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Il Messaggero Veneto 06-03-2002

Pittini: l'intesa con Venezia triplicherà il peso del Friuli

Reazioni positive degli imprenditori. Faleschini: ma ora allarghiamo l' accordo alle vicine regioni dell'Est

UDINE - Il passaggio dell'intesa tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto a una fase più concreta è stato salutato con favore dal mondo imprenditoriale regionale. Le parole pronunciate durante il forum tenutosi l'altro ieri al Messaggero Veneto dai presidenti del Friuli-Venezia Giulia Tondo e del Veneto Galan sono suonate come musica per le orecchie dell'imprenditore Andrea Pittini, presidente regionale dell'Assindustria, che le condivide in toto. «In un economia globale - dice - ogni impresa è troppo piccola. Così è per la nostra Regione, che da sola non può risolvere problemi di grandi dimensioni come sono quelli della, viabilità internazionale e dei trasporti nè tantomeno quelli esistenti in campo finanziario.

Ma l'accordo tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto (in questo caso poi uno più uno non fa due ma tre, come ho avuto spesso modo di dire) rappresenta un notevole passo avanti, dal momento che configura un quadro nel quale possono interagire, con una visione non paesana ma internazionale, forze imprenditoriali cospicue. Messe assieme le due realtà regionali, pur rimanendo distinte istituzionalmente, possono non soltanto eliminare doppioni e quindi garantire servizi a minor costo, più efficienti o nuovi ma anche delineare grandi strategia sul territorio. Spero che la collaborazione che si è delineata vada avanti, in modo da darci più peso in Italia e in Europa. Rilevante è il discorso sull'energia a minor costo: ma l'individuazione di una strategia comune è foriera di vantaggi ben più consistenti e significativi».

Positive le reazioni a quanto è emerso dal forum anche da parte di Alessandro Zanier, presidente regionale dell'Associazione piccole e medie imprese. «Tutto quello che va nel senso di aperture "fisiche" e mentali - sottolinea - è sicuramente positivo. I problemi non attengono però soltanto al Friuli- Venezia Giulia e al Veneto ma a tutto il mondo dell'Alpe Adria. E ' importante che le due regioni, più il Trentino-Alto Adige, siano concretamente operative soprattutto nei confronti delle regioni forti della Germania, ma anche dell'Austria, facenti parte di Alpe Adria». «Era naturale - prosegue - che il riversarsi in Italia degli interessi sia turistici che economici provenienti dall'Est dell'Europa creassero problemi sia per la viabilità che per le relazioni economiche. La comune fede politica di Veneto e Friuli-Venezia Giulia dovrebbe portare una volta per tutte alla soluzione dei problemi posti sul tappeto. I progetti comuni dovrebbero però riguardare anche la ricerca, l'integrazione interregionale tra le università e linee per una politica economica comune che porti al superamento del piccolo per creare una struttura imprenditoriale medio grande dimensione che ci metta in grado di affrontare da protagonisti tutto il territorio dell'Alpe Adria e dell'export in generale».

«Non è soltanto un problema fisico di viabilità - conclude Zanier - ma anche di predisporre un insieme di progetti che possa far fare un salto di qualità al limite dimensionale delle nostre aziende che da vantaggio iniziale rischia di trasformarsi in un grave appesantimento». Quelle giunte dal confronto tra Tondo e Galan sono giudicate da Ezio Lugnani, direttore dell'Assindustria provinciale di Udine, «tutte indicazioni estremamente positive e calzanti». «Di particolare rilievo - prosegue - sono i temi del corridoio 5 e della politica internazionali, tenendo conto che la stessa Unione europea ha identificato il Friuli- Venezia Giulia prima e il Veneto poi come regioni frontaliere. Non è poi soltanto una questione di infrastrutture e trasporti: si tratta di realizzare insieme sistemi di servizi a sostegno delle imprese».

«Vorrei fare un appunto - prosegue Lugnani - sulla questione dell' immigrazione: ci vorrebbe una regionalizzazione delle quote di ingresso da inserire in una politica di programmazione dei flussi in una logica di gestione concertata con i Paesi di origine dell'Est europeo, a maggior ragione se viciniori. E non penso soltanto alla Slovenia, ma anche alla Croazia e agli altri Paesi dell'ex Jugoslavia e all'Ungheria. In quanto poi alla Slovenia, considerando che la sua adesione all'Ue è scontata, si potrebbe anticipare la liberalizzazione del transfrontieralato, della quale si discute da due anni».

«Le alleanze - dice Carlo Faleschini, presidente di Udine e vicepresidente regionale Uapi - sono da considerarsi sempre positive se portano a maggiore efficienza, al raggiungimento di una massa critica significativa e se rispettano le autonomie. Siamo d'accordo con il dialogo fra Friuli Venezia Giulia e Veneto. Non solo, vorremmo fosse allargato anche al Trentino Alto Adige perché la nostra esperienza ci dimostra che il Nordest sia una dimensione ideale. Noi abbiamo già realizzato dei progetti. Il consorzio per l'acquisto di gas ed energia Caem è già operativo; il vice presidente è un friulano: Graziano Tilatti, vice presidente Uapi e presidente del Comitato per la Piccola Impresa. Assieme abbiamo anche avviato un altro progetto: il portale dell'artigianato che si chiama Artigianinet.com che può essere consultato da tutti i soci di tutte le Unione Artigiani del Triveneto e che propone migliaia di pagine su moltissimi argomenti. Stiamo lavorando per la creazione di un ufficio studi a livello Triveneto e stiamo lavorando anche su altri progetti».

P.D.