Home | Documenti | Foto | Risultati elettorali | Link | Novità | Rassegna stampa | Comunicati stampa



Il Piccolo 10-03-2002

Gorizia, la Slovenia scarica la Zona franca

A rischio l'Autoporto di Sant'Andrea. Protestano gli italiani: «In Europa ci sono già altre aree speciali»

GORIZIA - La Slovenia scarica la Zona franca mista prevista a cavallo del confine nella zona dell'autoporto di Gorizia-Vertojba. Troppe difficoltà per realizzarla, è meglio puntare su un diverso sviluppo economico dell'area confinaria: la doccia gelata è venuta dal viceministro sloveno Iztok Simoniti, intervenuto ieri all'assemblea del Protocollo di collaborazione, l'organismo transfrontaliero formato dai Comuni di Gorizia e Nova Gorica, dalle Camere di commercio delle due città e dalla Provincia di Gorizia.

Simoniti ha sostenuto che difficilmente Bruxelles darà l'assenso alla nascita di una nuova zona franca per evitare levate di scudi e proteste da parte di altri stati dell'Ue e in particolare di quelli che stanno per entrare nella comunità. Poi, secondo Lubiana, il trattato di Osimo prevede la zona speciale sul Carso e un suo spostamento implicherebbe l'assenso anche degli altri Paesi dell'ex Jugoslavia che nel 1976 hanno firmato il trattato. No, troppi ostacoli - ha sostanzialmente detto Simoniti -, è meglio lasciar perdere e cercare altre strade. Di parere diverso le componenti goriziane. Il sindaco Valenti, che presiederà per un anno il Patto transfrontaliero succedendo al collega di Nova Gorica Crtomir Spacapan, ha chiesto al governo di Lubiana di rivedere la propria posizione. «Prendiamo il coraggio a due mani - ha detto - e cerchiamo di superare gli ostacoli. Se c'è da fare una battaglia la faremo e sono certo che ne verremo fuori con una soluzione positiva. Già in altre parti d'Europa esistono queste zone speciali». Sulla stessa lunghezza d'onda anche il presidente della Provincia, Giorgio Brandolin, e il consigliere regionale Enrico Gherghetta. «Vorrei invitare il governo sloveno ad approfondire il problema - ha detto Gherghetta - e a non affossare la possibilità di dare vita a una zona speciale che per quest'area significherebbe attirare capitali freschi e nuove imprese».

Eppure il governo di Lubiana non ha gelato solo le attese goriziane, ma anche quelle di Nova Gorica e dei comuni contermini dimostrando così una forte politica centralista. Nova Gorica e in particolare San Peter-Vertojba guardano, come Gorizia, alla riconversione e al potenziamento dell'attuale autoporto di Sant'Andrea ritenuto un volano per l'intera economia della zona, inserito nella strategia dei collegamenti e dei traffici (vedi Corridoio 5) verso l'Est.

Eppure, l'incontro svoltosi in Provincia, e che ha visto la partecipazione di tre viceministri sloveni - oltre a Simoniti c'erano Joze Susmelj e Saso Sedmak - era iniziato sotto i migliori auspici. I rappresentanti di Lubiana avevano riconosciuto formalmente, come già aveva fatto a suo tempo Roma, il Protocollo di collaborazione, un atto che dà più voce agli amministratori locali sloveni anche in chiave europea. Ma passando ai fatti concreti si è visto che l'autonomia concessa da Lubiana è molto limitata. E non solo per quanto riguarda la zona speciale. Scarsa attenzione il Governo sloveno l'ha dimostrata anche su un altro argomento, che era ieri al centro dell'incontro: i problemi dei lavoratori frontalieri. L'area che fa capo a Nova Gorica chiede infatti che gli sloveni, che si recano quotidianamente a lavorare in Italia, siano considerati alla stregua dei lavoratori comunitari e che quindi siano svincolati dalle quote previste per gli extracomunitari come avviene oggi. Il governo italiano è d'accordo, ha sottolineato nel suo intervento l'assessore regionale Giorgio Romano Venier, mentre Lubiana chiede che il provvedimento venga esteso a tutti i lavoratori sloveni e non solo a quelli che abitano nella fascia frontaliera, quella regolata dagli accordi di Udine.

Pochi passi in avanti anche per la richiesta del passaggio da II a I categoria di alcuni valichi confinari: qui le maggiori difficoltà sono venute dalle autorità italiane, anche se è stata espressa la più ampia collaborazione per favorire il passaggio di persone ai valichi secondari con l'utilizzo in alcuni casi della carta d'identità al posto del lasciapassare. Presto, invece, sarà aperto il valico goriziano di via San Gabriele per un servizio pubblico di autobus tra Gorizia e Nova Gorica.

fra. fem.