COMUNICATO 20 novembre 2004

Riforma e smilitarizzazione della Guardia di Finanza



Il Movimento dei Finanzieri Democratici accoglie con entusiasmo l'ipotesi di riforma della Guardia di Finanza che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe in animo di porre in essere, così come indicato sul settimanale "Il Mondo" in edicola questa settimana.

Il Corpo, come oggi è strutturato, appare infatti ampiamente sotto utilizzato, e ben difficilmente possono corrispondere a criteri di economicità gli enormi investimenti di denaro pubblico sullo stesso effettuati.

La perdita delle attività nautiche da parte delle "Fiamme Gialle" era già stata ipotizzata, più di un decennio fa, dall'allora senatore e grande esperto di mafie Pino Arlacchi, autorevole docente universitario molto apprezzato anche negli Stati Uniti d'America. Del resto quasi i due terzi dei fondi pubblici destinati alla Guardia di Finanza vengono assorbiti dall'acquisto, dalla ristrutturazione e dalla gestione (inclusi gli stipendi al personale del contingente di mare) dei mezzi aereonavali in dotazione al Corpo.

La Guardia di Finanza così come oggi è strutturata rappresenta una vera e propria anomalia tra le polizie finanziarie europee, l'unica ad essere organizzata militarmente e ad occuparsi delle più svariate mansioni, a volte neppure istituzionali.

Il Corpo, con la sua elefantiaca struttura militare, costa all'Erario (pertanto a tutti i contribuenti) circa 7.000 miliardi delle vecchie lire l'anno.

Pertanto ci auguriamo che il progetto di Silvio Berlusconi (smilitarizzazione compresa) abbia rapido accoglimento, con il consenso trasversale anche di quella componente della Sinistra (Margherita e Democratici di Sinistra) che sempre ha rifiutato di prendere in esame l'ipotesi di riforma del Corpo.

 

Trieste, 20 novembre 2004

                                         

Lorenzo Lorusso
Presidente Nazionale
del Movimento dei Finanzieri Democratici