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Il Messaggero Veneto 09-03-2002

«Il comitato fermerà un pasticcio»

La di Prampero: legge elettorale inaccettabile. Zannier: presidenzialismo

UDINE - «Un moto di civiltà, un soprassalto di dignità». Marisanta di Prampero, già candidata a palazzo d'Aronco per An e Ccd e ora consigliere indipendente che si riconosce tuttavia nel centro destra, bolla come regressiva la proposta di legge voto da lunedì in aula sia sotto il profilo politico, sia istituzionale. «Da un pezzo - argomenta - ci battiamo per consolidare l'autonomia regionale e purtuttavia, senza farci neppure forti delle esperienze altrui, stiamo contraddicendo questa aspirazione e facendo un bel pasticcio. Un comportamento - sottolinea - poco dignitoso nel momento in cui chiediamo aiuto al governo nazionale per ottenere siffatto risultato». È questa la ragione che ha indotto Marisanta di Prampero a sottoscrivere, con docenti e professionisti, l'appello per la formazione di un comitato pro referendum, con l'obiettivo esplicito di mobilitare le varie articolazioni della società civile a favore dell'opzione presidenzialista e contro l'éscamotage dell'"indicazione", sulla quale è incernierata la proposta di legge della maggioranza.

Il consigliere udinese va però oltre la censura "morale". «Se lunedì la maggioranza non ritira il progetto per rielaborarlo - dichiara -; e se al contrario dovesse essere approvata la norma sull'indicazione del presidente, allora porterò i tavolini sulle strade a raccogliere firme». Fa velo, al consigliere, un "pregiudizio" politico? «No, ne va piuttosto del mio impegno civile e culturale per una società migliore». Dalla riflessione politica, che consolida questo convincimento, scaturisce invece il timore che la stabilità di governo venga sostanzialmente messa in mora; e che il "gioco" democratico dell'alternanza, nella distinzione dei ruoli di maggioranza e di opposizione, possa essere ostacolato da una decisione pasticciata».

Sulla scelta presidenzialista non ha dubbi il presidente regionale dell'Api, Alessandro Zannier, che tuttavia precisa di non avere sottoscritto l'appello perché esponente di una categoria che «storicamente ha in politica una posizione di neutralità». La precisazione, importante sul piano formale, non intacca tuttavia le convinzioni personali dell'imprenditore che sottolinea con enfasi il suo personale favore del presidenzialismo. «Sono d'accordo, anche se non mi riconosco - afferma - nella mozione pro referendum in quanto presidente di un'organizzazione sindacale il cui compito primario non è di fare politica ma di tutelare gli interessi della categoria». Questa discrasia è la prova - sostiene Zannier - che il tema è trasversale ai partiti. Ciò nonostante - ribadisce - la raccolta di firme contro la proposta di legge della maggioranza è «un'azione politica».

Un'ultima osservazione Zannier riserva al documento la cui forma dice di non condividere. «Io - spiega - per mentalità sono piuttosto a favore di qualcosa che contro, guardo alla realtà in positivo piuttosto che in negativo, in termini costruttivi piuttosto che di demonizzazione». Insomma, par di capire, Zannier avrebbe gradito una proposta alternativa piuttosto che una critica serrata a un disegno che non è ancora divenuto legge.