittadini e gli amministratori di alcune città italiane (dimenticando il suo ruolo governativo e costringendo poi l'ufficio stampa della Farnesina a intervenire per precisare punti salienti delle sue stesse dichiarazioni e per mettere così le cose nel giusto binario) e successivamente ha rilasciato un'intervista nella quale annuncia un nuovo e importante ruolo delle Regioni in materia di politica estera.

Eppure non si tratta assolutamente di "poteri" assegnati in politica estera alle Regioni, ma molto più semplicemente di un progetto che prevede l'istituzione di un"coordinamento tra il governo e le Regioni in tema di relazioni con i paesi esteri". È noto, come nel caso della nostra Regione, che i poteri in materia di politica estera possono essere assegnati solo con l'intervento legislativo di natura costituzionale che modifichi l'ordinamento dello Stato e le nostre vigenti disposizioni statutarie e a condizione che ci siano la necessaria serietà e la responsabilità per esercitare funzioni così delicate, che coinvolgono l'interesse nazionale ed europeo».