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Il Piccolo 16-10-2001

L’amministrazione è riuscita a impegnare la stragrande maggioranza dei fondi comunitari 1994-’99 destinati a iniziative di vario genere, andando in netta controtendenza

Regione, spesi per tempo tutti i fondi dell’Ue

Dall’Obiettivo 2 al Piano Interreg la cronaca di una programmazione andata a buon fine

TRIESTE «Ricordo ancora una dichiarazione fatta nel dicembre del '96, al quotidiano »Sole 24 ore«, dall'allora presidente della Giunta regionale, Sergio Cecotti, sulla previsione della capacità di spesa del Friuli-Venezia Giulia in tema di programmi comunitari. Disse che si sarebbe accontentato di un risultato pari ai due terzi dei soldi impegnati; invece abbiamo speso quasi tutto». Chiuso al sesto piano dell'ufficio di via San Francesco il direttore regionale degli affari europei, Giorgio Tessarolo, canta vittoria osservando gli ultimi dati aggiornati.

ATTENDENDO LA CHIUSURA DEL 31 DICEMBRE Alla fine dell'anno tutta la programmazione '94-'99 dovrà essere ultimata e, stando ai numeri (riportati nella tabella qui a fianco e riferiti al 30 giugno 2001) relativi all'impegno di spesa e i pagamenti, la risposta che ne uscirà secondo il responsabile sarà «lusinghiera», posizionando il Friuli-Venezia Giulia in una fascia medio-alta rispetto alle altre regioni italiane. «Vista la particolare formologia del nostro territorio - sottolinea Tessarolo - siamo la Regione con più programmi. Qui c'è di tutto: dalla montagna al mare, dalle caserme dismesse agli incentivi per le zone di confine. Risultati importanti, ottenuti nonostante fossimo in sostanza alla nostra prima esperienza, rispetto alle altre Regioni, con poi un impoverimento costante dell'apparato». In Italia, secondo i risultati del programma relativo agli anni '88-'93, nel Centro-Sud sono il Molise e la Basilicata (guarda caso le regioni più piccole) a contare sui migliori obiettivi raggiunti. Nel Nord, sempre nello stesso programma pluriennale, c'è invece una situazione sostanzialmente omogenea dove spiccano un gradino sopra le altre Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia.

LE RISORSE MAGGIORI SONO DI STATO E REGIONE Sono molteplici le difficoltà riscontrate in un piano finanziario dove l'Unione europea diventa un innesco dei programmi, ma non risulta determinante nella contribuzione. La maggior parte dei soldi, come si evince dalla tabella, sono dello Stato, seguito dalla Regione e dagli altri (Comune, Provincia, eccetera). Anzi, l'impegno di spesa dei singoli programmi può risultare superiore alla spesa pubblica e, di conseguenza, le percentuali possono superare il 100 per cento per effetto dell'apporto aggiuntivo di fondi da parte della Regione. Il tutto per sopperire alla mortalità dei progetti (fallimenti, rinunce, revoche) che incide tra il 15-20 per cento. «Il programma comunitario - mette le mani avanti Tessarolo - è però il frutto di una sinergia con i privati e gli altri Enti locali. Se questo rapporto viene a mancare il tutto si ripercuote sul singolo programma che, nel caso la Regione non si impegnasse totalmente, sarebbe negativo. Noi la nostra parte pensiamo di farla bene, per gli altri, specie i privati, non possiamo rispondere».

