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Il Messaggero Veneto 11-09-2001

Saranno gli uffici a stendere la bozza definitiva della nuova legge in vista della commissione del 18

Il presidente indicato sulla scheda

Accordo nella maggioranza sulla riforma elettorale, ma resta il nodo del seggio agli sloveni

TRIESTE – La Casa delle libertà e il Cpr hanno dato ieri il via libera ai contenuti della nuova legge elettorale, che, come noto ormai da tempo, per la maggioranza deve essere proporzionale con sbarramento al 5%. Nei prossimi giorni gli uffici ne tradurranno i principi in linguaggio giuridico, ed effettueranno le necessarie simulazioni.

I due punti più importanti, su cui persistevano perplessità all'interno della coalizione di governo, riguardano l'indicazione del presidente e il premio di maggioranza. Nel primo caso si è concordato che il nome del “governatore” designato dalla coalizione verrà indicato sulla scheda. Dovrà raccogliere le preferenze necessarie ad entrare in consiglio, però potrà candidare in più collegi. In quanto al “bonus” per rafforzare la coalizione uscita dalle urne, se il numero dei consiglieri sarà inferiore al 40% (24 su 60) i consiglieri attribuiti saranno 33, se tra il 40% e il 60%, 36, al di sopra di questa quota non scatterà. L'attribuzione del premio stesso verrà poi effettuata in maniera da rispettare il rapporto di rappresentanza territoriale.

Se, per fare un esempio, una coalizione ottenesse 31 consiglieri, gliene spetterebbero altri cinque, che verrebbero spalmati sui diversi collegi, sacrificando gli ultimi eletti nelle liste di opposizione. Il presidente verrà eletto dal consiglio, con voto palese, e così i singoli assessori. Per il primo anno non verrà sfiduciato, pena la decadenza del consiglio. Nei quattro anni successivi potrà invece essere sostituito attraverso il meccanismo della “sfiducia costruttiva”, cioè la contestuale elezione di un successore. Sistema che evita i vuoti di governo, ma consente anche l'attuazione di staffette. Un punto che probabilmente richiederà un attento esame da parte dei tecnici, sarà quello relativo al seggio da attribuire alla minoranza slovena.

Sostanzialmente tutti concordi, in nome della reciprocità con quanto avviene per la comunità italiana in Croazia, sull'istituzione di una lista e di una scheda alternative (chi vorrà votarle, dovrà rinunciare a quelle “normali”), con un suffragio minimo di 4000 voti, ovvero lo 0,5% del corpo elettorale. Su quest'ultimo punto il capogruppo del Cpr, Isidoro Gottardo, ha però chiesto una preliminare audizione degli esponenti sloveni. Il forzista Roberto Asquini, presidente della prima commissione, valuta con estrema soddisfazione il fatto di aver sostanzialmente licenziato i concetti base. «L'importante è che abbiamo trovato un accordo su tutti i principali nodi della nuova legge.

Adesso spetta agli uffici approfondirli, e vedere che non siano stati commessi errori. Verificare insomma che il meccanismo funzioni non solo nella teoria, ma anche nella pratica». «Una riunione costruttiva, che ci lascia soddisfatti. Oggi siamo stati edificatori», gli fa eco il capogruppo di An Adriano Ritossa. «E' stato un incontro che ha consentito di definire la posizione della maggioranza», dice dal canto suo Gottardo. Mentre per il presidente del gruppo leghista, Claudio Violino, il più è fatto: «Rimangono particolari di tipo cosmetico. Ma il provvedimento è stato sgrezzato, e ci siamo avviati su un sentiero di buona e comune percorribilità». Anche Ettore Romoli, coordinatore di Forza Italia, rileva con favore l'accordo raggiunto: «È stata una giornata proficua: direi che la legge è in dirittura d'arrivo».

Luciano Santin