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Il Messaggero Veneto 07-03-2002

Imprenditori in fermento dopo il forum Tondo-Galan e la cena con Berlusconi in programma domani a Trieste

Pittini al Veneto: uniamo le associazioni

Il presidente degli industriali friulani: la fondazione prepari la macroregione


TRIESTE - Rispetto a Buttrio, incontro preparatorio tra le imprenditorie di Veneto e Friuli, il numero di invitati alla cena di Miramare con Berlusconi è esattamente doppio: dalla trentina di coperti, si passa a sessantadue. Pochi gli eletti, perché la sala del torno del castello ha dimensioni adeguate alla corte degli Asburgo, non al codazzo che vorrebbe sedersi a tavola con il Cavaliere (si racconta che, salvo ripensamenti, dal novero sia rimasto fuori anche l'economista Renato Brunetta).

La linea ufficiale fatta filtrare dall'organizzazione, è che si tratta non di un appuntamento istituzionale, ma di un incontro conviviale tra amici, di quelli a cui si invita chi si vuole. Le polemiche successive all'esclusione dell'Assindustria triestina (con i sospetti legati al fatto che ne è presidente Anna Illy, madre di Riccardo Illy), spinge a dire che non sono state invitate cariche, soltanto persone. Dal capoluogo giuliano parteciperà comunque Gianfranco Gutty, amministratore delegato delle Generali. Ci saranno poi Roberto Antonione, coordinatore nazionale forzista, Ettore Romoli, responsabile regionale del partito, Renzo Tondo e Giancarlo Galan, il presidente di Friulia Franco Asquini, e Giandomenico Picco, del quale si parla per la "fondazione" interregionale ipotizzata a Buttrio (iniziativa che ad An e Lega di qui sembra pletorica, e probabilmente un po' troppo "azzurra", tanto da far presentare un'interpellanza).

Andrea Pittini, presidente regionale degli industriali, è sicuro che sarà l'occasione per dare la sveglia su infrastrutture e dintorni: «Non parlerò di politica, perché sono rigorosamente astemio, né di affari nazionali, che, da buon italiano, sono abituato a subire. Ma sui problemi della regione e del Nordest posso e devo esprimermi: in quest'area l'industria e in genere l'economia hanno fatto passi da gigante, ma i servizi sono ancora quelli di quando si girava col carro delle patate». «Friuli-Venezia Giulia e Veneto, assieme, possono farsi la loro ferrovia privata, lavorare sull'energia e sulla gestione del sistema portuale, unificare certi servizi oggi doppi», aggiunge Pittini. Convinto anche che la saldatura con la regione contermine potrebbe risultare vincente al fine di ottenere più consistenti quote di immigrati: «Se le chiediamo da soli la risposta è che ci penseranno, che provvederanno, se invece andiamo a fare presenti i problemi comuni di una macroregione strategica - macroregione che io penso interna ai confini italiani - abbiamo sicuramente maggior forza».

«Domani ci sarà la riproposizione dei temi di cui si è trattato nella cena di Buttrio. Temi nati dalle riflessioni di un gruppo di imprenditori delle due regioni, che hanno trovato anche un riscontro nelle istituzioni, quali le associazioni di categoria. Ricordiamoci che gli industriali di Pordenone hanno centrato addirittura la loro assemblea sull'opportunità di collegare in maniera più sistematica le economie di Friuli-Venezia Giulia e Veneto», aggiunge Adalberto Valduga, presidente dell'Assindustria udinese. «Nel contesto comune, caratterizzato soprattutto dalla presenza di un tessuto di piccole aziende familiari, in difficoltà nell'innovare e affrontare i cambiamenti, dobbiamo predisporre una strategia che faccia crescere dimensionalmente le imprese»».

«Sensibilizzare in materia il presidente del consiglio mi pare una cosa positiva», conclude Valduga. «Anche perché ci sono degli strumenti da predisporre a Roma, a partire dalla legge sulle aree di confine, da riscrivere, in un'ottica che ci vede fronte esposto per quanto riguarda i contraccolpi dell'allargamento dell'Europa ad Est».

Luciano Santin