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Il Messaggero Veneto 29-05-2002

Dopo le nuove divisioni emerse nella Cdl, il direttivo regionale del sindacato prende posizione

Sanità, ultimatum della Cgil alla giunta

Belci: senza risposte pronti a scendere in piazza a giugno, ma assieme a Cisl e Uil

UDINE - Si prepara la mobilitazione sindacale nei confronti della giunta regionale a guida della Cdl per le questioni della sanità. In una riunione del direttivo regionale della Cgil, a Tricesimo, Franco Belci, responsabile sanità della segreteria regionale della Cgil, ha reso noto che «fin dalla prima metà di giugno scatterà una serie di iniziative unitarie con Cisl e Uil per decidere le forme di protesta e di lotta». «Per ora - ha poi precisato -, siamo allo stato di allerta. Ma se alla fine mobilitazione ci sarà, sarà di tutte le sigle sindacali e non soltanto di noi della Cgil. E purtroppo i disaccordi in maggioranza, anche e soprattutto in materia di sanità, non ci fanno certo immaginare un mese di giugno tranquillo».

«Dopo un periodo di relazioni sindacali nulle - ha riferito Belci nel corso dell'incontro di Tricesimo - lo stato di agitazione proclamato dai dipendenti al Cro e al Burlo contro il progetto di trasformazione in fondazioni dei due istituti ha spinto l'assessore a convocarci. E dopo un primo incontro, ora siamo in una fase di attesa. All'assessore infatti abbiamo posto alcune questioni puntuali: dalla riorganizzazione del sistema dell'emergenza, alla questione degli istituti Burlo e Cro, senza dimenticare le problematiche ancora aperte e legate alle politiche socio-assistenziali».

Cgil, Cisl e Uil dovrebbero essere riconvocati dall'assessore entro una settimana. Nel frattempo, però, Belci non può però non sottolineare il comportamento quanto mai contradditorio, a giudizio del sindacato, di Santarossa, della giunta e di tutta la maggioranza. «Se per ora - sottolinea Belci - non si parla più di ticket sui farmaci, si prevede invece l'aumento dei ticket sulla diagnostica. E ai progetti di apertura ai privati fa riscontro la perdurante inerzia sulla riorganizzazione della rete sanitaria, che vede tuttora troppe spese concentrate sugli ospedali a scapito del territorio». Insomma, se non siamo alla mobilitazione vera e propria, poco ci manca. Sin dalla prima metà di giugno, in assenza di risposte concrete da parte della giunta regionale di Centro-destra, scatterà una serie di iniziative unitarie con Cisl e Uil per decidere le forme di protesta e di lotta.

L'ultimatum, lanciato dalla Cgil assieme a Cisl e Uil è chiaro. «Servono risposte chiare, e non soltanto sulla privatizzazione di Cro e Burlo. L'unica alternativa, dunque potrebbero essere le iniziative di lotta, nelle quali coinvolgeremo tutti coloro che, come noi, difendono il valore universalistico del servizio sanitario, dai rappresentanti delle professioni sanitarie ai cittadini».

Anche perchè, come ci tiene a sottolineare lo stesso Belci, dopo l'incontro con l'assessore la situazione, anche e soprattutto all'interno della maggioranza regionale, non è certo migliorata. «A quanto pare - afferma il segretario della Cgil - non riescono nemmeno a trovare un'intesa tra i partiti di Centro-destra. Mi chiedo dunque come potrebbero mai arrivare uniti, o con una posizione definitiva, al tavolo delle trattative con noi sindacati». Ma la Cgil è intenzionata ad aprire un secondo fronte contro la giunta: e questa volta lo scontro riguarda il comparto unico del pubblico impiego, contro il d.d.l. presentato dall'assessore Ciani.

Nel corso del direttivo di ieri, è toccato a Paolo Pupulin, segretario generale della Cgil-Fvg, tracciare il quadro della situazione: ritiro delle modifiche all'articolo 18, cancellazione della decontribuzione previdenziale per i neoassunti e modifica della delega sul fisco restano le condizioni poste dalla Cgil. «Ma dobbiamo anche rafforzare la nostra funzione di rappresentanza dei "nuovi" diritti e reclamare nuovi meccanismi di solidarietà sul terreno degli ammortizzatori sociali, battendoci per una riforma che non può essere a costo zero, ma deve portare l'Italia ai livelli di garanzia degli altri paesi europei».