Riforme vere contro i costi della politica

Da "Il Gazzettino" - Lettere - 07/02/2007

Il procuratore generale della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia, Giovanni De Luca ha messo in luce solo una parte delle irregolarità che caratterizzano enti pubblici e le varie partecipate. In questi ultimi mesi i radicali, ritornati in parlamento dopo un'assenza decennale, hanno presentato un testo di legge che mira alla riduzione degli sprechi e dei costi impropri della politica, delle istituzioni, delle pubbliche amministrazioni.

Il testo di legge presentato dall'on. Sergio D'Elia tocca solo alcune isole dei costi della politica nel mare magnum di sprechi, privilegi e spese ingiustificabili che rimandano direttamente all'interesse dei partiti di acquisire nuove clientele e consolidare la rete di consenso elettorale. Con questa proposta si pone mano anche alla modifica della legge approvata all'inizio del 2006 sui cosiddetti rimborsi elettorali, l'ultima odiosa versione del finanziamento pubblico ai partiti contro cui i radicali combattono dal 1977 e hanno vinto, nel 1993, con il 90,3\% dei voti degli italiani, un referendum poi tradito con leggi truffa approvate di notte dal partito unico del finanziamento pubblico, che ha sempre unito tutti in Parlamento, destra, centro e sinistra.

L'obiettivo di liberalizzare e modernizzare il paese non può essere perseguito (soltanto) attraverso i tagli e gli equilibri di bilancio, ma cercando pulizia amministrativa, efficienza, competitività di sistema. Anche in Friuli Venezia Giulia proporremo un analogo progetto per rendere più trasparenti le amministrazioni pubbliche e le società miste partendo da semplici ma efficaci innovazioni, come ad esempio il controllo del denaro sperperato per motivi clientelari : il gettone di presenza deve essere corrisposto solo per le sedute che siano validamente tenute e solo ai componenti che abbiano partecipano ad almeno un terzo delle votazioni medesime.

Non possono essere cumulati più gettoni per una stessa giornata di riunione. Vanno limitate le costituzioni di società miste a partecipazione pubblico-privato da parte della regione ed enti locali per le sole attività strettamente strumentali alla vita dell'ente o comunque necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali.

Come dimostrano le informazioni apprese ieri dalla cura dell'interesse pubblico attraverso l'organizzazione e gli uffici dell'ente locale, eventualmente ricorrendo al mercato per quanto necessario attraverso normali meccanismi di gara, oggi si è passati all'istituzione, invece, di società miste ad hoc con la gestione clientelare del potere politico-amministrativo, perchè gli organi di governo delle società miste - e i posti di lavoro sono decisi in base a logiche di parrocchia partitica.

Cio che accade oggi è che all'occorrenza, si inventa una nuova società, per accontentare tutti i cespugli di una coalizione. E dunque con le risorse pubbliche si apre la via alla creazione di corpose clientele personali in capo a chi è titolare di un potere politico-amministrativo, o comunque è in grado di incidere sull'esercizio di quel potere. Su questa base desideriamo confrontarci con Riccardo Illy e con la sua coalizione in vista dell'appuntamento elettorale del 2008 delle regionali.

Stefano Santarossa