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Il Messaggero Veneto 19-04-2002

Il responsabile della sanità a Trieste. Il presidente Tondo: il contributo dovrà scongiurare il consumo di medicine

Ticket sanitari, la Regione va avanti

Sirchia contestato dai sindacati: «Le fondazioni non avranno scopo di lucro»

TRIESTE - «Vi fate riempire la testa di stupidaggini e poi venite qui a dirle. Prima di parlare bisogna leggere i progetti!». Uno sfogo improvviso quello del ministro della salute Girolamo Sirchia, che non ha accetto le critiche di due sindacalisti ai suoi piani di apertura ai capitali privati negli istituti di ricerca. Lo scontro, consumato di fronte a decine infermieri e di medici in camice bianco radunati nella sala conferenze dell'ospedale infantile Burlo Garofolo, è giunto al termine della visita in regione del ministro, a Trieste per partecipare alla conferenza dell'Organizzazione mondiale della Sanità su "salute e disabilità". Una visita nel corso della quale il presidente della giunta regionale Tondo ha ribadito l'intenzione di andare avanti sulla introduzione dei ticket sui farmaci per scongiurare la spesa impropria.

Sirchia, che aveva appena spiegato alla platea il progetto di trasformare gli Ircs (istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, come il Cro di Aviano e lo stesso Burlo) in fondazioni, ha ascoltato la lettura di un comunicato sindacale da parte di una rappresentare della Rsu, Maria Teresa Bertelli, che, tra le altre cose, contestava l'apertura ai privati della sanità, accusando il governo di voler svendere il sistema sanitario. Critiche che al ministro non sono piaciute affatto, tanto da spingerlo a chiedere con tono sempre più alto e insistente di motivare le riserve, fino all'esplosione di fronte alla platea allibita.

Il ministro, in un rapido e acceso scambio di battute con un altro rappresentante sindacale presente, Fulvio Rovina, ha negato che l'apertura i privati porti alla logica del profitto, denunciando una completa e totale disinformazione sull'argomento. «Mi sembra strano che sia tutto falso, visto che i miei colleghi stanno discutendo a Roma proprio di questo» ha fatto notare il sindacalista, senza però incrinare la sicurezza del ministro: «le fondazioni sono senza scopo di lucro, voi non sapete quello che dite. Non dovete dire delle cose solo perché vi dicono di crederci!". Un battibecco sedato solo dall'intervento del commissario del Burlo, l'avvocato Terpin.

La riforma del sistema sanitario, che comprende anche l'apertura al privato, era stato al centro di tutti gli interventi del ministro. Sirchia ha sottolineato l'esigenza di trovare nuove risorse per dare il via a un reale rilancio dell'assistenza e della cura ai disabili e agli anziani, oltre ad un generale miglioramento dei servizi sanitari. "Lo spreco è una colpa- ha detto il ministro -: è necessario eliminare i rami secchi per trovare risorse, ma questo la pubblica amministrazione in Italia non lo ha mai capito, non si è mai voluta mettere in discussione". Sirchia, ricordando che l'Italia ha difficoltà a trovare nuove risorse per la necessità di rispettare il patto di stabilità europeo, ha confermato la volontà di ridurre la rete ospedaliera nazionale, per "venire incontro alla volontà dei pazienti e non alle lobby", ma questo, ha precisato, non significa mandare a casa dei dipendenti, ma solo utilizzarli meglio.

Riguardo i centri di ricerca, come il Cro di Aviano o il Burlo, il ministro ha sottolineato l'esigenza di creare "centri di eccellenza" per far fronte alla concorrenza europea, gestiti da fondazioni a maggioranza pubblica, ma con l'ingresso di "mecenati", come le fondazioni bancarie, sull'esempio di quanto già succede in «molti altri paesi del mondo evoluto». Un prima sperimentazione, ha anticipato l'assessore alla sanità Santarossa, dovrebbe partire al Cro di Aviano entro l'estate. Parlando della partecipazione della regione alla fondazione, l'assessore Santarossa ha anche assicurato che nella prossima variazione di bilancio «saranno stanziati 10 milioni di euro per il Burlo». Il ministro ha toccato anche il tema dei ticket sulle ricette, non condannandone il ripristino, ma precisando che «sono un aspetto minimale.

Possono essere un sistema per scoraggiare la richiesta impropria di farmaci, ma una soluzione organica passa attraverso altre cose». «Questa vicenda è stata strumentalizzata - ha aggiunto il presidente della regione Renzo Tondo- : abbiamo sempre detto che i ricavi dei ticket, se decidessimo di introdurli, non saranno usati per far fronte alla spesa sanitaria, che è già in sicurezza, ma per scoraggiare la spesa impropria, e al contempo incassare circa 15 miliardi di lire, da utilizzare ad esempio per ridurre le rette per le case di riposo. E' un'operazione da Robin Hood».

Alessandro Martegani