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Il Piccolo 21-10-2001

I proclami di «vittoria» nei confronti di Valori sgonfiati dalla realtà della società consortile

Passante di Mestre, Regione beffata

Il Friuli-Venezia Giulia avrà solo la presidenza del collegio sindacale

TRIESTE - Questione Passante: vittoria vera o vittoria di Pirro? Iniziano a trapelare informazioni relative all'accordo, già siglato a Venezia una settimana fa, e inerente alla nascita di una società consortile che vede, quali soci fondatori, le tre concessionarie autostradali Autovie Venete, Venezia-Padova, Autostrade, ciascuna con il 26% del capitale, Veneto Sviluppo, 8%, e gli istituti di credito Cariverona, 4%, Cardine e Antonveneta con il 5% ciascuna. Quale ruolo avrà Autovie in questa società, che sarà presentata ufficialmente mercoledì prossimo, alle 16, a Roma al ministro per le infrastrutture Lunardi? La presidenza del collegio sindacale. La presidenza andrà a Veneto Sviluppo, la finanziaria del Veneto, l'amministratore delegato sarà indicazione di Autostrade spa. Il consiglio di amministrazione sarà composto da 12 membri, compreso presidente e Ad, che saranno espressione "proporzionale" delle quote che ciascun socio detiene.

Ma le cose, secondo Alessandro Colautti, portavoce del presidente della giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia, Renzo Tondo, non stanno proprio così. «L'accordo - spiega - contiene anche passaggi relativi alla composizione della società consortile ed anche degli organi amministrativi. Nessuna logica spartitoria - aggiunge - bensì una definizione che tiene conto delle quote, delle competenze e anche delle logiche territoriali». Da qui la presidenza, evidentemente, a Veneto Sviluppo e l'amministratore delegato ad Autostrade «ma con il gradimento delle altre due società concessionarie», aggiunge. Nel Cda saranno rappresentati tutti i soci «ed è stato previsto anche l'ingresso di un esperto di settore. Abbiamo chiesto - precisa Colautti - che questa persona fosse indicata da Autovie Venete, con il gradimento delle altre due concessionarie».

Mentre il presidente dell'organo di controllo, il collegio sindacale, sarà espressione di Autovie Venete. E' molto o è poco? Come il classico bicchiere, è mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda di come lo si guarda. In ogni caso, e Colautti su questo non ha proprio alcun dubbio, la battaglia politica condotta dal Friuli-Venezia Giulia contro Valori e di forte pressione contro il Veneto, che era intenzionato ad imboccare la strada del project financing, porta ad Autovie innegabili vantaggi di carattere economico. «Se non ci si perde in questioni lotizzatorie - spiega ancora Colautti - con questo accordo Autovie recupera una forte spinta patrimoniale. La società consortile realizzerà le opere, ma sarà anche società di gestione ed i ricavi saranno, per la Spa del Friuli-Venezia Giulia, molto importanti». Nello specifico saranno pari a un terzo del patrimonio, suddiviso tra Av, Padova-Venezia, Autostrade, più il 26% di un terzo dei ricavi della Venezia-Padova, di cui Av è socio di riferimento. «Questa battaglia - rimarca ancora il portavoce di Tondo - è stata quindi un recupero, dal punto di vista della difesa del patrimonio aziendale, dato che nel project financing Av avrebbe potuto contare al massimo per il 10/15%. Credo sia questo il dato politico vero della battaglia che è stata condotta».

Appuntamento ufficiale a Roma, il 24 ottobre, per la presentazione della società al ministro per le infrastrutture Pietro Lunardi. E' probabile che in quella sede si avrà la conferma della sottoscrizione, da parte di Cariverona, dell'accordo sulla società consortile, una firma che l'esponente dell'istituto di credito non aveva apposto il 13 ottobre nel corso dell'incontro ufficiale tra i soci fondatori avvenuto a Palazzo Balbi, ed il nome del presidente, espressione della regione Veneto.

In Friuli-Venezia Giulia intanto continua la "caccia" ai probabili presidenti e componenti il Cda di Autovie Venete, in vista dell'assemblea del 9 novembre. Ai già noti Ferrante, Soldati, Berti, Scotto, si somma quello di Luigi De Puppi, che qualcuno boccia come «fantasia allo stato puro». Non ci sarebbe stato nessun "patto scellerato" tra la regione Friuli-Venezia Giulia e Autostrade spa, tanto da consegnare la presidenza di Av ad un manager di innegabile valore, ma già impegnato nel Gruppo Benetton. Anche perché questo significherebbe che un accordo per la cessione di una quota di Av ad Autostrade, sarebbe già stato raggiunto.