LA SCONFITTA DELLA DEMOCRAZIA


Il Piccolo del 22 maggio u.s. ospita una lettera del sig. Armando Fregonese intitolata " Fecondazione, la sconfitta è colpa dell'astensionismo".

L'articolo analizza l'esito del referendum di un anno fa: l'astensionismo sarebbe la causa della sconfitta desiderata dal sig. Fregonese per il quale " almeno il 40% degli aventi diritto hanno votato contro rimanendo a casa". Tale voto (!) contrario sarebbe stato provocato "nel merito della spiegazione" dalle "bordate d'insulti contro il cardinale (Ruini), la Chiesa, i cattolici, il clero, il Vaticano, i catto-comunisti" sparati dai socialisti di Borselli e dai radicali i quali "hanno sostenuto, con ostinazione, di abrogare il Concordato, l'otto per mille alla Chiesa; hanno pure perorato l'eutanasia e sostenuto la riprovevole facoltà di adottare figli per le coppie omosessuali". " Ulteriori argomenti " blaterati con pertinacia" sono "la soppressione dell'ora di religione e dei finanziamenti alle scuole private gestite dagli ordini religiosi." " Per ragioni di spazio" il sig. Fregonese si ferma qui per aggiungere comunque che i radicali-boselliani non farebbero cenno riguardo l'economia, debito pubblico, disoccupazione, precarietà, flessibilità, lavoro nero, scuola, ricerca, fonti energetiche, sanità e di tanti altri settori.

E' vero, un anno fa c'è stata una sconfitta: a) della democrazia b) dell'art. 75 della Costituzione, il referendum c) dell'informazione ai cittadini.

Della democrazia, perché essa si fonda sulla espressione libera della parola e del voto. Ce lo dimentichiamo spesso, ma si è morti e si muore per questa straordinaria libertà . Ma in Italia, a quanto pare e quando comoda, si vota "rimanendo a casa".

Della Costituzione, art. 75, perché la democrazia è partecipazione che si realizza insieme sulla base di regole condivise non nella solitudine delle proprie identità. Se il sì non ha avuto la forza di raccogliere il 50% + uno dei consensi, neppure l'iperbolica schiera del 40% immaginata dal sig. Fregonese potrà mai un domani a parti invertite sostenere da sola alcunché.

Dell'informazione ai cittadini. Anche Lei, sig. Fregonese, è vittima di quest'informazione che non si fa scrupolo di dedicare decine di pagine al destino di Lippi in nazionale ma che a Lei lascia " per ragioni di spazio" solo la possibilità di formulare un frettoloso elenco di argomenti, tutti importanti, ma dei quali nemmeno uno è attinente al referendum: a dimostrazione che quest'informazione, caro sig. Armando, l'ha obbligata a restare a casa perché schierato a priori per una parte e non per qualcosa. Ci scriva, sig. Armando, all'indirizzo mail sottostante o consulti i siti Internet www.radicali.it, www.radicalifvg.it, www.rosanelpugno.it, www.welfaretowork.biz, e troverà tutto quello che i radical-socialisti non avrebbero mai detto e potrà trovare ragioni per confermare o smentire da sé le sue tesi.

Inoltre le posizioni politiche e morali delle gerarchie ecclesiastiche non sono mai state insultate, anzi dovunque nel mondo i cattolici sono perseguitati dai regimi totalitari hanno sempre trovato nelle battaglie del partito radicale transnazionale l'estremo difensore all'interno delle Nazioni Unite, dove è stato portavoce dei sacrosanti diritti di tutte le minoranze come nel caso dei Montagnard in Vietnam e Laos. Ci siamo battuti costantemente per affermare il diritto di chi non la pensa come noi di poter esercitare liberamente l'attività di culto e di pensiero e il dovere degli stati di riconoscere gruppi o persone ad organizzarsi e vivere secondo le proprie convinzioni.

Gli stessi principi che ci siamo sempre augurati potessero essere riconosciuti in Italia, anche a chi ha deciso di fare scelte diverse in campo di eutanasia, fecondazione assistita o ricerca scientifica. La legge 40 ha invece impedito, a partire da considerazioni etico-religiose a chi cattolico non è, di poter liberamente vivere secondo altre credenze.

Ma soprattutto, ai tanti sig. Fregonese proponiamo di vincere insieme la battaglia per una democrazia autentica fondata sul dialogo diretto tra i cittadini. Cogliamo quest'occasione per chiedere al Vescovo di Trieste, a tutti i parroci della città, a tutti i cattolici d'incontrarvi nelle vostre parrocchie per una serie d'incontri pubblici in cui si possa parlare di quanto è sistematicamente silenziato.

Cristo è "rimasto a casa"? Siete disposti ad uscire fuori per convertire i peccatori?


Marco Gentili

Trieste 29 maggio 2006