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Il Messaggero Veneto 19-02-2002

Venier sollecita il governo a liberalizzare l'ingresso di manodopera dalla Croazia e dall'Europa orientale

Lavoro, chiesti altri 500 extracomunitari

TRIESTE - Alle aziende del Friuli Venezia Giulia non bastano i lavoratori stagionali concessi dal governo; e la regione ne chiede subito almeno altri cinquecento. L'assessore regionale alla formazione e alla cooperazione, Giorgio Venier Romano ha infatti scritto una nota al governo per sollecitare, appunto, 500 lavoratori stagionali in aggiunta alla quota dei mille già assegnati al Friuli Venezia Giulia; e questo, per sopperire alla domanda sempre più pressante che viene dagli imprenditori del settore turistico balneare di Lignano e Grado. La richiesta, partita dagli uffici dell'agenzia regionale dell'impiego, è stata firmata da Venier lunedì scorso e, oltre all'obiettivo di poter assicurare alle aziende friulan-giuliane un numero congruo di stagionali, ovvero lavoratori con un contratto che può variare da sei a nove mesi, intende allargare la base dei paesi di provenienza.

«Ho chiesto al ministro Maroni un irrobustimento della quota di stagionali - spiega Venier - e ho sollecitato i colleghi di giunta Danilo Narduzzi e Sergio Dressi a intervenire rispettivamente con il ministro dell'agricoltura Alemanno, e alle attività produttive Marzano, affinché ci assegnino un contingente aggiuntivo di 500 lavoratori immigrati e l'apertura a tutti i paesi dell'Europa orientale, dalla Croazia alla Serbia, che attualmente sono esclusi.

L'assessore regionale in materia di lavoratori immigrati farà intervenire anche il presidente della giunta Renzo Tondo, presso il suo omologo veneto Giancarlo Galan e i vertici delle province autonome di Trento e Bolzano affinché si faccia fronte comune davanti al governo per spiegare le necessità contingenti in materia di lavoratori stagionali che accomunano l'intero Nord est, caratterizzato, sottolinea Venier Romano, da una rete di piccole imprese con carenza di personale in ruoli decisivi per la produzione e i servizi. L'azione del Friuli-Venezia Giulia - auspica Venier - dovrebbe convincere il governo a concedere l'assegnazione di una sostanziosa quota aggiuntiva al drappello già autorizzato a lavorare in regione, respiro alle aziende e quindi maggiori opportunità di crescita e sviluppo in settori che sono cruciali per la formazione del pil del nostro territorio.

«A cominciare, puntualizza l'assessore, proprio dalle tantissime aziende che operano nel turismo estivo-balneare», come è intuitivo purtroppo non sono molte le richieste che provengono dalle zone montane. Seguono per importanza, in questa sorta di classifica, le proposte di assunzioni nel mondo dell'agricoltura, e al suo interno manca manodopera soprattutto nel comparto vitivivaistico, che si occupa delle cosiddette barbatelle, subito dopo vengono la viticoltura, la frutticoltura e infine l'orticoltura. Le quote di ingresso assegnateci dal governo - conclude - sono purtroppo insufficienti a coprire le richieste delle aziende, e segnano un arretramento rispetto a quelle concesse lo scorso anno, che sono state di 1286 unità, a fronte di circa 1800 domande.

Maria Rita Branca