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Il Messaggero Veneto 28-05-2002

L'ente regionale ha completato il rinnovo dei vertici: eletto alla presidenza l'ex parlamentare Parigi (An)

Mediocredito, Pittini forse rientra

Con le probabili dimissioni di un consigliere, potrebbe liberarsi un posto nel cda

di PAOLO DECLEVA

UDINE - Con un'elezione per acclamazione Gastone Parigi, pordenonese, già parlamentare di An, è da ieri presidente del Mediocredito. Subentra ad Aldo Boschi, che non si è ricandidato, e va a guidare un cda e un comitato esecutivo formati nel segno della continuità e di una preponderante rappresentativa pordenonese. Sarà - come ha sottolineato - un presidente a tutti gli effetti e non soltanto un "traghettatore" verso la privatizzazione dell'istituto.

La riunione del cda di ieri pomeriggio non ha risentito in alcun modo delle polemiche per la mancata conferma del presidente regionale degli industriali Andrea Pittini, per il cui rapido rientro ai vertici di Mediocredito si apre comunque uno spiraglio, in quanto Antonino Turicchi, componente del Cda di nomina del Tesoro, domani dovrebbe diventare il nuovo direttore generale della Cassa depositi e prestiti, un incarico che dovrebbe indurlo a rinunciare a quello udinese.

Resta da vedere se il cavaliere del lavoro Pittini, che ha lamentato la forma della sua esclusione ma ha anche dichiarato che nella sostanza gli è stato fatto un favore sollevandolo da uno dei tanti incarichi affidatigli, sarà ancora disponibile ad un eventuale rientro in Mediocredito. Il cda dell'istituto, riunitosi sotto la presidenza del consigliere anziano Marco Fantoni, ha confermato vicepresidente Aniceto Canciani, di Pordenone, ed ha nominato componenti del comitato esecutivo Mario Calamati, di Vicenza, pensionato dirigente di Banca Intesa in rappresentanza delle banche, Fabrizio Ghisellini, di Roma, funzionario del Tesoro, e l'assicuratore goriziano Gianni Lubrano, della Lega Nord, in rappresentanza della Regione. Il consigliere anziano Angelo Sette, pordenonese, è stato designato a sostituire, all'occorrenza, presidente e/o presidente.

Nel suo breve indirizzo di saluto Parigi, che è un commercialista, ha ricordato la sua esperienza di legislatore e di libero professionista. Ha avuto parole di apprezzamento per l'opera svolta in questi anni dall'istituto «che - ha detto - ha contribuito alla crescita e allo sviluppo di oltre la metà delle imprese attive in regione». Subito dopo l'elezione il neopresidente Parigi ha sottolineato che essa «è avvenuta per acclamazione e con unanimi attestazioni di stima, di cui si è fatto interprete il cavaliere del lavoro Fantoni». «Non nascondo che ho provato una certa emozione - ha detto - e che sono soddisfatto della circostanza che, anche tra le polemiche, nessuno ha mai messo in discussione la mia nomina».

«Mi auguro che la privatizzazione di Mediocredito avvenga in breve tempo - ha chiarito Parigi - ma faccio presente che la mia non sarà una presidenza di passaggio, anche perchè sarà ceduto soltanto il 34% delle quote. Preciso anche che la privatizzazione non la portiamo avanti noi ma un advisor e il Tesoro. Noi auspichiamo che sia la più rappresentativa possibile senza pregiudiziali nè esclusioni di sorta ed opereremo in tal senso». «A prescindere dalla percentuale che la Regione vorrà mantenere in Mediocredito - ha continuato Parigi - ritengo opportuno che essa sia sempre significativa, in quanto è stata proprio la Regione a Statuto speciale a suggerire all'istituto indirizzi e assetti tali da contribuire alla creazione di una struttura economico-produttivo regionale di altissimo livello».

«Oltre a questo trovo un bilancio più che positivo. La mia presidenza, anche se intendo ovviamente darle un'impronta precisa - ha dichiarato Parigi - non può quindi che porsi sotto il segno della continuità, pur in ossequio a quelli che sono i criteri più aggiornati di una moderna banca. Cercheremo di essere sempre più presenti nel cogliere tutte le occasioni di sviluppo, ma le strategie sono in evoluzione e saranno ridefinite d'intesa con il consiglio di amministrazione».

«In quanto alla vicenda che ha visto Andrea Pittini rimanere fuori dal cda - prosegue Parigi - va evidenziato che non sono stato coinvolto nelle nomine. Ma mi pare che l'onorevole Contento abbia spiegato bene come sono andati i fatti. Non c'è stata alcuna discriminazione nei confronti di alcuno, al contrario c'è nei confronti del cavaliere del lavoro Pittini il massimo apprezzamento». «Dopo la privatizzazione - conclude il neopresidente di Mediocredito - sono prevedibili mutamenti nel consiglio di amministrazione e sarà quindi possibile un rientro del presidente regionale degli industriali». Semprechè, come si è accennato, la possibile rinuncia di Turicchi non anticipi i tempi.