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Il Piccolo 08-11-2001

Rimandata a questa mattina l'approvazione della norma: così si eviterà di incappare nei controlli del governo

Ritardo strategico per il voto sui referendum

TRIESTE - Una nuova legge elettorale regolamenterà, fra l'altro, quattro tipi di referendum: due abrogativi (per l'annullamento di leggi o di atti amministrativi regionali) e altrettanti propositivi (relativi a leggi di iniziativa popolare oppure a modifiche o soppressioni di circoscrizioni comunali e provinciali). Ma a sua volta essa potrebbe essere soggetta, una volta approvata dal Consiglio regionale, a un referendum confermativo. Ed ecco, mentre i partiti discutono della riforma elettorale, è già approdata in aula la legge che disciplina l'eventuale sanzione popolare della riforma stessa.

Ma ieri, dopo averne approvato tutti gli articoli, il Consiglio non ha proceduto alla votazione finale, rinviandola a quest'oggi. E così è accaduto per una successiva leggina, che regolamenta il dragaggio dei canali lagunari e lo smaltimento dei fanghi non riutilizzabili: ad avvenuta approvazione dei singoli articoli, il voto conclusivo è stato rinviato, anche in questo caso, a stamane. Perché?

Entrambe le votazioni sono state aggiornate di 24 ore a ragion veduta. Da oggi entra infatti in vigore la legge sul federalismo varata dal governo Amato e confermata dall'ultimo referendum popolare, che fa scattare la norma in base alla quale le leggi regionali non sono più soggette a un controllo governativo, salvo quelle che Roma ritenga di impugnare davanti alla Corte costituzionale intravedendovi un vizio di legittimità.

Se le due leggi fossero state votate ieri, il governo le avrebbe preventivamente controllate ai fini della promulgazione ufficiale, e avrebbe avuto il potere di giudicarle nel merito e di rispedirle eventualmente al mittente per le necessarie modifiche. Da oggi in poi l'autonomia legislativa regionale può essere invece intaccata solo per vizi di costituzionalità.

g.p.

Entrano infatti in vigore oggi le nuove disposizioni in materia di federalismo: Palazzo Chigi non potrà più giudicare nel merito i provvedimenti regionali