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Il Piccolo 04-10-2001

ZAGABRIA

Il governo Racan ha comunicato al sottosegretario agli Esteri Antonione la volontà di cominciare a pagare il debito relativo alla ex zona B

Beni, la Croazia versa i soldi ma non restituisce

E’ un allineamento sulle posizioni di Lubiana, però devono ancora essere definite le modalità

La controparte italiana ha presentato una diversa proposta onnicomprensiva per risolvere i problemi aperti tra i due Paesi che dovrà essere valutata

ZAGABRIA - La Croazia pagherà all’Italia i 35 milioni di dollari dovuti per i beni dell’ex zona B in base all’articolo 4 del trattato di Osimo, siglato nel 1975. La determinazione del governo Racan è stata comunicata lunedì sera al sottosegretario agli Esteri, Roberto Antonione, durante la sua visita informale nella capitale croata.

Antonione ha spiegato ieri che l’incontro zagabrese è servito a fare il punto sulle relazioni tra i due Paesi in vista della visita del presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che sarà in Croazia il 9 e il 10 ottobre prossimi. «Abbiamo ragionato su tutte le questioni aperte – afferma Antonione – e in quest’ambito mi è stata comunicata l’intenzione croata di cominciare a versare i 35 milioni di dollari. Io ho preso atto, spiegando che non avevo il mandato per giudicare, anche se noi avevamo proposte diverse...».

Proposte che Antonione, per ragioni di correttezza, non rende pubbliche. Ma, com’è noto, nelle scorse settimane erano emerse varie ipotesi, da quella della restituzione di un villaggio abbandonato in Istria da rivitalizzare ad altre che delineavano la restituzione di beni laddove possibile. Il tutto supportato da sostanziosi aiuti italiani all’economia croata. Ricordando poi che al Parlamento di Zagabria dovrà essere ridiscussa la legge sulle denazionalizzazioni con l’emendomanto del deputato italiano Furio Radin per includere anche gli esuli tra i beneficiari della legge.

E proprio sui criteri della denazionalizzazione che l’Italia ha insistito a Lubiana per far ricomprendere appunto tra i beneficiari anche gli esuli, secondo la «proposta innovativa» elaborata dal ministro degli Esteri, Renato Ruggiero. La premessa è la seguente: in un’ottica europea, distinguere sulla base nazionale tra le vittime degli espropri del periodo titino costituisce una discriminaziona tra cittadini europei (come in futuro saranno pure sloveni e croati), da ciò la logica conseguenza di considerare gli esuli alla stregua degli altri cittadini di questi Paesi, beneficiari del diritto di restituzione o indennizzo.

Però, a quanto sembra da queste ultime notizie Zagabria si sta ponendo sulla stessa linea di Lubiana riguardo alla delicata questione dei beni. In sintesi: la vicenda è chiusa dagli accordi sottoscritti tra i due Paesi. E la volontà espressa di pagare i 35 milioni di dollari va proprio in questa direzione. In proposito va ricordato che Lubiana ha assolto a tutta la sua parte del debito, versandola sul conto di una banca lussemburghese, ma Roma non ha finora toccato un dollaro. Come accennato si tratta del debito globale di 110 milioni di dollari che l’ex Jugoslavia si era assunta con il trattato di Osimo riguardo ai beni della ex zona B, «oggetto di misure di nazionalizzazione o di esproprio o di altri provvedimenti restrittivi da parte delle Autorità militari, civili o locali jugoslave a partire dalla data dell’ingresso delle Forze Armate Jugoslave nel suddetto territorio». Debito ereditato da Slovenia e Croazia all’atto della loro indipendenza su sollecitazione dell’allora ministro degli Esteri italiano, Gianni De Michelis.

Tornando ai colloqui zagabresi, Antonione non dà niente per definitivo: «Io ho portato determinate proposte onnicomprensive – ribadisce –, i croati hanno formulato le loro, affermando comunque che avrebbero dato una risposta alle nostre. Certo che fino alla visita di Ciampi non ci saranno sviluppi». E, sempre riguardo all’incontro nella capitale croata, Antonione ribadisce che anche riguardo al «caso Edit» ha preso atto della volontà di Zagabria di assegnare la casa editrice all’Unione Italiana, poichè «rientra nella positiva iniziativa del governo croato di assegnare a tutte le minoranze etniche le proprie case editrici. Però – aggiunge – mi è stata data assicurazione che prima di prendere qualsiasi iniziativa ci incontreremo e ne discuteremo insieme».

Il sottosegretario approfitta dell’occasione per ribadire che il governo italiano si è detto sempre favorevole a finanziare un piano di rilancio serio della casa editrice e, in chiusura, replica al senatore Camerini (che aveva accusato Antonione e Sgarbi di voler fare una politica clientelare nei confronti della minoranza) dicendo di non aver mai posto la questione sul piano politico. Di non voler valutare nessuno «in base alla tessera».

Pierluigi Sabatti