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Il Piccolo 20-04-2002

Gli esponenti del Centrosinistra contestano l'articolo 12 del provvedimento in discussione in aula, chiamando in causa l'assessore Santarossa

«Sanità, è reale il rischio privatizzazione»

Troppi dubbi dietro alle società a capitale misto: chiesto lo stralcio e il ritorno in commissione

TRIESTE - Sparano a zero. Contro la Regione che, «unica in Italia, non è dichiaratamente in grado di applicare la 328, la cosiddetta legge Turco». Contro l'assessore alla Sanità Santarossa, «che prima parla di decisioni da prendere subito e poi quando tutti si aspettavano piani per il Cro di Aviano o il Burlo di Trieste, tira in ballo la questione dei ticket». Infine, contro «i tagli alle strutture ospedaliere, le riforme mai fatte, una Sanità pubblica disastrata quasi ad arte per fare entrare i privati». Ed è proprio quest'ultimo passaggio a inquietare maggiormente l'opposizione di Centrosinistra in Regione. Che, in perfetta sintonia, ha visto nell'articolo 12 della «collegata» alla Finanziaria, come enfatizza il diessino Bruno Zvech, «l'ultimo schiaffo della maggioranza».

Il testo incriminato apre qualcosa di più di uno spiraglio alla costituzione di società a capitale pubblico o privato e alle forme di collaborazione tra strutture del servizio Sanitario regionale. Nell'articolato si parla infatti di «soggetti privati avanti a oggetto compiti diretti di tutela della salute o la fornitura di opere e servizi connessi alla cure e all'assistenza alla persona». In pratica, un vero grimaldello per scardinare la sanità pubblica o, per dirla con Bruna Zorzini Spetic dei Comunisti italiani, «un metodo subdolo per introdurre la privatizzazione e, di fatto, l'importazione del metodo sanitario lombardo».

Il dato peggiora se, come ha fatto il verde Mario Puiatti, si va a guardare il comma successivo, laddove vengono specificate le condizioni necessarie a costituire una società. «Quella norma ha nome e cognome - ha ironizzato Puiatti - lo sanno tutti che è stata fatta ad hoc per la società che sarà chiamata a gestire la macchina "Pet" a Udine, ma così com'è formulata apre spiragli infiniti, si potrà fare di tutto». Il centrosinistra, insomma, apre una vertenza con la giunta Tondo che vuole essere in prima battuta di chiarezza. «Devono spiegarci - sintetizza Zvech - dove vogliono intervenire, in quali forme, se privilegiando l'appalto o la collaborazione e, soprattutto, indicare a chi spetterà il controllo finale». Di qui la proposta di stralciare l'articolo 12 e riportarlo nella sua sede più naturale, che è la commissione. «Non dimentichiamoci - ha sottolineato ancora il diessino - che in sede di conferenza delle Regioni, dove si parla di livelli basiliari di assistenza da garantire, la Regione continua a spiccare per la sua assenza, e che gli stessi alleati, con Castaldo di An in prima linea, hanno manifestato grandi perplessità su quell'articolo».

«Se è per quello - incalza Cristiano Degano della Margherita - anche sulla vicenda legata all'introduzione di un eventuale ticket sulle ricette, il primo a dirsi contrario è stato il forzista Adino Cisilino, paventando il rischio di appesantimenti burocratico-amministrativi. Qualcuno mi deve poi spiegare che senso ha recuperare, con questa gabella, 6-8 milioni di euro quando già si sa che di sola restituzione Irap ne partiranno 14?».

Furio Baldassi