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Il Messaggero Veneto 16-09-2001

Si sono detti d'accordo il vicesindaco Tavoschi, il dottor Tirelli, i radicali e, con riserve, Forza Italia. Contrari An e Ds

Sulle case chiuse scoppia la polemica

Le reazioni alla presa di posizione del questore di Udine Francesco Celentano, favorevole alla riapertura

Reazioni immediate alla presa di posizione del questore Francesco Celentano sulla prostituzione. Favorevoli e contrari si sono già schierati. E non manca nemmeno il parere di approvazione di un medico che da anni si occupa della cura e della prevenzione dell'Aids. Facciamo un passo indietro: ecco cosa ha detto ieri il capo della polizia: «Credo che sarebbe auspicabile una revisione della legge 75 del 1958, la cosiddetta legge Merlin. Infatti una seria regolamentazione, che non escluda la riapertura delle case chiuse, consentirebbe da una parte di colpire chi c'è dietro alla prostituzione e dall'altra di esercitare controlli sanitari: durante la mia carriera ho visto troppa gente ammalarsi».

«Riaprire le case chiuse sarebbe una cosa ovvia ­ dichiara il dottor Umberto Tirelli del Cro di Aviano ­ e non si capisce perché non si sia ancora fatto. Non è raro infatti ­ chiarisce ­ che tra eterosessuali adulti il virus hiv si trasmetta attraverso un rapporto non protetto con una prostituta. Se invece, come avviene a esempio a Berlino, ci fossero controlli severi ogni 3-6 mesi, sarebbero le stesse donne, per poter continuare a lavorare, a rifiutare tassativamente i rapporti a rischio. Oggi invece chi è infettata continua a lavorare e non si fa problemi a concedere rapporti senza preservativo».

Anche Italo Tavoschi, vicesindaco di Udine, si dice compiaciuto della proposta del questore Celentano. «La salute pubblica in questo caso viene prima della morale ­ dichiara ­, quindi mi fa piacere che si sia pronunciato chi ha una posizione istituzionale importante. Anzi, mi sembra assurdo che la politica non abbia ancora pensato di rivedere la materia e spero che l'input giunga fino a Roma».

Pure i radicali applaudono il questore, che definiscono "antiproibizionista". «Ha dimostrato di essere innovatore e coraggioso», dice Gianfranco Leonarduzzi. «Infatti ­ continua ­ la legge Merlin non ha fatto che consegnare l'affare della prostituzione, in regime di monopolio, alle organizzazioni criminali».

Appena più cauta, ma sempre favorevole, la posizione di Forza Italia. «Un'ipotesi interessante e avanzata, che va approfondita», commenta il capogruppo in consiglio comunale Roberto Bardini. «Penso si debba arrivare a una regolamentazione del fenomeno ­ prosegue ­: le questioni da affrontare sarebbero molte e inaspettate, perché le esigenze non sono più quelle degli anni 50. Poi a Udine si porrebbe il problema dell'ubicazione: paradossalmente una piccola cittadina si ritroverebbe a dover soddisfare tutta la provincia, come già avveniva in passato. Ma dove trovare gli spazi per un quartiere a luci rosse?».

Le due voci contrarie o perlomeno scettiche sono quelle del diessino Renzo Travanut e di Giovanni Collino di Alleanza nazionale. Il primo si dice «molto colpito da una dichiarazione che giunge proprio da chi dovrebbe far rispettare le leggi e invece propone qualcosa di rivoluzionario rispetto al sistema attuale». «Maggior prevenzione e repressione da parte delle forze dell'ordine, ma una legge più restrittiva sull'immigrazione e una nuova politica sociale più morale». Sono questi invece, secondo il senatore Collino, gli ingredienti giusti per combattere la prostituzione, non certo la riapertura delle case. «I clienti ­ aggiunge ­ dovrebbero capire che avvicinando una prostituta sostengono la criminalità organizzata».

Anna Rosso