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La Repubblica 24-09-2001

Colazione "fredda" per Ruggiero in Slovenia

di ALBERTO STATERA

Dispiaceri dall'amata Carinzia di Haider per Umberto Bossi. La Hypo Alpe Adria Bank di Klagenfurt ha messo all'asta lo Skipper Residence, un complesso turistico da 100 miliardi in costruzione nei pressi di Salvore, in una striscia di terra croata, ma contesa dai nazionalisti sloveni. Ne è titolare la Ceit, società italiana di cui sono comproprietari, per l'appunto, la moglie del leader carismatico dei padani, Manuela Marrone, e una decina di altri esponenti della Lega, tra cui il sottosegretario all'Interno Maurizio Balocchi e quello alle Attività Produttive Stefano Stefani.

I banchieri di Klagenfurt, forse ignari del feeling tra il loro governatore e il ministro italiano per le Riforme istituzionali, hanno chiesto alla società di rientrare di 22 miliardi di lire. Di fronte al diniego, hanno messo all'asta il complesso pubblicando il bando sul bollettino ufficiale della Repubblica di Croazia. Base d'asta venticinque miliardi per 180 appartamenti già realizzati, altrettanti in progetto, più piscine, ristoranti, un albergo, un campo da golf e una darsena affacciata sul golfo di Pirano. Un affare per chi riuscirà ad aggiudicarsi quello che mesi fa la stampa croata e Il Piccolo di Trieste avevano definito il «paradiso di Bossi».

Pare che una banca italiana, sollecitata dalla Lega di governo, si sia già candidata a partecipare all'incanto il prossimo 23 ottobre. Ma chissà se è stata informata del retroscena politicodiplomaticoterritoriale della vicenda, che è alquanto pasticciato. Nella striscia di terra della speculazione leghista il 90 per cento delle proprietà immobiliari è da decenni in mano agli sloveni, i quali non riconoscono la sovranità croata su quel territorio. Per cui cercano di acquisire qualunque fazzoletto di terra disponibile per piantarci la bandiera slovena.

Come andrà a finire il 23 ottobre nessuno lo sa. Bossi, Balocchi, Stefani e i loro soci cercheranno di salvare il loro investimento. Ma chissà se i banchieri di Klagenfurt e il caro Haider hanno oggi più interesse a favorire la Lega di governo in Italia o i nazionalisti di Lubiana.

Quel che è certo è che come palazzinari Bossi e i suoi non valgono un granché. Magari chiederanno consiglio a Berlusconi, che quando costruiva palazzine a Milano aveva i soldi sull'unghia dalla Banca Rasini e riusciva persino a far modificare le rotte notturne degli aerei che disturbavano i suoi inquilini.



Dispiaceri dai vicini dell'ex Jugoslavia anche per Renato Ruggiero, il più autorevole fra i ministri del governo Berlusconi. Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri concesso dalla Fiat si riunisce con il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, alla vigilia di una missione a Lubiana. E Fini gli raccomanda di non mollare sulla questione dei beni abbandonati degli esuli italiani, che sta a cuore al suo partito, ponendola quasi come condizione per l'adesione della Slovenia all'Unione europea. Ruggiero incontra il ministro degli Esteri sloveno Dimitrij Rupel e, durante una colazione che dev'essere stata un po' freddina, gli propone di produrre una dichiarazione sul rispetto del principio di «non discriminazione», smentendo così la legge slovena di denazionalizzazione che prevede la restituzione dei beni confiscati dal regime titino solo ai cittadini sloveni, escludendo i cittadini italiani.

Rupel ascolta in silenzio, aspetta qualche giorno, lascia passare la tempesta degli attentati alle torri gemelle di New York e poi lancia via Internet una ricostruzione velenosa del suo incontro a colazione col più autorevole dei ministri italiani: «Sebbene queste proposte impreviste (di Ruggiero ndr) non facciano parte della prassi diplomatica scrive abbiamo risposto che non ci sembrano necessarie dichiarazioni aggiuntive sul rispetto dell'ordinamento giuridico europeo. In alcune norme noi sloveni siamo più europei degli stessi Stati membri dell'Unione». Come dire: il ministro degli Esteri italiano non solo non rispetta la prassi diplomatica e non riconosce i patti, ma è anche meno europeo di noi.

Statera@ilpiccolo.it