FISCO E PUTTANE

di Walter Mendizza

E' notizia di oggi: "Bocca di rosa" non deve pagare tasse, giacché ciò che si guadagna vendendo le proprie grazie «non può essere considerato reddito». Così ha stabilito la Commissione tributaria di Milano e così sarà finché il Parlamento non disciplinerà «specificamente» la questione. C'era d'aspettarselo. Contraddizioni del genere ormai sono all'ordine del giorno. In un Paese come il nostro dove il peccato è reato, dove la laicità dello stato è costantemente violata, le contraddizioni arrivano da tutte le parti. Ormai viviamo in un perenne Caso Italia. Non c'è nulla di cui sorprendersi. Noi non ci organizziamo, ci arrangiamo. Siamo degli impotenti incapaci di rassegnarsi e non crediamo più a niente perché ne abbiamo viste troppe. Dunque ci arrangiamo e ci rassegniamo: c'è il divieto di sperimentare con gli embrioni? Boh e chissenefrega? Andremo in Svizzera o in Austria o in Slovenia dove le cliniche nascono come funghi per riceverci. E quelli che non possono? C... loro! Dobbiamo buttare in cesso i nostri 30 mila embrioni congelati? Vabbé l'importante è che non si facciano esperimenti su questi "bambini" chè sarebbe non etico. Ma in realtà gli esperimenti continuano a farsi ma con embrioni importati? Mah! Basta che non siano "bambini" italiani... Oppure: non abbiamo più energia elettrica? Chissenefrega, la importiamo dalla Francia. L'importante è che le centrali nucleari non le facciano qui. Le galere fanno schifo? I detenuti sono ammassati come sardine? Così imparano a commettere reati. Ma i veri reati sono quelli del caso Cirio o Parmalat... come mai Tanzi se ne va in giro?

L'elenco potrebbe continuare all'infinito. Un paese cinico e pavido. Con l'amnistia abbiamo dimostrato tutta la nostra povertà di spirito: profani, superbi e boriosi tiranneggiati dal cinismo più abbietto. Ma con la professione più antica del mondo, ci siamo sbizzarriti. Il Fisco, che è incapace di scovare gli evasori, ha raggiunto l'apice dell'indecenza prendendosela con una meretrice. Ma gli è andata male: siccome in Italia fare la puttana (nel senso di mercificare il proprio corpo dunque vale anche per gli uomini) non è reato, e siccome si pagano le tasse sui redditi leciti ed illeciti, i redditi riguardanti la mercificazione del proprio corpo non sono né leciti né illeciti, dunque niente tasse. Così, tutti abbiamo sorriso e magari fatto anche il gesto dell'ombrello alla famigerata Agenzia delle entrate che aveva spedito due cartelle esattoriali alla lucciola di Milano invitandola a pagare quasi 200mila euro tra tasse e sanzioni per i redditi non dichiarati.

L'elenco dei beni accumulati dalla nostra eroina meretrice in 20 anni di onorato lavoro sono di tutto rispetto: un appartamento lussuoso di 130 metri quadri in pieno centro a Milano, altri due monolocali a poca distanza, due abitazioni di tre vani a Corsico e una a Baggio e l'auto naturalmente. L'Agenzia delle entrate scoprì che la donna non aveva mai fatto una dichiarazione dei redditi. Ci viene da sorridere pensando al funzionario che magari le chiedeva del 740 mentre la testa della signora andava all'ora degli appuntamenti... alle 7 e 40!

L'errore del Fisco è stato quello di sostenere che quel patrimonio proveniva da una attività illecita. Posto che la legge stabilisce che va tassato anche il reddito proveniente da attività illecite, la donna doveva pagare. Invece qui sta il busillis, la prostituzione non è né lecita né illecita. Sono puniti, giustamente, lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione, ma non la prostituzione in sé. Dunque anche le puttane sono un Caso Italia. Appartengono al limbo. Come gli embrioni congelati. Come l'energia elettrica che proviene da centrali nucleari ma prodotta altrove. Come l'amnistia. Come la legge Fini sulla droga. Una sorta di terra di nessuno dove l'italiano o mette la testa nella sabbia o per superare tutti questi impedimenti, impara ad arrangiarsi, con tanto di cappello, alla nostra eroina puttana. Perché tanto studiare? A cosa serve? Lasciamo che siano i cinesi a studiare, a farsi un mazzo tanto... ora tocca a loro tirare il mondo. Noi siamo ormai andati oltre la decadenza. Ci siamo messi a sedere e abbiamo imparato a vivere nel limbo, non siamo né carne né pesce. Né acqua né terra. L'anfibio come modello di vita. Del resto da quando nel '58 la legge Merlin eliminò le case chiuse (il pallino fisso di Indro Montanelli che se ne dolse per tutta la vita), in Italia periodicamente si discute su come intervenire, ma senza risultati.

