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Il Piccolo 11-10-2001

Un'indagine elaborata dall'Agenzia competente conferma il saldo positivo tra uscite e entrate, ma anche l'incertezza nel comparto

Lavoro sempre più precario in regione

Nel computo finale il tempo determinato prevale nettamente nei contratti

PORDENONE - Poco meno di 73 mila avvii al lavoro contro 51 mila uscite, un saldo positivo di 21 mila 828 che hanno interessato 18 mila 203 lavoratori. Sono questi i dati relativi al primi sei mesi del 2001 sul mercato del lavoro in Friuli-Venezia Giulia elaborati dall'Agenzia regionale per l'impiego. Dalla fotografia dell'andamento dell'offerta di lavoro, emergono i mutamenti profondi che hanno investito anche questa regione: cresce l'apprendistato a discapito dei contratti di formazione, il tempo determinato supera abbondantemente quello a tempo indeterminato, gli immigrati rappresentano il 14 per centro delle assunzioni, gli interinali il 13%, è meno difficile, anche per le donne, accedere al mercato del lavoro.

Sempre meno «posto fisso e per sempre», e sempre più mobilità, dunque. E la conferma arriva dai numeri. Nel primo semestre di quest'anno, sono state 37.507 le assunzioni con contratto a tempo determinato, e quindi a scadenza, a fronte di 28.961 assunzioni a tempo indeterminato. Di queste, 9 mila 124 hanno riguardato lavoratori extracomunitari, 8 mila 703 i part-time, 6 mila 347 gli interinali. Le differenze di «sesso» sono molto meno marcate rispetto al passato. Addirittura, per quel che concerne i contratti a tempo determinato, le donne assunte in regione superano gli uomini: 18 mila 850 contro 18 mila 657.


Nei contratti a tempo indeterminato prevalgono invece i maschi, 17 mila 573 contro 11 mila 388. Un andamento che si riflette sui movimenti in uscita, dove sono 11 mila 616 le donne giunte a scadenza di contratto contro i 10 mila 90 uomini; nell?indeterminato le donne in uscita sono 9 mila 718 contro 15 mila 679 uomini. Complessivamente, sempre per quanto attiene alle uscite, sono 21 mila 706 i lavoratori registrati per quanto attiene al tempo determinato e 25 mila 397 quelli a tempo indeterminato.

Nel confronto con i saldi in entrata, è evidente che le imprese, una volta cessato un rapporto di lavoro senza vincoli di scadenza, ne sottoscrivono un altro, o diretto ma limitato nel tempo, oppure con le agenzie di lavoro interinale. Un'altra conferma arriva dalle uscite degli interinali, 6 3 mila 401, e dalle entrate, 6 mila 347, quasi il doppio. Sul fronte immigrati, dal saldo entrate-uscite, emerge che in Friuli-Venezia Giulia, nei primi sei mesi, hanno trovato occupazione 3 mila 259 lavoratori extra Ue in più rispetto a quelli occupati nel periodo precedente. Un altro fenomeno che interessa la regione, è il lavoro minorile. 3.057 i ragazzi di età inferiore ai 17 anni che hanno trovato occupazione nel periodo gennaio-giugno 2001: quasi il 7% del totale assunzioni. Se il dato riflette una media abbastanza rilevante, rispetto a quella italiana, di precoce abbandono scolastico, lo si saprà soltanto al termine dell'anno, con i dati di tutti i 12 mesi.

E' infatti possibile che una parte consistente di queste assunzioni, riguardi studenti occupati durante il periodo estivo. Nell'analisi della statistica disaggregata per province, la parte del leone la fa Udine, con 31.388 entrate nel mercato del lavoro a fronte di 20.814 uscite e un saldo positivo di 10.574 unità. Segue Pordenone, 18.808 entrate, 12.591 uscite, saldo a 6.217; Trieste, 13.982 avvii, 11.454 uscite, + 2.528; Gorizia, 8.768 entrate. 6.259 uscite, + 2.509. Tra l'altro Gorizia è l'unica provincia in cui i contratti a tempo indeterminato superano quelli a tempo determinato, anche se di poco: 4.022 contro 3.950. Il territorio che offre maggiori opportunità di impiego per gli immigrati extracomunitari è la Destra Tagliamento, dove la percentuale di assunzioni è del 17%; a seguire c'è Udine, con il 14%, Gorizia, 11% ed infine Trieste, 9%. Estrapolando le cifre, l'avvio produttivo ha riguardato nei primi sei mesi dell'anno 9124 extracomunitari, 8703 part-time e 6347 «interinali».