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Il Messaggero Veneto 21-10-2001

I radicali: carcere superaffollato

L'eurodeputato Turco visita via Spalato: la situazione non è tra le peggiori

Un giudizio che, senza infamia né lode, promuove il carcere di Udine. E gli fa superare l' "ispezione" dei radicali, guidati dall'europarlamentare Maurizio Turco e dal responsabile regionale Gianfranco Leonarduzzi, a caccia di violazioni dei diritti civili tra i detenuti d'Italia. Radicali che, dal mese prossimo, raccoglieranno le firme per le 25 proposte di legge su liberalizzazione della droga e giustizia, anche tra i detenuti di via Spalato. Si è sorpreso anche Turco, presidente del gruppo di Emma Bonino al Parlamento di Bruxelles, e impegnato in questi mesi nel monitoraggio degli istituti penitenziari italiani, abituato com'è a denunciare giornalmente «gravi carenze, abusi e violazioni ­ dice - nelle galere del nostro paese».

Eppure, alla fine del giro udinese, l'euro-onorevole non si è sentito di bocciare il nostro carcere che, ha detto, «pur affollato, è sicuramente uno dei più dignitosi che ho visto, con un buon rapporto tra detenuti e direzione, con una discreta infermeria e senza problemi religiosi o violenze razziali al suo interno». Affollato perché, secondo i dati forniti dai radicali dopo la visita, «oggi in via Spalato sono rinchiuse 184 persone, di cui 22 sono donne ­ ha spiegato Turco ­ su un tetto di 170 di capienza». Cifre da migliorare, ma «imparagonabili in senso positivo a carceri come quelle romane ­ ha spiegato ­ e buone anche rispetto alla stessa Pordenone, dove l'eccesso è di circa 20 persone su 70». Metà dei detenuti rinchiusi a Udine sono stranieri, alcuni di religione islamica, «ma non mi sono stati segnalati problemi ­ ha continuato Turco ­ mentre manca il lavoro interno, che sarebbe previsto per legge, e uno spazio per i figli dei detenuti, come invece c'è a Trieste, per le visite ai genitori».

L'ispezione radicale è servita anche a lanciare un appello al Parlamento, per una «immediata liberalizzazione delle droghe ­ ha detto Turco ­ il reato più comune anche a Udine, dal quale derivano i fondi su cui si costruisce il terrorismo internazionale». Droga che porta con sé, in questo caso, anche problemi legati all'Aids: «Le condizioni di vita dei sieropositivi, qui ­ ha concluso Turco ­ sono accettabili, così come per i malati di Aids. Sarebbe bene che il Sert fornisse il servizio dall'interno, ma forse Udine ha un carcere troppo piccolo». L'appuntamento per altre verifiche radicali al prossimo anno.

Tommaso Cerno