Home | Documenti | Foto | Risultati elettorali | Link | Novità | Rassegna stampa | Comunicati stampa



Il Piccolo 10-03-2002

I retroscena della cena di Miramare dopo l'annuncio della nascita della Fondazione costituita fra imprenditori di Veneto e Friuli Venezia Giulia

Un pezzo di Nordest freddo con Nesis

Molte assenze di spicco: da Benetton a Tognana. «Salta» la presentazione ufficiale al premier

TRIESTE - La presentazione ufficiale di Nesis (Nordest Sistema), la fondazione costituita fra una sessantina di imprenditori del Nordest, piatto forte della serata di Miramare con il premier Berlusconi, è stata esclusa all'ultimo momento dal suo menù. Tuttavia, durante la cena, naturalmente, si è parlato soprattutto di Nordest, e dei suoi problemi, e del modo in cui i presenti, politici e imprenditori intenderebbero risolverli. Motivo appunto della nascita di Nesis. E allora? Che cosa è cambiato nel frattempo se alle 22.52 di venerdì, a cena ormai in pieno corso, un comunicato ufficiale di agenzia annunciava la nascita ufficiale a Miramare della Fondazione? E invece la mattina dopo Nesis stentava a trovare alcuni riconoscimenti di paternità? «Sono un po' deluso perché Nesis non è stata presentata ufficialmente» - ha commentato ad esempio il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Renzo Tondo - «anche se - ha poi subito aggiunto - «Andrea Pittini, capo degli industriali della regione, ha fatto una puntuale ricognizione dei problemi del Nordest». Che cosa è successo? Che Nesis, sottratta al menù ufficiale è rimasta comunque sulla tavola imbandita, un oggetto misterioso che, nel corso della cena di Miramare (al bivio fra lobbismo e politica), è stato sottratto all'ultimo momento all'imprimatur del presidente del Consiglio. Forse per non mettere in ulteriore imbarazzo il premier, viste alcune defezioni eccellenti e la pioggia di critiche sugli esclusi.

Se così stanno le cose, si capisce allora la soddisfazione del governatore veneto, il forzista Giancarlo Galan, uno degli artefici dell'iniziativa, che invece, ieri mattina era entusiasta della sua creatura. «Nesis potrà svolgere un lavoro interessante che le due regioni hanno già avviato con incontri bilaterali sulle cose da fare». «Sono convinto che soltanto facendo squadra si riusciranno a risolvere i problemi di Veneto e Friuli-Venezia Giulia -spiega Gianfranco Benedetti, numero uno della Danieli di Buttrio, il big della siderurgia, presente alla cena di Miramare. È necessario accelerare le liberalizzazioni, risolvere i nodi della viabilità, potenziare le infrastrutture. Ad esempio, nessuno dei porti di questa regione ha una specializzazione per essere competitivo. Bisogna sostenere una adeguata cultura industriale».

Ma intanto la nuova «cosa», che dovrebbe rappresentare la lobby trasversale del Nordest, nasce senza che ci sia stato un battesimo ufficiale. Pesano inoltre, come si è detto, assenze importanti. Industriali del profondo Nordest e pezzi da novanta del «made in Italy», come Gilberto Benetton, Gianfranco Zoppas, Leonardo Del Vecchio: «Non ho letto il documento di costituzione della fondazione -ha spiegato ieri a Udine il patron di Luxottica, ricevendo una laura ad honorem dall'università del Friuli. Qualsiasi tavolo o istituzione venga creato per discutere assieme certo non può far male». Del Vecchio, esprime però diffidenza verso «una politica che deve governare e non certo delegare le sue scelte all'economia che già fatica a fare il suo lavoro». Insomma, il Nordest che conta, quello dei fatturati miliardari, sembra prudente verso i partiti, ma chiede invece «una politica stabile per creare ricchezza», come precisa l'industriale di Agordo.

E così viene fuori che alcuni vuoti di spicco fra gli invitati, presenti nella lista compilata del viceministro, Roberto Antonione, esprimono forse qualche disagio e pesano sulla riuscita di quella che viene già definita «la Cosa». Neppure negli ambienti confindustriali si capirebbe ancora l'esatta natura di una iniziativa che tutti, peraltro, condividono negli obiettivi disegnati da Pittini: i gravi ritardi nell'adeguamento delle infrastrutture del Nordest, la necessità di integrare i porti e gli aeroporti, una rete energetica insufficiente e a caro prezzo, la necessità di riorganizzarsi per investire nell'Est Europa. Un magma di questioni che però l'altra sera sarebbe scivolato via senza una proposta specifica in grado di catturare sufficiente attenzione. E qualche imprenditore osserva che «negli anni Ottanta, quando la Dc veneta, la Balena Bianca, tentava di organizzare lobby trasversali fra economia e politica, gli industriali non si facevano neppure vedere». Si spiegherebbe così anche il «no, grazie» di personaggi come Nicola Tognana, vicepresidente della Confindustria, che peraltro aveva già incontrato pochi giorni prima Berlusconi alla presentazione del progetto industriale di Manfredonia. Governativi, ma non schierati. E si giustifica così anche la vistosa assenza del presidente degli industriali del Veneto, Rossi Luciani.

C'è chi non è venuto, e chi non è neppure stato invitato. Non sarebbe piaciuta, sottolineano gli stessi ambienti industriali del Nordest, l'esclusione dell'Assindustria triestina guidata da Anna Illy. Una vicenda, esplosa alla vigilia del summit fra Berlusconi e il cancelliere Schröder, dove, si sottolinea, non è stata affatto cancellata dagli organizzatori (Forza Italia) l'impressione di una emarginazione voluta. Ma intanto la macchina organizzativa dell'evento non si ferma. Fra gli altri a Miramare c'erano anche il presidente di Veneto Sviluppo, Paolo Sinigaglia, il presidente di Friulia, Roberto Asquini, il numero uno della Save che gestisce l'aeroporto di Venezia, Enrico Marchi, al centro di possibili alleanze operative con lo scalo di Ronchi. Galan si riconosce pienamente nella relazione svolta da Pittini, che alla cena nella sala del Trono sedeva accanto a Berlusconi e Irene Gemmo, imprenditrice vicentina, molto combattiva (è stata uno dei pochi a intervenire dopo Pittini): «A Berlusconi sono state illustrate tutte le questioni sul tappeto». Ma un pezzo importante del Nordest resta gelido.

Piercarlo Fiumanò