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Il Piccolo 15-10-2001

Il ministero della Sanità non sa spiegare le cause che hanno determinato in soli due giorni un tale numero di decessi: avviate inchieste e una superperizia

Strage di pazienti: 23 morti per dialisi in Croazia

A Pola sono ben sei i casi, uno a Fiume. Nel mirino il produttore americano dei macchinari

FIUME - Strage di emodializzati in Croazia. Stando a quanto comunicato dal ministero della Sanità, negli ultimi giorni ben 23 persone sono morte dopo essere state sottoposte a una normale emodialisi, quella terapia che la medicina moderna aveva offerto loro per mantenerli in vita, con ben sei decessi registrati all'Ospedale maggiore di Pola e uno al Centro clinico-ospedaliero di Fiume. Gli altri casi si sono verificati a Zagabria, Karlovac e Slavonska Pozega.

E mentre una comprensibile paura si è impadronita dei circa 2700 emodializzati che vengono curati in Croazia, l'attenzione dei sanitari ma anche dei magistrati si è concentrata su una partita di dializzatori fornita dalla più grande casa farmaceutica nel Paese, la zagabrese Pliva, ma importarti dall'americana Baxter. I dializzatori in questione sono stati ritirati (qualcuno però parla di ritardo nella reazione delle competenti autorità) e sottoposti ad analisi all'Istituto nazionale per la salute pubblica nonché al Laboratorio di tossicologia del ministero degli Interni. Una superperizia verrà effettuata anche all'estero. Ieri il ministro della Sanità Ana Stavljenic Rukavina, ha tenuto una conferenza stampa straordinaria a Zagabria nella quale ha tenuto subito a precisare che a morire sono stati i pazienti che hanno usato tutti uno stesso tipo di dializzatore (quello della Baxter, appunto), mentre nei nosocomi in cui sono stati adoperati altri tipi dializzatori non si è registrato alcun decesso.

«Non sappiamo ancora con precisione quali siano le cause di queste morti ­ ha confessato il ministro ­ ma si può essere certi che i responsabili saranno individuati e puniti. Abbiamo istituito una commissione d'inchiesta che farà luce sulla tragica vicenda e intanto posso confermare che nelle ultime ore non abbiamo registrato nuovi decessi». A nome della Pliva (un'importante azienda farmaceutica croata quotata alla Borsa di Londra) a reagire è stato il suo amministratore delegato Zeljko Covic. «Voglio rimarcare ­ ha detto ­ che la Pliva importa dializzatori prodotti dall'impresa statunitense Baxter. Abbiamo chiesto alla Baxter di far venire a Zagabria un suo team di rappresentanti affinché ci informino su tutto quanto riguardi questi dializzatori. Da parte nostra forniamo agli ospedali una soluzione per le emodialisi che viene prodotta dalla Pliva. Tale sostanza è stata analizzata dopo i decessi e non è stato riscontrato alcun problema».

A un giornalista che gli chiedeva come avesse reagito la Pliva dopo che a fine agosto alcuni emodializzati erano morti in Spagna dopo la terapia con i dializzatori della Baxter, Covic ha risposto secco: «Sapevamo di questi casi e per tale motivo avevamo contattato i nostri partner americani chiedendo lumi. Ci hanno risposto di non preoccuparci in quanto i dializzatori in uso in Croazia erano differenti rispetto alla partita inviata in Spagna».

A intervenire è stata anche la presidente dell'Associazione nazionale degli emodializzati, Margita Pavlekovic, la quale ha chiamato in causa il mondo della sanità in Croazia, tacciandolo di disorganizzazione e negligenza. «Già venerdì si sapeva dei decessi e invece nemmeno sabato mattina tali dializzatori erano stati ritirati. Si sarebbe potuto così evitare che alcune persone morissero nella giornata di sabato. Ma la cosa non mi stupisce in quanto so e sappiamo in che situazione versa la sanità croata». Scioccato anche il Capo dello Stato, Stipe Mesic, presente a Brioni alla Conferenza dell'Unione dei funzionari elettorali dei Paesi dell'Europa orientale e centrale. «È una grande tragedia» ha commentato.

Andrea Marsanich