FAUSTO CADELLI: LA STRADA MENO IMPERVIA PER FARE PACS ... IN AVANTI.


Il tema - PACS è imprescindibile per la RnP ma né il programma dell'Unione né quello del candidato Sindaco Rosato lo recepiscono adeguatamente. L'idea della RnP d'istituire, a Trieste, un registro delle coppie civili è ottima per suscitare attenzione e consenso in vista della svolta legislativa auspicata. Vorrei esporre quello che, in un'eventuale assemblea pubblica, potrebbe essere secondo me il percorso logico da seguire per con-vincere alleati ed avversari sull'opportunità di una legge sul PACS tenendo coerentemente conto del rispetto del principio di legalità che per la RnP è irrinunciabile.

Il valore costituzionale principale coinvolto è contenuto nell'articolo 2 , il diritto inviolabile dell'individuo alla piena realizzazione della sua personalità. In ciò, giocano sicuramente un ruolo essenziale le relazioni affettive ( sentimentale-erotica-sessuale tra coppie, di consanguineità tra genitori e figli ). Fondamentale, in tema PACS, è il principio d'eguaglianza dell'articolo 3: niente discriminazioni sessuali, religiose, di razza, di condizioni personali e sociali. A scanso d'equivoci, dico subito che per me una coppia convivente, indipendentemente dai soggetti che la compongono, forma una famiglia.

Ma tuttavia, per amore di legalità, l'articolo 29 della Costituzione non riconosce, genericamente, i diritti della famiglia fondati sul matrimonio ( lasciando intendere che possano esistere altre famiglie fondate su altri legami ) ma offre una precisa definizione di famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Se si vuole allora dire che la "famiglia" origina dal matrimonio o dal PACS si deve passare per una modifica costituzionale. Vale la pena scornarsi per questo? Secondo me, no. La Costituzione non chiude al matrimonio per gli omosessuali e neppure alla disciplina di relazioni non fondate sul matrimonio.

A Costituzione invariata è possibile varare un'adeguata normativa con soddisfazione di tutti, tenendo conto che PACS e matrimonio devono avere contenuto giuridico diverso. Non ha senso duplicare lo stesso istituto giuridico, né il PACS può essere un matrimonio "facilitato". Il punto di partenza è, infatti, il divorzio breve. C'è congruità tra la conclusione del matrimonio che, volendolo, si perfeziona in meno di quindici giorni ( pubblicazioni ) ed il suo scioglimento in tre anni o con una montagna di quattrini? Il divorzio breve "assorbe", secondo me, una parte della domanda di PACS.

Riformato il matrimonio col divorzio breve, chiarito il limite dell'articolo 29 della Costituzione riletto alla luce del principio d'eguaglianza, alle coppie, etero od omo, sarà offerta, con la legge sul PACS, una pluralità di scelta per regolare il proprio legame di coppia. "Scegliere tra opzioni" implica avere quelle opzioni, viceversa non si potrebbe sceglierle. Si darebbe così il matrimonio alle coppie omossessuali in modo quieto, senza qualificare il PACS come la battaglia per la famiglia omosessuale. Peraltro, solo una minoranza di tali coppie sono interessate al matrimonio in sé.

Nella scelta tra opzioni, il matrimonio continuerebbe ad avere il contenuto predeterminato di oggi che si articola, sostanzialmente, su tre aree: i diritti e doveri reciproci tra i coniugi, la tutela di eventuali figli, i diritti successori. I diritti dei figli sono inderogabili e non possono essere toccati dal PACS. Il PACS dovrebbe differire allora o nel rapporto tra i coniugi ( con limiti più forti o più lievi) o nei diritti successori. La coppia potrebbe decidere reciprocamente di rinunciare alla successione. Molte coppie non si sposano, oggi, perché non vogliono vincolare il patrimonio e non hanno alternative giuridiche.

Si tratta di una " affermazione indiretta di diritti ": non si può rinunciare se non a ciò che si ha. Corollari evidenti di questa costruzione sono l'alternatività tra matrimonio e PACS ed il controllo pubblico ( ufficiale di stato civile o tribunale ) che la disciplina del PACS non replichi surrettiziamente il matrimonio. Resterebbe da garantire una tutela minima ( diritto d'abitazione, assegno di reversibilità, mantenimento ) per le unioni di fatto, ovvero per le coppie che non hanno registrato il PACS per forza maggiore, o pigrizia, o per la debolezza "contrattuale" di una parte nei confronti dell'altra.

La qualificazione dell'esistenza di un'unione di fatto non dovrebbe essere la sua durata ( non richiesta per il matrimonio ) ma, alla francese, nella condivisione di tetto e di letto, restando escluse le relazioni occasionali ( solo sesso ) e quelle di comodo ( senza affetto ), spesso anzi delittuose ad altro titolo. Infine, c'è da ricordare che l'Italia sarà sempre di più un paese d'immigrati. Uno sviluppo potenziale del PACS è di regolare i rapporti interpersonali in famiglie fondate su valori a noi culturalmente estranei e vietati dal diritto ( da noi, infatti, la poligamia si chiama coniuge + amanti ).

In tali casi ( eventuale poligamia in famiglie d'immigrati ), fermo restando che gli oneri per lo Stato si dividono per le teste coinvolte, unl PACS "allargato" potrebbe costringere la parte "forte" del sodalizio a garantire a quelle deboli diritti individuali minimi ed evitare abbandoni o abusi ( di nuovo l'art. 2 Cost. ). Una parentesi ancora sull'adozione, perché è forte l'ostilità a consentirla per le coppie omosessuali. Si deve sempre ricordare infatti che, nell'adozione, il diritto del bambino è l'unico veramente rilevante. ( art. 2 Cost ! ) Forse, è meglio puntare all'adozione di minori per le coppie omosessuali solo da un'età minima.

Nessuno contesta l'affetto dei genitori ma non basta la legge per abolire nei fatti l'apartheid. Chi può escludere che non venga fatto ricadere sul minore il pregiudizio verso i genitori? L'aspirazione dei genitori ad un figlio ha lo stesso peso della tutela del minore? Il minore, se molto piccolo, capirebbe tutto? Sono interrogativi ai quali dovrebbero rispondere gli psicologi. Ma perché negare l'adozione, ad esempio, ad una coppia lesbica di eventuali figli affidati ad una delle due donne componenti la coppia ed avuti da una relazione precedente? Se tutti abitano già insieme e la madre muore, si allontana il figlio da casa?

Da questi casi circoscritti ­ figli precedenti o minori di età superiore ad un limite di maturità ritenuto idoneo - si può partire per richiedere con successo l'adozione per le coppie omosessuali tenuto conto del recentissimo sollecito della Cassazione al legislatore a prevederla per i single in casi determinati.

23/03/2006 Fausto Cadelli