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Il Piccolo 26-09-2001

Varata dal Consiglio regionale la lista dei nominativi chiamati a far parte dell'organismo previsto dalle norme di tutela

Sloveni, fumata bianca sulla «paritetica»

Maggioranza in armonia, Spetic e Clavora indicati quali esponenti del gruppo etnico

TRIESTE - Hanno aspettato, letteralmente, l'ultimo giorno utile. Alla fine, però, il consiglio regionale ha sciolto le (tante) riserve ed eletto i sette componenti - di cui due di lingua slovena - che faranno parte del Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena, come previsto dalla legge di tutela approvata quest' anno dal Parlamento. Gli eletti sono Adriano Ritossa, Milan Koglot, Renzo de' Vidovich, Stefano Pizzin, Livio Furlan, nonchè Ferruccio Clavora e Stojan Spetic per la minoranza slovena.

Dopo mesi di trattative più o meno sotterranee, non si deve segnalare, peraltro, nessuna sorpresa, semmai alcune alchimie politiche che, soprattutto all'interno della coalizione di maggioranza, sono state attivate per accontentare tutti gli alleati. Così, ad esempio, Forza Italia ha rinunciato a uno dei candidati che le spettavano, appiedando quel generale Basile, presidente della Federazione grigioverde, la cui candidatura aveva inquietato non poco gli sloveni, e cedendo l'opzione alll'ancora fresco alleato Molinaro, ex Cpr ora vicino a Democrazia europea di D'Antoni, che ha indicato Milan Koglot. L'altra casella, come si sapeva da tempo, è stata appannaggio di An, col votatissimo Adriano Ritossa, mentre la Lega Nord ha indicato Ferruccio Clavora, cattolico, esponente della minoranza e direttore dell'ente Friuli nel mondo.

Nessuno sgambetto neanche in seno all'opposizione, anche se Rifondazione comunista, per bocca del consigliere Roberto Antonaz ha lamentato l'assenza dalla commissione del suo esponente Aldo Rupel. In realtà ci si è mossi secondo logiche uliviste, e dunque il senatore diessino Milos Budin non ha avuto nessun problema nel farsi più in là e lasciare spazio all'ex senatore ed esponente dei Comunisti italiani Stojan Spetic, che teoricamente, ma solo teoricamente l'ha spuntata in un lotto che comprendeva Ivo Jevnikar dell'Unione slovena, l'anzidetto Aldo Rupel, Rc, Rudi Pavsic, Skgz, Damjan Paulin, Sso, e Jole Namor delle Valli del Natisone. Nei fatti si era capito fin dai primi minuti che il discorso avrebbe coinvolto solo i due «big», Budin e Spetic, appunto.

Eseguita infatti, già nel giugno scorso, la formalità che prevedeva l'indicazione dei tre componenti del Comitato che avrebbero rappresentato gli enti locali (per la cronaca: Andrej Berdon, dell'Unione slovena, Davide Clodic, indipendente di sinistra delle Valli del Natisone e il sindaco di Doberdò, il diessino Mario Laurencic), era ben chiaro, nell'asse trasversale che unisce partiti e associazioni di etnìa slovena, che l'indicazione finale sarebbe stata una partita a due. Del resto, i diessini hanno comunque ottenuto la presenza nell'organismo di Stefano Pizzin, consigliere provinciale a Gorizia, mentre, in perfetta ed equilibrata collaborazione di gruppo, anche la Margherita è riuscita a piazzare un suo esponente, il sindaco di Ronchi Livio Furlan.

Non resta adesso che aspettare la prima riunione, ma le posizioni della Casa delle libertà fanno comunque presumere scintille in vista. Non era stato forse il consigliere regionale e referente triestino di An, Paris Lippi, a parlare qualche tempo fa di una scelta che, nel centrodestra, ha riguardato soprattutto «candidati preparati sulla materia e in grado di controbattere a tesi opposte»?

Furio Baldassi