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Il Messaggero Veneto 19-10-2001

Il neocoordinatore nazionale di Forza Italia parla dei suoi programmi e annuncia il suo primo atto

«Organizzerò la marcia pro Usa»

Antonione: Berlusconi mi ha scelto come "uomo nuovo'. Addio al sottosegretariato?

TRIESTE ­ «Uno dei primi incarichi sarà l'organizzazione della marcia a sostegno degli Stati Uniti e contro il terrorismo: la promuoveremo a Roma il 10 novembre». A ventiquattr'ore dalla nomina a coordinatore nazionale di Forza Italia, e a poche ore dall'insediamento, Roberto Antonione è già entrato nel pieno della sua nuova funzione. Un incarico prestigioso, ma anche molto impegnativo, e che, probabilmente, lo strapperà dal pur recente compito di sottosegretario agli Esteri. «Non c'è ancora nessuna decisione ufficiale» dice dal suo nuovo ufficio romano nella sede di Forza Italia.

«Queste sono decisioni che vanno prese con estrema calma. È chiaro che su questo dovrò fare dei ragionamenti con Berlusconi, e anche con lo stesso ministro Ruggiero». «Non c'è incompatibilità, - aggiunge il neo-coordinatore del partito azzurro -; quindi bisognerà decidere guardando agli impegni: voglio valutare quanto tempo dovrò impiegare nel seguire entrambe le cose. Sto affrontando questa nuova situazione come ho sempre fatto: con calma, cercando di orientarmi e di capire l'entità degli impegni. Quando avrò fatto questa ricognizione prenderò una decisione. Ora non devo fare dichiarazioni, devo solo lavorare».

Non sarà una scelta facile: Antonione, che anche ieri pomeriggio ha incontrato il presidente del consiglio Berlusconi, non nasconde l'entusiasmo per l'attività alla Farnesina: «La politica estera è affascinate, ma bisogna anche dire che il nuovo ruolo è un incarico di grande prestigio. Nessun rimpianto: sono tali e tanti gli stimoli, ora, che ho solo il tempo di concentrarmi su quello che ho da fare». Antonione non vuole indicare la ragione che gli ha permesso di giungere alla massima carica nel partito, dopo Berlusconi: «Quando il Premier mi ha convocato per parlarmi della cosa, mi ha detto che sul mio nome c'erano state molte convergenze, un po' in tutto il partito. Questa nomina è il risultato di una serie di fattori che si sono sovrapposti negli ultimi giorni».

Il neo coordinatore azzurro non si sbilancia sulle tante ipotesi avanzate riguardo i motivi che lo hanno portato così in alto: è un uomo senza legami con i partiti tradizionali della Prima Repubblica, ma non è l'unico "uomo nuovo" nel partito, ricorda. Antonione glissa anche sil la definizione di "uomo di centro": «Sinceramente ho delle difficoltà ha parlare ancora di destra e di sinistra: il mondo è cambiato, e ora certe cose, tradizionalmente appartenenti alla destra, le fa la sinistra, e viceversa. Diciamo che sono un moderato, uno che non crede di avere la verità in tasca, che cerca di imparare dai sui errori».

Sulle ragioni della nomina di Roberto Antonione a coordinatore nazionale, si sbilanciano un po' di piú due suoi vecchi compagni di battaglia in consiglio regionale, i deputati azzurri Ferruccio Saro ed Ettore Romoli. «L'ipotesi circolava da qualche giorno - racconta Saro -, e non posso che essere contento della sua nomina. Si tratta di un uomo che non ha nemici nel partito, uno al di sopra delle parti. In queste cose si considerano un sacco di fattori, anche quelli territoriali, e in questa serie di considerazioni è emerso il suo nome. Non credo che la definizione di uomo di centro abbia influito, - aggiunge - anche perché sinceramente non vedo divisioni fra destra e sinistra all'interno di Forza Italia, e quindi non c'era alcun baricentro da spostare».

«È un amico - commenta Ettore Romoli -, e anche il fatto che venga dalla nostra regione è positivo. Si tratta di una personalità che gode della fiducia di tutti, e che quindi contribuisce all'equilibrio interno del partito. Certamente hanno influito anche le sue doti di mediatore: non dimentichiamo che è stato il primo a fare un accordo di governo con la Lega quando era presidente della giunta regionale». No comment invece sulle possibili dimissioni dall'incarico di governo: «Dipende da lui, e da Berlusconi», hanno risposto entrambi, sottolineando però il prestigio dell'incarico appena conquistato dal senatore triestino.

Alessandro Martegani