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Il Messaggero Veneto 10-04-2002

Immigrati, 26 mila in regione

CIVIDALE - Nell'ultimo anno il 15 per cento del totale delle assunzioni nelle province di Udine e Pordenone hanno riguardato lavoratori extracomunitari; nel settore industriale in particolare fra il marzo del 2000 e lo stesso periodo dello scorso anno hanno interessato oltre il 32% dei nuovi inserimenti. Complessivamente il numero degli immigrati che soggiornano in Friuli - Venezia Giulia per motivi di lavoro o di famiglia sono pari all'82%, mentre la forza lavoro straniera ammonta a oltre 20 mila unità. È il segno d'un integrazione legata alle dinamiche dello sviluppo economico regionale che emergono dai dati presentati dal coordinatore del Consiglio italiano per i Rifugiati, Cir, Lucio Gregoretti, in occasione dell'inaugurazione della rete di sportelli avvenuta stamane a Cividale.

Il nuovo servizio attivo a Trieste, Gorizia e Udine, voluto dalla Regione e affidato appunto al Cir, consente di intervenire nei confronti di nuovi soggetti diventati rilevanti negli ultimi: coloro che richiedono asilo o protezione umanitaria. Fra quest'ultimi le donne, le vittime di tortura e i minori non accompagnati che rappresentano una delle questioni sociali attualmente più rilevanti per le amministrazioni comunali.

Nell'ultimo anno in ambito regionale sono state circa 2 mila le domande di asilo e hanno riguardato diverse etnie principalmente kosovari e curdi. Analizzando le componenti dell'immigrazione locale, nelle prime sette posizioni, peraltro, figurano ben 6 dei vicini paesi balcanici. Infatti, dopo gli statunitensi, al primo posto con 6 mila 162 unità (il 14,2% del totale), seguono: serbi con 6 mila 111, croati con 4 mila 250, albanesi con 4 mila 31 unità, sloveni con 2 mila 861 unità, bosniaci con mille 511 unità e romeni con mille 511 unità Ma, come rilevato da Lucio Gregoretti, cominciano ad essere consistenti presenze quali quelle dal Bangladesh (325 unità) nelle quali prevalgono le motivazioni umanitarie e i minori non accompagnati.