E non può essere altrimenti perché la cosa viene da lontano: era con il suo primo rapporto sessuale con una donna, che il maschio della Roma antica attestava il proprio ingresso nella maggiore età. Per la mentalità del macho latino, il soddisfacimento dei piaceri fisici era una condizione indispensabile per garantire la stabilità della struttura sociale. Nel mondo romano la prostituzione era praticata solo nei bordelli (lupanari), che per la loro innegabile funzione sociale erano posti sotto la tutela e il controllo dello Stato. Erano situati fuori città o in zone urbane accessibili solo da chi volesse frequentarli. Un po' come avviene oggi in molte città europee. Le inquiline dei lupanari erano regolarmente registrate e adottavano un fittizio nome di battaglia. Si calcola che quella volta ci fossero a Roma poco più di 30 mila prostitute, che ovviamente guadagnavano poco. Ma la cosa più sorprendente è che ciononostante venivano anche tassate: fu Caligola a vedere nella prostituzione un buon affare per lo Stato facendone un settore d'interesse per il fisco.

Ecco, qui volevo arrivare. Già nei tempi dell'antica Roma, lo Stato tassava le meretrici. Nonostante queste fossero schiave o appartenessero ai ceti più miseri (anche se non era infrequente trovarsi a letto con una d'alto rango, sotto falso nome, come si dice dell'irrefrenabile Messalina, moglie dell'imperatore Claudio), almeno nell'antica Roma le puttane avevano dignità fiscale. Perché non le tassiamo oggi? Per quel cinismo che fa sì che il fenomeno che non si vuole vedere, non esiste. Per lo stesso cinismo borioso che fa votare no al divorzio nonostante quelli che votano siano quasi tutti divorziati. Quel cinismo pavido avuto con gli embrioni o quello abbietto avuto sull'amnistia. Il cinismo che ci tiranneggia e che dovrebbe invece farci vergognare.

Il comportamento è uno specchio dove ognuno riflette la propria immagine. Facciamo che la prostituzione sia libera ed acquisti dignità sociale. Perché tutti ci prostituiamo ogni giorno, prostituirsi è anche vendere il proprio cervello, il proprio talento, il proprio tempo. Che differenza c'è tra vendere la propria immagine o il proprio corpo? Non è la stessa cosa? Eppure il nostro cinismo ci fa affibbiare appellativi impietosi a questa professione. Sì, perché puttana viene dal verbo latino putere, puzzare, così come troia è un termine spregiativo che fa riferimento alla femmina del porco e troiaio è il porcile per indicare quel luogo fetido e lurido dove le malcapitate si prostituiscono.

La Rosa nel Pugno potrebbe dire molto su questo fronte. Tuttavia ci rendiamo conto che non è il caso di aggiungere altra carne al fuoco. Già è molto difficile stare obtorto collo in uno schieramento dove siamo percepiti come una scelta maledetta da compiere con la pistola alla tempia in una sorta di roulette russa. Anche se non è frontale l'opposizione a ciascuno dei nostri progetti, è chiaro che non tutti i 31 punti di Fiuggi fanno parte del Dna del centrosinistra. Perciò il discorso sulla prostituzione che è venuto alla ribalta con il caso dell'Agenzia delle Entrate che ha spedito le improvvide cartelle alla lucciola, non può essere fatto a livello nazionale se non si è intimamente convinti. Un discorso sulla prostituzione può e deve essere fatto a livello locale laddove ce ne siano le condizioni. Il livello nazionale rischierebbe un suo differimento in un'epoca ancora di là da venire, un confinamento a una dimensione temporale remota e non impegnativa che non può essere accettato dai rosapugnisti.

Un modo per ridimensionare molti problemi con lo schieramento di appartenenza è quello di portare gran parte delle problematiche non condivise, a livello locale. Mettendo qua e là un seme e poi si vedràŠ "se son rose, fioriranno". Invece, non vorremmo che per dover stare a tutti i costi in uno schieramento così cinico, la Rosa nel Pugno, vergognandosi, debba abbassare i petali.


Walter Mendizza 15/01/2006