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Il Piccolo 26-09-2001

L'Unione slovena invece si è detta d'accordo con la bozza-Zoppolato. Che però respinge la paternità del testo in discussione

Seggio garantito alla minoranza: la sinistra non vuole censimenti

TRIESTE - Uno dei nodi principali della riforma elettorale permane, insieme con l'indicazione del candidato presidente, quello del seggio da garantire alla minoranza slovena, un tema al quale la competente commissione consiliare ha dedicato ieri mattina l'intera seduta per confrontare la bozza proposta dalla maggioranza (ma il fronte non è compatto) con le opinioni delle realtà slovene interessate. Secondo la bozza predisposta dal leghista Zoppolato alla luce dell'ultimo vertice di maggioranza, il rappresentante della minoranza verrebbe eletto con l'utilizzo, da parte di chi ne faccia richiesta accedendo al seggio, di un'apposita scheda di voto. L'Unione slovena, sentita separatamente, si è dichiarata, per bocca del segretario regionale del suo vice (Berdon e Terpin) sostanzialmente favorevole, pur preferendo l'espressione del voto etnico sulla stessa scheda utilizzata da tutti gli altri elettori.

Di opposto parere, invece, la maggioranza della «delegazione unitaria», la stessa che ha già rappresentato la minoranza nell'incontro col presidente Ciampi. In particolare Dolenc (Ds), Spetic (Pdci) e Canciani (Rc) hanno obiettato che una scheda ad hoc violerebbe la privacy e la segretezza del voto e suonerebbe come una sorta di censimento, laddove altri sistemi ­ come quello per le elezioni al Parlamento europeo ­ prevedono per esempio il collegamento fra liste etniche e partiti, sì da assicurare l'elezione di un rappresentante della minoranza, se non direttamente, almeno a scapito dell'ultimo eletto in quella partitica.

La proposta di garantire agli sloveni un seggio che non è previsto dalla norma transitoria votata a suo tempo dal Parlamento per introdurre anche qui la legge vincente nelle altre regioni italiane qualora il Friuli-Venezia Giulia non si doti di una legge propria, viene rivendicata, in una nota di Ariis e Gottardo, da Forza Italia, dal Ccd e dal Cpr, che sottolineano «l'apprezzamento, in particolare, dell'Unione slovena»; e di qui l'auspicio che anche i gruppi della sinistra «operino insieme a noi per l'approvazione di una legge elettorale che, evitando lo scatto della norma transitoria, assicuri una rappresentanza della minoranza slovena nel Consiglio regionale».

Ma a fare resistenza non sono soltanto i partiti di sinistra (che solitamente eleggono candidati sloveni nelle proprie liste). Infatti ancora ieri An ha precisato che quella prospettata «non è una proposta della giunta», e a sua volta il leghista Zoppolato ha buttato là: «Neanche mia». Proprio per questo i «centristi» hanno conferito al coordinatore regionale forzista, Ettore Romoli, il mandato di ricercare i consensi degli stessi alleati su una riforma che si prospetta assai spinosa. E di cui, d'ora in poi, si occuperà un comitato ristretto presieduto da Zoppolato (Ln) e formato da Marini (Fi­CCd), Baritussio (An), Travanut (Ds), Brussa (Ppi-Margherita), Molinaro (Cpr), Puiatti (Verdi-Sdi), Antonaz (Rc), Zorzini (Pdci), Serpi (ex An) e Pozzo (Uf).

g.p.