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Comunicato 27-04-2002

EUTANASIA E LIBERTA' DI CURA

"Il recente dibattito sulla dolce morte è stato provocato dalle reazioni che sono sorte in seguito all'assoluzione del signor Forzatti, che aveva agevolato il decesso della moglie per evitare ulteriori sofferenze, dalla drammatica testimonianza della mamma udinese e dalla legalizzazione della stessa in Olanda. In particolare, l'assoluzione del signor Forzatti mette in evidenza la necessità e l'urgenza di addivemire alla legalizzazione dell'eutanasia.

Su questo punto l'esempio giunge ancora dall'Olanda. Dal primo giugno di quest'anno infatti, i medici che la praticheranno, non saranno più perseguibili, a condizione che il morituro abbia espresso, con anticipo e chiarezza, ancora nel pieno delle facoltà mentali e in un testamento biologico per iscritto, la propria volontà di praticare la dolce morte. E' assolutamente necessaria la presenza di almeno due medici, quello di base ed uno esterno, affinché questi verifichino la serenità e coscienza del testatore, e ne rendano così valide le disposizioni.

In caso di eutanasia non autorizzata, la pena inflitta è di dodici anni. Queste le linee generali della legge olandese, che è stata presa a modello anche da EXIT, associazione che si batte per la legalizzazione della dolce morte anche nel nostro paese. Questa posizione, naturalmente, è appoggiata dai radicali senza alcuna riserva. Le venticinque proposte di iniziativa popolare, per le quali i radicali hanno da poco raccolto le firme, prevedevano anche una legge simile, al fine di difendere, in primis, l'inviolabile autodeterminazione del cittadino e, in secondo luogo, i diritti del paziente.

I radicali, che hanno fiducia e rispetto per l'individuo, sono contrari a tutte le forme di paternalismo, sia che queste vengano dalla Chiesa, che dallo Stato. Un testo specifico delle Edizioni Paoline, esprime la posizione del Papa in merito a questo tema. Vi si legge: "Senza il consenso del malato, l'eutanasia è un omicidio. Il suo consenso ne fa un suicidio. Ciò che è moralmente un delitto non può per nessun pretesto divenire legale." Innanzitutto, speriamo che questa opinione del Papa, rispettabilissima, rimanga tale e non venga elevata a legge, per difendere l'ultimo rimasuglio di laicismo in Italia dalla costante ingerenza vaticana nelle questioni di Stato.

Inoltre, è evidente, che il Papa attribuisce valore all'uomo solo in quanto creatura subordinata, dipendente da Dio, priva di valore intrinseco se emancipata dal Divino. La dignità dell' individuo passa anche attraverso queste drammatiche decisioni, diversamente da chi, impone una visione deresponsabilizzante e umiliante della persona. La proposta dei radicali per la legalizzazione dell'eutanasia muove dalle semplici ragioni che portano ad una maggior stima per l'individuo, ne esaltano sempre la responsabilità e si schierano a favore dell'autodeterminazione del malato e della libertà di cura".

ARIANNA NADALUTTI

RADICALI ITALIANI UDINE