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Il Piccolo 22-02-2002

INFLAZIONE La proiezione annua evidenzia nel capoluogo giuliano un aumento dei prezzi pari al 3,2%

Trieste è la città più cara d'Italia

Il costo del parrucchiere tra le spese maggiormente cresciute. Salgono gli alimentari

TRIESTE - Inflazione, anche a febbraio Trieste balza in testa alle classifiche nazionali. Il capoluogo regionale registra un aumento del 3,2% dei prezzi al consumo nell'ultimo anno, dato che proietta la città in vetta alla classifica di settore, davanti ad Ancona e Venezia, attestate sul 3,1% e a Genova (2,9%). Staccate tutte le altre. Trieste è seconda invece nella graduatoria che mette in fila le città campione in base agli aumenti dell'ultimo mese: 0,6% l'aumento dei prezzi nel capoluogo giuliano, 0,9% quello registrato a Venezia. Ma l'analisi complessiva dei due indici, quello tendenziale relativo al raffronto annuo e quello congiunturale su base mensile, permette di dare questa lettura: le città come Venezia, che evidenziano un balzo dei prezzi negli ultimi trenta giorni, evidentemente sono riuscite a contenere questa tendenza, nei mesi passati, meglio che a Trieste. E non scherza neppure Udine: i prezzi a febbraio sono saliti dello 0,6%, i maggiori aumenti nei trasporti, negli «alberghi, ristoranti, pubblici esercizi»; ma a livello annuo il tasso è del 2,4%.

A confermare che sulle acque del golfo triestino si specchia l'inflazione più pesante del Paese c'è pure un altro elemento: il settore che fa registrare gli aumenti più spiccati è quello generico, denominato «altri beni e servizi»; tradotto questo fattore sta a testimoniare che la tendenza al rialzo è diffusa. Si va dall'aumento della messa in piega (+10,7%), alla pulizia dell'orologio (+10,1%), dal taglio dei capelli per l'uomo (+8,5%), al costo dell'orologio (+6,8%), dal passeggino (+4,6%), alla fede in oro (+3,3%).

Va anche aggiunto però che tutti i settori, con l'unica eccezione rappresentata dal comparto delle comunicazioni (-0,4% il dato congiunturale, -1,8% quello tendenziale), si presentano con il segno più. Detto del settore «altri beni e servizi» (+1,7%), va aggiunto quello dei trasporti (+1,5%), se si rimane nella colonna degli aumenti congiunturali. Si parte dal +5,3% dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche, per passare al +5% dell'abbigliamento e calzature, al +4,5% degli «altri beni e servizi»", al 3,9% della «ricreazione, spettacoli e cultura», per finire al 3,7% degli alberghi, ristoranti e pubblici esercizi se si esaminano i valori tendenziali. Ed è l'automobile che si presenta come il più caro oggetto del desiderio a febbraio. Per acquistarne una estera si spende l'1,9% in più rispetto a gennaio, il 2,5% se è italiana, l'8,1% per sostituire le pastiglie dei freni, il 7,3% per cambiare la cinghia.

Ugo Salvini