Home | Documenti | Foto | Risultati elettorali | Link | Novità | Rassegna stampa | Comunicati stampa


RADICALI ITALIANI PARTITO RADICALE RADIO RADICALE NESSUNO TOCCHI CAINO Coordinamento Radicale Antiproibizionista NON C'E' PACE SENZA GIUSTIZIA POLITICAL RESOURCES ASSOCIAZIONE RADICALE ESPERANTO

Il Piccolo 21-05-2002

TRIESTE - Dopo mesi di litigi un incontro tra i consigli direttivi dei due organismi stempera in parte le tensioni

Unione Italiana e UpT: scontro e tregua

La collaborazione continua secondo gli schemi consolidati, almeno per quest'anno

I problemi erano cominciati con la decisione dell'ente triestino di sospendere i finanziamenti alle pubblicazioni della casa editrice della minoranza

TRIESTE - Tregua armata tra Unione Italiana e Università popolare di Trieste dopo l'incontro di ieri nel capoluogo giuliano. Un vertice tra i direttivi al gran completo per chiarire le rispettive posizioni dopo i litigi dei mesi scorsi, culminati venerdì scorso nell'abbandono da parte del vice presidente dell'UpT, Marucci Vascon dell'assemblea dell'Unione Italiana di Gallesano. A far arrabbiare la Vascon l'accusa, rivolta per l'ennesima volta dal presidente dell'assemblea Giuseppe Rota all'UpT di voler boicottare l'Edit (la casa editrice della minoranza) dopo che era passata sotto il controllo dell'Unione. La Vascon ha gridato «bugiardi» e se n'è andata. Rota ha replicato: «Lei non ha diritto di parlare».

Lo scontro ha suggellato un periodo di tensioni tra i due enti, cominciato con la decisione dell'UpT di sospendere gli abbonamenti alle pubblicazioni dell'Edit, giustificata con il ritardo nell'erogazione dei fondi da parte del ministero degli Esteri. Per l'Unione invece il provvedimento voleva mettere a tacere i mezzi di comunicazione del gruppo nazionale, perché non «omogenei» al nuovo corso politico in Italia. Insomma da una parte un'Unione «ulivista», dall'altra una UpT di centrodestra decisa, secondo le accuse da oltre confine, a «normalizzare» i vertici del gruppo nazionale. Altri provvedimenti presi dall'UpT per il mancato arrivo dei fondi, come la sospensione dei buoni libro e il rinvio dei corsi per insegnanti, avevano gettato benzina sul fuoco. Come pure aveva creato tensione la presenza del vice presidente dell'UpT Vascon alle conferenze organizzate nelle varie Comunità degli Italiani. Presenza, secondo la Vascon, necessaria per valutare la validità di queste conferenze; mentre per i vertici dell'Unione si trattava di un'interferenza nelle loro attività.

Senza mezzi termini, Rota, Maurizio Tremul (presidente della giunta Ui) e altri dirigenti, denunciavano la volontà dell'UpT di limitare l'autonomia dell'Unione. E ieri l'incontro, peraltro già programmato da tempo, perché non c'era stato nessun faccia a faccia tra la dirigenza dell'Ui e il nuovo consiglio direttivo dell'UpT entrato in carica a febbraio. Un incontro, sempre stando a indiscrezioni, cominciato male con tutti che si rinfacciavano tutto, poi l'atmosfera di è rasserenata e, dopo tre ore e passa di discussione, è stato partorito un comunicato congiunto, segno se non di pace almeno di tregua. Sempre secondo quanto è trapelato, a svelenire i toni ha provveduto, da buon diplomatico, il ministro plenipotenziario Vittorio Paolini, che è anche membro del direttivo dell'UpT. Il rappresentante della Farnesina ha esordito assicurando, a nome del governo italiano, che «nulla cambierà per il futuro del gruppo nazionale italiano». Paolini ha respinto le accuse di boicottaggio sottolineando che il direttivo dell'UpT ha discusso 69 delibere approvandone 65. Inoltre è arrivata la prima tranche di denaro da Roma (1.400.000 euro) che ha consentito di effettuare i pagamenti delle pubblicazioni Edit spedite nei primi quattro mesi dell'anno e delle spese del Dramma Italiano, il tutto per 300 mila euro.

Ma il confronto è stato dedicato maggiormente alle questioni di principio sui rispettivi ruoli, attestati dal documento finale nel quale, in sintesi, viene ribadito: 1) che l'Unione Italiana è «la legittima organizzazione autonoma, unitaria e rappresentativa della Comunità nazionale italiana in Istria, Quarnero, Dalmazia e Slavonia»; 2) che viene rispettato il «Piano permanente di attuazione delle attività culturali e didattiche programmate»; 3) che si conferma «la validità e la fondatezza dei principi costitutivi sui quali, nel 1964, è stata avviata la collaborazione tra Unione Italiana e Università popolare di Trieste». Dietro le formule diplomatiche si può leggere che le bocce rimarranno ferme fino alle elezioni. Come noto, la minoranza in Slovenia e Croazia è chiamata a rinnovare il 9 giugno prossimo l'assemblea nella quale siedono i rappresentanti delle cinquanta Comunità degli Italiani. Dopo la scadenza elettorale ci sarà una nuova riunione nella quale si affronteranno i temi concreti.

Nessun calore nelle dichiarazioni dopo l'incontro. Tutti si richiamano al comunicato. Maurizio Tremul rileva seccamente che è stato «il primo incontro con il nuovo direttivo dell'UpT, volto a chiarire le note questioni e che ne seguiranno altri». Marucci Vascon è delusa perché non si è parlato di argomenti concreti, ma ribadisce la volontà «di andare avanti fino alla fine dell'anno, sperando che prevalga il buon senso e che siano superate le paure». Piero Colavitti (UpT) ribadisce che non si vogliono polemiche perché non portano a nulla...». Vedremo se la tregua reggerà.

Pierluigi Sabatti