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Il Messaggero Veneto 23-10-2001

Ogni anno in regione un lavoratore su quattro cambia posto

Moro e Urli (Cisl): è la prova di quanto il mercato sia improntato alla mobilità. Aumentano i contratti a tempo determinato

TRIESTE ­ Altro che statico, come si diceva in passato. Il mercato del lavoro regionale è invece sempre più dinamico: nel primo semestre '99 gli avviamenti al lavoro (che non comprendono i cambiamenti in costanza di rapporto) erano stati 53.510, nel semestre'98 48.337 e nel primo semestre 2001 72.946 con un incremento del 36% sul '99 e del 52% sul '98, numeri incomparabilmente superiori all'incremento degli occupati che pure c'è stato (secondo le rilevazioni dell'Istat a luglio 2001 siamo arrivati a 509.000 occupati contro i 478.000 del luglio '98 con una crescita cospicua dell'8%). È quanto accertato da una ricerca elaborata per conto della Cisl dall'Agenzia regionale per l'impiego, la cui conclusione sovverte una radicata convinzione: ogni anno un lavoratore su 4 cambia lavoro. Univoca la conclusione dei sindacalisti Paolo Moro e Norberto Urli, segretario regionale: «in un mercato del lavoro a basso tasso di disoccupazione e dinamico, la mobilità è forte; e si utilizzano i vari rapporti di lavoro atipici, dentro un quadro significativo di rapporti a tempo indeterminato, valorizzando anche segmenti della forza-lavoro non centrali».

Il grado di mobilità del mercato del lavoro è infatti facilmente verificabile. Se i lavoratori interessati ai movimenti sono stati nel 1º semestre 2001 quasi 60.000; e se i primi 6 mesi dell'anno rappresentano sul mercato poco più del 50% dei movimenti in un anno; se si può stimare ancora che la media degli occupati in Friuli Vg a fine 2001 sarà vicina alle 500.000 unità; è ipotizzabile che i movimenti nel 2001 assommino a 120.000 unità, cioè a circa il 24% degli occupati. Ma altri dati, altrettanto importanti, sono scaturiti dalla ricerca.

Sempre più lavoratori, per esempio, conservano il lavoro. I saldi tra i lavoratori avviati al lavoro e quelli che lo hanno cessato, nei tre anni considerati, sono infatti sempre positivi e crescenti: +10.240 nel 1º semestre '98 pari al 21% degli avviamenti, + 11.335 nel 1º semestre '99 pari al 21% degli avviamenti +21828 nel 1º semestre '01 pari al 30% degli avviamenti. Questo segnala tra l'altro un aumento netto dell'occupazione. Gli avviamenti hanno interessato 59.747 lavoratori, le cessioni 41.544 lavoratori. Il rapporto movimenti/teste è di 120 (100 lavoratori sono stati soggetti a 120 movimenti), più alto per le donne ­ 126 ­ rispetto ai maschi ­ 118 ­ indice di una più elevata mobilità femminile. Le donne rappresentavano il 45% degli avviamenti e il 41% delle cessazioni nel '98; nel 1º semestre '01 rappresentano il 44% e il 45% delle cessazioni. Conseguentemente il saldo femminile è passato dal 56% del '98 al 44% di oggi. Vuol dire che i maschi conservano di più il lavoro.

La ricerca della Cisl ha accertato anche la tenuta dei contratti a tempo indeterminato, unitamente all'aumento del tempo determinato. Passando ad analizzare i vari tipi di avviamento si scopre un primo dato interessante: il 40% delle assunzioni avviene a tempo indeterminato, il 51% a tempo determinato, il 9% con contratti cal. a causa mista (contratto di formazione lavoro e apprendistato). Ma il tempo indeterminato rappresenta il 44% delle assunzioni maschili e solo il 35% di quelle femminili; di concerso, il tempo determinato rappresenta il 51% delle assunzioni maschili e il 58% di quelle femminili. Nelle cessazioni, da sottolineare il fatto che il 56% avviene (per i maschi) nei rapporti a tempo indeterminato (42% per le donne): la Cisl ipotizza al riguardo che gli uomini cessano facilmente i rapporti a tempo indeterminato, in quanto è relativamente facile per loro trovare un altro lavoro a tempo indeterminato. I saldi, conseguentemente, sono al 70% dei rapporti a tempo determinato (+15.801) rispetto a quelli a tempo indeterminato (il 16% cioè +3.564).

Altri dati. La classe di età più mobile è quella 24-31 anni sia in entrata che in uscita. I gruppi che sembrano conservare meglio il lavoro sono le donne sopra i 40 anni e i maschi sotto i 17 anni e sopra i 40; quelli con maggiore difficoltà sembrano le donne tra i 18-23 anni e gli uomini tra i 24-31anni. Inoltre il part-time è donna: rappresenta il 21% (pari a 6.988 avviamenti) per le donne e solo il 4% (pari a 1.715 avviamenti) per gli uomini. Crescono inoltre il lavoro interinale e i lavoratori extracomunitari. Mentre si sta riducendo a un dato statistico di poco rilievo la modalità di assunzione tramite passaggio diretto e immediato. Per quanto riguarda il lavoro interinale, esso rappresenta il 9% degli avviamenti e ben il 15% dei saldi maschili. I lavoratori extracomunitari rappresentano invece il 12% degli avviamenti (donne 9%, uomini 14%) pari a 9.124, con saldi positivi in particolare per i maschi (17%).

Gli extracomunitari privilegiano Cividale - Manzano, Spilimbergo, Sacile e Udine, pochi Tolmezzo e Trieste. Il grosso degli avviamenti degli extracomunitari avviene a Udine (3.995) e, ancor di più, in rapporto agli avviamenti totali, a Pordenone (3.032 pari al 33%); pochi sono a Trieste sia in assoluto (1.227) che in rapporto al peso di Trieste. Le percentuali di avviamento degli extracomunitari sul totale degli avviamenti sono molto diverse da provincia a provincia e anche all'interno delle province: vanno dal 4% di Tolmezzo, al 9% di Trieste, al 24% di Cividale - Manzano dove ormai 1 avviato su 4 è extracomunitario. Sopra la media regionale del 12% si trovano anche le circoscrizioni di Pordenone (17%), Spilimbergo (17%) e Sacile (15%).