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Il Piccolo 06-02-2002

FIUME - La solita telefonata anonima ha avvertito che nell'edificio era stato collocato un ordigno: ritardato il dibattimento per i controlli

Allarme bomba sul processo al gruppo di Gospic

Dopo l'intervento degli artificieri l'udienza si è svolta regolarmente con l 'audizione di testimoni

FIUME - «Vi posso assicurare che l'edificio del Tribunale salterà in aria esattamente alle 10 e 30». Erano da poco passate le 9 di ieri quando al centralinista del palazzo di giustizia fiumano è giunta una telefonata anonima: una voce maschile annunciava che l'edificio sarebbe sbriciolato per l'esplosione di un potente ordigno. L'allarme è scattato subito e il palazzo è stato fatto evacuare proprio mentre doveva cominciare l'udienza del processo a carico del gruppo di Gospic, i cui cinque componenti sono accusati di crimini di guerra contro civili serbi nel 1991 in Lika, la regione a est di Fiume.

Dopo la telefonata, nella sede del Tribunale sono immediatamente giunti gli artificieri della vicina questura che per ben due ore hanno controllato minuziosamente tutti gli ambienti. Non essendo stato rinvenuto alcunché di sospetto, c'è stato il rientro in Tribunale e il procedimento contro Mirko Norac e colleghi è ripreso. Laconico il commento da Zagabria del ministro degli Interni, il dalmata Sime Lucin: «Coloro che hanno paura che la verità emerga - ha detto riferendosi al processo al gruppo di Gospic -, si servono di metodi incivili per cercare di fermare la giustizia. Sono mosse inutili». Da quando il procedimento è entrato nel vivo, con i vari Oreskovic, Norac, Canic, Grandic e Rozic a dichiarare la propria estraneità alle liquidazioni sommarie di civili d'etnia serba, vi sono stati dei momenti che si potrebbero definire decisivi e che dovrebbero avere incanalato il processo nei termini delineati dall'accusa. Nei giorni scorsi infatti Ivan Dasovic, che all'epoca dei crimini (alla fine del '91) ricopriva la funzione di questore di Gospic, ha ammesso che dieci anni fa c'era stata una riunione segreta in cui sarebbero state decise le uccisioni di civili serbi.

E all' appuntamento, secondo Dasovic, avrebbe partecipato anche il generale in pensione, quel Mirko Norac, ritenuto dalle destre uno degli eroi della Guerra patriottica, il conflitto di Zagabria contro gli indipendentisti serbi. Ricordiamo che Norac, prima di costituirsi, era stato ricercato a lungo dalla polizia, periodo nel quale in Croazia si erano svolte tantissime manifestazioni antigovernative a suo favore.

Andrea Marsanich