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Il Messaggero Veneto 20-04-2002

Primo bilancio a tre mesi dall'entrata in vigore delle nuove tariffe per le prestazioni ambulatoriali

Esami medici: sfondato il tetto di spesa

Era stato fissato al 5%, si è arrivati all'8%. Visite specialistiche più care del 7%

UDINE - Le linee generali per la gestione del servizio sanitario in Friuli Venezia Giulia prevedono nel 2002 un aumento medio delle tariffe per le prestazioni ambulatoriali contenuto entro la misura massima del 5%, ma dall'analisi analitica delle più rilevanti tra le oltre 1.500 fattispecie incluse nel prontuario regionale si riscontrano, per diversi esami (alcuni dei quali tra i più prescritti dai medici di base, come quello delle urine, la bilirubina e il colesterolo), ritocchi più consistenti, fino a sfiorare, in taluni casi, l'8%. La visita specialistica, la più comune e diffusa tra le richieste degli assistiti, è passata dalle 41 mila 200 lire del 2001 ai 22,80 euro dell'anno in corso, con una lievitazione del 7,1%.

Gli indirizzi di politica sanitaria assunti dagli attuali amministratori pubblici divergono notevolmente da quelli messi in atto in precedenza. La legge finanziaria Amato di fine Duemila conteneva due indicazioni importanti: l'abolizione dei ticket sulle ricette farmaceutiche e sulla diagnostica, cioè sugli esami di laboratorio e sulle visite specialistiche ambulatoriali. Il primo dei due provvedimenti è entrato in vigore agli inizi del 2001 ed è tuttora efficace, anche se è ormai assodato che, nel volgere di qualche mese, la compartecipazione del cittadino sarà reintrodotta anche nella nostra regione con il pagamento di un euro per ogni ordinazione; il secondo, che doveva avere vigenza con gli inizi di quest'anno, è stato accantonato dall'attuale Governo, che lo ha depennato dalla sua agenda, ed è stato sostituito da una serie di decisioni regionali che prevedono l'adeguamento delle tariffe al fine di contenere la crescita della spesa pubblica.

La Giunta Tondo, con delibera 150 del 22 gennaio 2002, ha approvato il nuovo elenco valido dal primo marzo scorso, con gli aggiornamenti dei ticket il cui ammontare, per le prestazioni più comuni, è riportato nella tabella qui a fianco. L'importo del tetto massimo è stato fissato in 36 euro: tutte le analisi e le visite di importo inferiore vengono pagate per intero; quelle che eccedono tale limite comportano un esborso da parte dell'assistito non superiore a 36 euro. E' prevedibile che, in sede di applicazione delle nuove norme sui Lea (livelli essenziali di assistenza) alcune voci vengano depennate dal prontuario e poste a totale carico del cittadino (in particolare le cure dentarie).

I servizi ambulatoriali erogati dalle strutture pubbliche (o private riconosciute), vale a dire visite specialistiche, diagnostica strumentale (radiografie, ecografie, risonanze, Tac ecc.) e di laboratorio (esami del sangue, delle urine, delle feci e così via), vengono remunerati non più in via forfetaria (come avveniva fino a qualche anno fa) ma a prestazione, cioè in base a una tariffa determinata dalla Regione, al netto della quota di partecipazione posta a carico dell'utente, più nota come ticket. Non tutti i fruitori dei servizi sono trattati allo stesso modo: sussistono condizioni di reddito familiare e altre situazioni soggettive (bambini, grandi invalidi, persone affette da patologie rate, malati oncologici o terminali) che determinano il riconoscimento di agevolazioni nella quota di compartecipazione, fino a prevedere, in alcuni casi, l'esenzione totale da ogni obbligo di pagamento.

Il prontuario delle prestazioni contiene oltre 1.500 fattispecie e viene revisionato annualmente. Nel 2001 la Regione ha deliberato di fissare aumenti medi del 3% (più o meno in linea con l'andamento dell'inflazione); quest'anno invece il rincaro medio è stato del 5%, ma alcuni esami (di importo unitario al di sotto di 36 euro e per questo a totale carico dell'assistito) hanno subito incrementi superiori, del sei, sette, otto, fino a sfiorare il 10 per cento, come si può verificare scorrendo l'accluso elenco, nel quale sono riportate alcune tra le tipologie più diffuse, con l'indicazione delle corrispondenti tariffe, così come si sono andate modificando nel corso degli ultimi tre anni. Va ricordato infine che ogni impegnativa può contenere fino a otto richieste di prestazione, unificate ai fini del ticket (a beneficio dell'utente) a condizione che siano afferenti la stessa patologia. In caso contrario ogni ricetta può includere una sola voce.

La distinzione è importante ai fini dell'applicazione del tetto e, di conseguenza, del calcolo dell'importo dovuto. Ci spieghiamo con un esempio. Si dia il caso di due esami clinici che costano rispettivamente 25 e 30 euro: se sono inseriti in un'unica prescrizione il ticket si ferma al tetto di 36 euro; se sono separati ognuno dei due paga il prezzo pieno, in totale 55 euro. I maggiori introiti ottenuti dall'aumento tariffario dovrebbero essere utilizzati dalla Regione per migliorare i servizi resi ai cittadini, soprattutto con la riduzione dei tempi di attesa, talmente dilatati da costringere molte persone (anche non abbienti) a pagare di tasca propria le prestazioni pur di ottenere la diagnosi in tempi compatibili con la cura delle malattie e la tutela della salute.

Abbondio Bevilacqua