CLASSIFICA E STIMA DEI RISULTATI FINALI Esiste una sorta di graduatoria sulla valutazione delle percentuali raggiunte. «Il 90 è considerato un buon risultato, il 95 ottimo, il 100 per cento è straordinario», sostiene il direttore regionale degli Affari europei illustrando una sorta di stima percentuale che, alla fine dei programmi, si riuscirà a raggiungere. Prendendo il caso dell'Obiettivo 2, triennio '94-'96, andando con ordine, si chiuderà al 97 per cento. «Uno sfalso di 3 miliardi (109,167 di spesa pubblica programmata contro il dato di 106,087 per i pagamenti) imputabile - dice Tessarolo - alla formazione professionale. Oltre a essere partito in ritardo, molti bandi sono andati a vuoto proprio a causa di un'overdose di formazione». Sono i ritardi dei bandi da parte di Bruxelles, avvenuti ad esempio per l'Obiettivo 2, triennio '97-'99 (si sono persi dieci mesi), a ridimensionare tale programma. Non a caso risulta essere indietro con i pagamenti e le speranze restano comunque quelle di toccare il 95 per cento. In linea con i pagamenti anche le varianti dell'Obiettivo 3 e 4, ora accorpati, mentre il 5a relativo all'agricoltura dovrebbe toccare il 100 per cento. «Un risultato facilmente spiegabile - dice Tessarolo - in quanto è da più anni che questo programma viene ripetuto. È insomma ormai collaudato. Come il 5b, passato da croce a delizia, che all'inizio ha scontato una certa fibrillazione politica e l'impreparazione. Se eravamo noi in difficoltà, figuriamoci i Comuni». Il termine ordinatorio e perentorio delle scadenze, in questi programmi, non deve essere infatti confuso. Sul 5b, inoltre, per scelta politica è stato fatto ricadere il docup dovuto per il contributo all'Umbria e le Marche dopo il terremoto. La performance del 100 per cento verrà comunque raggiunta per il reintegro del fondo voluto dalla Regione il 31 dicembre 1998. Si sovrappone al 5b il programma Leader II, stimabile in un risultato finale attorno al 95 per cento, mentre sono tutta un'altra storia i vari tipi di Interreg.

A BRACCETTO CON I PARTNER PER L'INTERREG «Sono programmi più complessi - illustra Tessarolo - in quanto si concorre assieme ad altri partner. Si va avanti o si cade tutti assieme e, nonostante le proroghe di realizzazione, che ovviamente rallentano i pagamenti, ci assesteremo su un soddisfacente 90 per cento». È un progetto piccolo e sperimentale quello denominato Spazio Alpino, che conta su pochi fruitori e oscillerà attorno al 95-100 per cento, mentre il programma Pesca per poco non chiuderà con l'en-plein. «Non si sono potuti impegnare tutti i soldi - spiega Tessarolo - perché anche in questo caso una quota di fondo sociale era legata alla formazione. Una cosa inutile e limitativa vista l'abbondanza di formazione che, non a caso, nella nuova programmazione 2000-2006 è stata tolta». Tutto pronto e già destinato per quanto concerne il Konver, dove i Comuni beneficiari di tali fondi sono stati Spilimbergo (ex Caserma Bevilacqua), Tarcento (ex Caserma Tolentino) e Monfalcone (vari siti militari dismessi). Resider II è invece collegato a un progetto dell'Acegas da realizzare nell'area Ezit di Trieste. «Anche in questo caso - sottolinea Tessarolo - la differenza tra spesa pubblica programmata (4,957) e impegni (12,187) è da spiegare con la scelta politica di tagliare i fondi favorendo così il contributo all'Umbria e Marche colpite dal terremoto. Trattandosi di un'opera pubblica unica si andrà comunque a spendere tutto l'importo assegnato». Così come per il Cadses, formato da progetti di varia natura, che sfioreranno, secondo il direttore regionale degli Affari europei, il 100 per cento del risultato. «All'inizio di novembre saranno disponibili - specifica Tessarolo - i dati relativi al 30 settembre; l'ultimo monitoraggio prima della chiusura che, a causa dell'entrata in vigore dell'euro, verrà anticipata al 28 dicembre». I dati definitivi saranno diramati ai primi di marzo del prossimo anno attraverso una conferenza stampa ufficiale. Nel frattempo, con alcune modifiche e accorpamenti, sono già partiti i nuovi programmi 2000-2006.

Pietro Comelli