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Il Messaggero Veneto 27-02-2002

L'assessore alle finanze Arduini ha delineato il nuovo assetto. Valduga: scelta felice

Mediocredito, Regione sotto il 40%

Ai tre poli bancari il 39% delle quote, il resto a imprese e associazioni

UDINE - Alla Regione il 40%, molto probabilmente anche con il concorso di Finest e Friulia; il 39% ripartito tra i tre poli bancari regionali (Unicredito, Banca Intesa, gruppo Cardine-Popolare Cividale-Casse di credito cooperativo), il 21% alle categorie economiche rappresentate da Camere di commercio, associazioni artigiani e commercianti e imprenditori privati coordinati dall' Assindustria di Udine: è questo il nuovo assetto societario del Mediocredito del Friuli Venezia Giulia ipotizzato dall' assessore regionale alle Finanze, Pietro Arduini, dopo la decisione del Tesoro di cedere la propria partecipazione nell' istituto di credito.

I tempi per la realizzazione del progetto potrebbero essere molto stretti. L' ufficio giuridico del Ministero del Tesoro sta infatti valutando l' ipotesi di una trattativa diretta per la cessione della propria quota (il 34%), per un valore stimato di circa 40 milioni di euro (80 miliardi di lire), e questo metterebbe la Regione nella condizione di poter agire con immediatezza e celerità. «Lasciamo che il Tesoro decida», ha detto ieri Arduini, alla vigilia della riunione del consiglio di amministrazione del Mediocredito, prevista per oggi, chiamato a esaminare la proposta di bilancio 2001. «Noi, intanto abbiamo ipotizzato una soluzione che vada a favore dell' economia della nostra regione. Il Mediocredito dovrà continuare a operare al servizio delle imprese, quindi dovrà continuare a essere un braccio operativo della Regione e strumento di politica finanziaria della regione con il coinvolgimento delle categorie economiche».

La Regione dovrebbe continuare a esprimere i vertici del Mediocredito, la cui gestione sarebbe però affidata a formule privatistiche. «Ci saranno dei patti parasociali tra gentiluomini - ha commentato Arduini - come del resto sempre in questi casi. L' importante è che il Mediocredito rimanga uno strumento, insostituibile, per lo sviluppo economico della nostra regione. E la presenza di Finest e Friulia nella compagine azionaria deve essere vista anche come volontà di fare sistema. L'imprenditore che si rivolge al Mediocredito insomma avrà una risposta per ogni problema dovesse sorgere».

Soddisfazione per le volontà espresse dalla Regione, ma anche esigenza di fare presto: sono questi i commenti di alcuni "attori" della privatizzazione del Mediocredito del Friuli-Venezia Giulia, concordi sull' esigenza che l' amministrazione regionale vi mantenga una presenza rilevante. «Avevamo sempre dato la nostra disponibilità a un progetto di privatizzazione che non favorisse un gruppo bancario sugli altri - ha detto Carlo Appiotti, presidente della Crup (gruppo Cardine) - e quindi quanto sta emergendo ci soddisfa. Si tratta, insomma, di riequilibrare le attuali presenze in Mediocredito per giungere a una partecipazione paritaria tra i tre poli bancari regionali, che devono lavorare in stretta sinergia con la Regione».

Anche Adalberto Valduga, presidente dell' Associazione degli Industriali di Udine, ha commentato positivamente l' ipotesi della Regione di procedere speditamente sulla strada della privatizzazione del Mediocredito e, soprattutto, la volontà di fare squadra cedendo quote a Friulia e Finest. Valduga ha ricordato il lavoro fatto con le altre associazioni di categoria e singoli imprenditori per dare risposte concrete sul piano della privatizzazione dell' istituto. «Abbiamo coordinato Assindustria di Udine, Unindustria di Pordenone e le altre associazioni di categoria per giungere a una proposta unitaria. Si tratta ora di collaborare con i poli bancari presenti in regione per una gestione che sia particolarmente interessante per le tante piccole e medie imprese del Friuli-Venezia Giulia, cioè quelle che non possono puntare su Milano e gli altri grandi centri finanziari per una corretta gestione finanziaria del loro sviluppo».