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Il Messaggero Veneto 06-09-2001

Lavoratori, lo statuto e le “mele marce”

Leggendo il Messaggero Veneto ho conosciuto la dichiarazione del presidente regionale dell’Assindustria del Friuli-Venezia Giulia, cavalier Pittini. Linguaggio, pensiero e rivendicazioni nette e precise a sostegno delle tesi espresse recentemente dal governatore della Banca d’Italia, per quanto riguarda lo Statuto dei diritti dei lavoratori e in particolare sull’ articolo 18. Per il cavaliere di Osoppo bisogna eliminare questo articolo 18 e conseguentemente le “mele marce” dalle aziende. Per Pittini, uomo che dovrebbe essere di sicuri sani principi, con un’altrettanta sicura mentalità da “vecchio padrone”, gli operai, i tecnici e gli impiegati non disponibili a piegare la schiena, a rinunciare a rivendicare i propri diritti o a dipendere dalla sua volontà sono semplicemente delle “mele marce”!

Credo sia questo il vero nodo del contendere sul piano dei diritti costituzionali, sindacali e politici, dopo la vittoria del centro destra in Italia: Berlusconi, in campagna elettorale aveva parlato chiaro, soprattutto davanti alla platea dell’assemblea nazionale dell’Assindustria, a Parma, ora lor signori passano all’incasso. Ricordate, Berlusconi rivolgendosi al presidente degli industriali, D’Amato, disse: «Essendo il tuo programma uguale al mio, tu prendi il mio posto e io (Berlusconi) ritorno a fare l’ imprenditore».

Colpire diritti e conquiste teorizzando la modernità, gli investimenti, la competitività e lo sviluppo quali nuove e uniche politiche sindacali sembra essere la nuova moda. Così non essere secondi a nessuno sembra essere la nuova parola d’ordine del presidente Pittini. Non essere secondi al governo, con il quale sta avanzando un tasso di autoritarismo repressivo che cerca soprattutto di colpire al cuore il mondo del lavoro e del sapere. Stiamo vivendo un periodo di grandi e radicali trasformazioni e di grandi ingiustizie, che anche la sinistra stenta ancora a capire e interpretare. È venuta avanti e si è affermata una tecnologia ricca di strade nuove per la comunicazione, l’apprendimento, il divertimento e il lavoro.

Questa nuova realtà al cavaliere di Osoppo e all’ingegner Valduga, pare non interessare molto. Anche il sistema impresa, sicuramente, come tutti, si trova di fronte a nuove e radicali sfide. Credo si tratti di cercare di dare una risposta, oggi, ai problemi posti dalle nuove forme di lavoro, che le imprese incontreranno e che, appunto, possono essere affrontati e risolti in due modi. Con le minacce del licenziamento individuale in qualsiasi momento, oppure con una politica che punti a quella che si chiama, in gergo, una flessibilità interna, contrattata, prima di tutto.

Il mondo del lavoro e dei nuovi lavori ha sicuramente bisogno di un più avanzato Statuto per tutti e di tutti i lavoratori e un nuovo sistema di cittadinanza del lavoro. Noi Ds, partito pluralista che si ispira e si richiama agli ideali del Socialismo europeo, impegnati nella costruzione di un forte e vincente Ulivo, con i prossimi congressi provinciali e regionale compiremo una rigorosa analisi sui complessi temi del lavoro e non contro il sistema delle imprese. Valori, ideali, interessi per una vera e coerente forza riformista non devono essere proclamati, ma costruiti con una salda base culturale e di saperi, al cui centro deve sempre stare il valore del lavoro.

Area regionale della sinistra Ds