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Il Piccolo 06-09-2001

Il sottosegretario agli Esteri spiega che sullo stesso tavolo diplomatico il governo porrà la questione dei beni abbandonati

Antonione: «Sì alla Slovenia nell’Ue»

Sull’affaire delle proprietà saranno coinvolti tre «saggi»: de Vergottini, Toth e Delbello

TRIESTE «Il governo italiano favorirà, e anzi cercherà di accelerare l'ingresso della Slovenia in Europa». Parallellamente, Roma intende porre anche la questione dei beni abbandonati, evitando tuttavia lo scontro politico con le vicine repubbliche, puntando piuttosto a ricercare posizioni comuni. Lo ha assicurato il sottosegretario agli Esteri Roberto Antonione, nel corso di un incontro con una rappresentanza della minoranza slovena. La riunione si è svolta a Trieste nella sede delle organizzazioni slovene del Friuli-Venezia Giulia, a pochi giorni dalla visita che il ministro degli Esteri Renato Ruggiero effettuerà martedì prossimo in Slovenia.

Il titolare della Farnesina, che al mattino sarà a Lubiana per incontrare l’omologo Dimitrij Rupel, mentre al pomeriggio si trasferirà a Zagabria per un colloquio con il collega Tonino Picula, sarà accompagnato da Antonione e dal presidente della giunta regionale Renzo Tondo. Per quanto riguarda la questione dei beni abbandonati, il sottosegretario Roberto Antonione avrà già oggi a Roma una colazione di lavoro con gli esperti incaricati di studiare la questione. Oltre a quelli del Ministero degli esteri sono coinvolti tre «saggi»: si tratta di Giuseppe de Vergottini, docente di diritto internazionale dell’Università di Bologna, Lucio Toth, presidente dell’Associazione nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia, e Silvio Delbello, presidente dell’Unione degli Istriani, indicati dalle organizzazioni degli esuli.

Sulla base dei lavori e dei documenti elaborati dagli esperti, Antonione preparerà il promemoria che presenterà lunedì al ministro Renato Ruggiero, alla vigilia delle visite che il capodiplomazia effettuerà nelle vicine repubbliche

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E nel duplice vertice ministeriale, la delegazione italiana porrà quindi la questione dei beni abbandonati dagli esuli, in base a quanto concordato con la Federazione dei profughi in una recente riunione alla Farnesina. Solo lunedì quindi, alla vigilia della visita, e alla presenza di Ruggiero nonché di altri ministri del governo Berlusconi, verrà decisa la linea di condotta. Il tutto «per rappresentare la nostra posizione agli amici sloveni» ha sottolineato ieri il sottosegretario.

L’ex presidente della giunta regionale non ha voluto entrare nei dettagli del documento che sta preparando, «sono discorsi complessi - ha dichiarato - sia sul piano giuridico sia su quello politico». Per poi aggiungere che «come ha detto anche il vicepremier Fini, nella politica estera del nuovo governo non c’è alcun intendimento di cercare lo scontro.

E’ chiaro che ci potranno essere posizioni diverse con Lubiana e Zagabria, ma si tratta di normale dialettica fra gli Stati. Come si confrontano Germania e Francia. Pertanto, il nostro intendimento è trovare una posizione comune su tutti i temi». Il sottosegretario ha anche toccato la questione del risarcimento che Slovenia e Croazia, subentrate all’ex Jugoslavia, devono all’Italia in base al Trattato di Roma del 1983.

Si tratta dei 110 milioni di dollari per i beni confiscati nell’ex Zona B. Circa il 60% dell’importo è a carico di Lubiana, mentre il restante 40 per cento dovrà venire versato da Zagabria. Ieri Antonione sottolineato il comportamento diverso tenuto nei confronti dell’Italia dai due Paesi: «La Slovenia - ha detto ha versato quasi tutti i soldi su un conto di una banca lussemburghese, dalla Croazia neanche una lira». Da qui la necessità di programmare un approccio diverso nella soluzione del problema dei beni con i due Stati.

Alessio Radossi