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Il Piccolo 22-02-2002

Intanto è definitivamente segnata la sorte di St, società collegata alla concessionaria: chiuderà entro due o tre mesi

Melò da Chisso, pace fatta tra Autovie e Veneto

Oltre al Passante una lunga lista d'opere stradali

TRIESTE - Un incontro chiarificatore, utile a superare le incomprensioni sorte nei mesi scorsi e a pacificare i rapporti tra Autovie Venete e Regione Veneto (e quindi anche tra le due Regioni), quello avvenuto ieri a Venezia tra il presidente della Spa, Dario Melò, e l'assessore veneto alla Viabilità, Renato Chisso, alla presenza dell'amministratore delegato Mauro Avanzini, dei consiglieri di amministrazione, Lucio Leonardelli e Doriano Battistel, e del direttore generale Riccardo Riccardi.

Al Veneto interessano le opere, lo stato di avanzamento di progetti programmati da tempo, come un tratto della terza corsia, i caselli di Alvisopoli e di Meolo, il completamento della A28, ai quali si sommano il Passante di Mestre e la terza corsia sull'intero asse della A4. Si tratta, ha assicurato Dario Melò, di «priorità condivise» comprese nel piano finanziario della Spa a prevalente capitale friul-giuliano, ma che ha tra i soci anche la Regione Veneto, sulle quali il nuovo cda ha impresso una forte accelerazione. Melò rassicura: il piano finanziario già approvato dall'Anas è confermato. Ed è noto che sia Autovie che Autostrade che Venezia-Padova, hanno già provveduto a modificare i rispettivi piani per comprendervi la quota parte del Passante. In sovrappiù Av ha anche calibrato il progetto finanziario per comprendervi la terza corsia da Mestre a Trieste, e l'intervento sul tratto compreso tra la interconnessione tra A4 e A27, di cui è in corso la progettazione definitiva, per la realizzazione di alcuni chilometri di terza corsia e superare uno dei primi «colli di bottiglia» dell'attuale nodo di Mestre. In tre mesi di lavoro Melò è riuscito a licenziare un piano finanziario per interventi infrastrutturali previsti dal 1999, impegnando oltre 500 milioni di euro.

Complessivamente gli investimenti che Autovie ritiene strategici sfiorano il miliardo e mezzo di euro, e si dispiegano sull'asse viario di competenza della concessionaria, che costituisce parte di quella rete infrastrutturale di rilievo europeo che è il Corridoio 5. Ma evidentemente ritiene che anche in altre opere Autovie possa, e voglia, impegnarsi. Fra queste la Pedemontana Veneta e la Romea Commerciale. Pare essere, questa presa di posizione di Melò, una sorta di anticipazione in merito all'Alleanza del Nord, quel progetto di collaborazione tra concessionarie autostradali che intende candidarsi, appunto, per la gestione non solo della rete esistente, ma anche per la realizzazione di interventi che dirotteranno nel Nordest, investimenti per svariati milioni di euro.

In questo quadro di carattere più generale, e strategico, si inseriscono i progetti già definiti di competenza di Autovie, come i caselli di Alvisopoli e Meolo, il raccordo della A4-Alemagna, la bretella di San Donà, Noventa, Callevecchia, i lotti 28 e 29 della A28. Su questo elenco di opere Melò ha ben relazionato, tanto da spingere l'assessore veneto, Renato Chisso, a dichiarare che l'incontro «ha fugato ogni preoccupazione che poteva esserci sul piano finanziario di Autovie. Le opere sono state tutte confermate e finanziate e ora si dà il via alla fase definitiva».

Restando nell'orbita di Autovie, si è svolto ieri anche un altro incontro, in altra sede e di altro tenore. Quello tra i vertici di St e le organizzazioni sindacali, utile a confermare che il destino di Sistemi Telematici è segnato: si procederà alla chiusura nell'arco di 2 o 3 mesi. Parte del personale verrà assorbito da Autovie, parte, si spera, da altre società partecipate dalla regione. E su St pende in Consiglio regionale anche un'interrogazione di Adriano Ritossa (An), il qualche chiede delucidazioni sulla strana operazione finanziaria di cui St è stata oggetto. Rilevata in toto da Autovie l'estate scorsa, con consistente esborso di quattrini, per essere chiusa neanche sei mesi più tardi. Perché? «Non lo so - commenta Luciano Zanotto, presidente della società -. Forse qualcuno lo chiarirà anche a me».

Elena Del Giudice