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Il Piccolo 13-10-2001

SPALATO
Drammatica testimonianza di un ex graduato della polizia militare su quanto avveniva nella caserma «Lora»

La base della Marina era un vero lager

Le torture furono denunciate al presidente Tudjman e l'ufficiale venne radiato

SPALATO - Persone stese sul pavimento nella semioscurità, sanguinolente e gonfie per le percosse, altre con lingue e orecchie mozzate, altre ancora cui erano stati cavati gli occhi mentre nelle stanze erano evidenti i segni delle torture e delle sevizie, assieme agli strumenti usati dai boia: questa la choccante testimonianza fornita al giudice istruttore del Tribunale conteale di Spalato da un ex ufficiale della polizia militare, Mario Barisic, da Sebenico, sul cosiddetto «caso Lora», ossia quello della ex base della Marina presso Spalato, durante i primi anni della guerra in Croazia trasformata in carcere militare. Una testimonianza che difficilmente potrà essere confutata dagli avvocati degli otto indagati (uno latitante) per crimini di guerra contro ex prigionieri e civili.

Nel 1992 Barisic, in qualità di addetto alla Sezione criminalità del 72.o reparto della polizia militare, era stato inviato a Lora per verificare la situazione nel carcere e redigere un rapporto. La sua prima visita avvenne nell'aprile del '92, quando ebbe prova delle efferatezze perpetrate nel famigerato Padiglione C del carcere (il «padiglione della morte», in cui chi vi veniva avviato era senza speranza, e dove dei detenuti non c'era alcuna evidenza). Né allora né durante le visite successive gli aguzzini si fecero scrupolo di nascondere le tracce dei misfatti.

Nel rapporto che redasse subito dopo i sopralluoghi denunciò dettagliatamente quanto aveva riscontrato, ma la prima versione sparì misteriosamente dalla sua scrivania. Ne compilò pertanto una seconda, che fece pervenire a tutti i superiori, fino ai massimi responsabili militari. Non solo: nell'aprile dell'anno successivo Barisic ebbe modo di denunciare i misfatti di Lora personalmente al defunto presidente Tudjman. Ne seguì una riunione del Consiglio nazionale di sicurezza e la creazione di un fiduciariato «ad hoc» con l'incarico di occuparsi del problema. Il risultato fu la radiazione di Barisic dalle file dell'esercito.

Sempre in merito al procedimento istruttorio legato ai crimini di Lora, da segnalare anche un fatto inquietante, avvenuto martedì nei corridoi del Palazzo di Giustizia a Spalato. Un teste d'accusa, Miloslav Katalin (uno dei «civili scomodi» internati nel '92 nel carcere militare e miracolosamente sopravvissuto, sia pure con gravi menomazioni fisiche e psichiche), è stato sottoposto a pesanti minacce e insulti da parte di un gruppo di energumeni: con ogni probabilità parenti, amici o «collaboratori» dei boia sotto accusa.

Katalin era in attesa di essere chiamato a deporre dal giudice istruttore quando è stato tirato a forza in un angolo di corridoio, minacciato e addirittura fotografato dai suoi «sequestratori». Dopodiché, rilasciato, si è rifiutato di fornire la sua testimonianza. Durante l'accaduto in tutto l'edificio del Tribunale c'erano solo due agenti della polizia giudiziaria, occupati a controllare l'ingresso. Solo nei giorni successivi il servizio di sorveglianza è stato rafforzato. Della banda di energumeni, naturalmente, nessuna traccia, anche se non dovrebbe essere molto arduo identificarli. Sempreché il Katalin abbia l'ardire di riconoscerli.

Scene spaventose: ad alcuni prigionieri erano state mozzate lingua e orecchie, ad altri erano stati cavati gli occhi. In tribunale un teste è stato minacciato