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Il Piccolo 10-10-2001

Viva attesa per la visita congiunta dei due Capi di Stato a Fiume, Rovigno e Pola che negli auspici dovrebbe chiudere oltre cinquant’anni di contrasti

La minoranza: «Si apre una nuova stagione»

Anche per la Federazione degli esuli la giornata costituisce un «atto di pacificazione»

FIUME - L’attesa per la visita dei Presidenti della Repubblica italiano, Ciampi, e croato Mesic, in Istria è vivissima, in particolare tra i nostri connazionali. «Aspettiamo Ciampi con orgoglio perchè siamo italiani e perchè abbiamo saputo costruire una vita in comune con i croati e con gli altri popoli che vivono in regione», afferma Furio Radin, deputato del gruppo nazionale al Sabor di Zagabria. Secondo Radin i valori che sottolineeranno tutti gli incontri sono «l’italianità e la convivenza».

Maurizio Tremul, presidente della giunta dell’Unione Italiana, sottolinea che si tratta di una visita storica. «E’ la prima volta che i due Capi di Stato di Italia e Croazia visitano insieme l’Istria – rimarca – e questo sancisce la chiusura definitiva, dopo più di mezzo secolo, dei contrasti tra i due Paesi. Non solo, questa visita congiunta mostra che c’è un’attenzione disinteressata e permeata di spirito europeo nei confronti del gruppo nazionale italiano». Secondo Tremul infatti la minoranza italiana «viene vista finalmente come una risorsa che può contribuire all’integrazione della Croazia in Europa e non più come un problema, una causa di divisione». In particolare Tremul ribadisce che la visita congiunta dei due Capi di Stato «apre una nuova stagione perchè servirà a creare un clima nuovo che renderà dopo, tutto più semplice e che prospetta un futuro felice, anche se avviene purtroppo in un momento drammatico per l’umanità, dopo quanto è avvenuto l’11 settembre con gli attacchi terroristici negli Usa». Sulla stessa lunghezza d’onda Guido Brazzoduro, presidente della Federazione delle Associazioni degli esuli, che prenderà la parola a Pola davanti ai due Presidenti. «E’ un atto di pacificazione – dice – con il quale i due Paesi si danno reciprocamente atto del passato. Ognuno ha le sue croci. Un atto che creerà un clima più favorevole a rimuovere gli ostacoli che ci sono ancora nelle relazioni reciproche».

«Certo i Capi di Stato – aggiunge Brazzoduro – non si occupano di faccende pratiche, sono cose di cui si occupano i governi, però il loro incontro introdurrà un clima più favorevole». E che il clima sia in effetti favorevole lo dimostra la soluzione di due importanti questioni riguardanti la minoranza italiana in Croazia. La prima è quella dell’Edit, la casa editrice che cura le pubblicazioni nella nostra lingua, prima fra tutte il quotidiano «La Voce del Popolo», che il governo croato ha «ceduto» all’Unione Italiana, l’istituzione che rappresenta tutto il gruppo nazionale. Superato questo importante passaggio dovranno essere trovate le soluzioni più adatte per rilanciare l’attività editoriale. La seconda questione è quella dello Statuto istriano: è stata infatti avviato il dialogo tra la Regione Istria e il ministero della Giustizia croato per la modifica delle norme contestate tra cui quella riguardante il bilinguismo, che verranno riformulate diversamente, ma senza intaccare la loro sostanza.

Pierluigi Sabatti